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Estremo Oriente unito: sono tutti contro la Cina
20-08-2024, 11:31
I vietnamiti la chiamano “lingua di bue”, “Durong Luoi Bo”, per i cinesi è la “linea dei nove segmenti”, o “Jiu Xuxian”. È il perimetro che racchiude il Mar Cinese Meridionale inglobando le isole Spratly e Paracel, contese dagli Stati rivieraschi. Le isole sono occupate in ordine sparso da Cina, Vietnam, Filippine, Brunei, Malesia e Taiwan. Ma il colosso cinese spaventa tutti gli altri, avendo tramutato varie isole in basi che minacciano il traffico marittimo degli stretti della Malacca e della Sonda, che collegano l'Oceano Indiano al Pacifico. Fra le basi cinesi c'è l'isola Fiery Cross, la cui pista d'aviazione lunga 3 km basta per i bombardieri Xian H-6K, da poco armati con missili ipersonici YJ-21. Antagonista della Cina è sempre stato il Vietnam, ma ieri la tensione è stata apparentemente stemperata dalla visita a Pechino del presidente To Lam, che ha firmato con Xi Jinping accordi di “buon vicinato” fra cui la costruzione di una ferrovia tra Shenzhen e Haiphong. Fu col Vietnam che la Cina combatté nel 1979 la sua ultima guerra e ne fu battuta. Ora la riconciliazione pare frutto di un impulso del comune alleato, la Russia. Sentono il fiato del Drago le Filippine, che da mesi vedono le navi cinesi scontrarsi con le proprie per acque pescose e ricche di giacimenti. Ieri, all'atollo Sabina, parte delle Spratly, 140 km dall'isola filippina di Palawan, due navi da pattuglia filippine, Bagacay ed Engano, indagavano su tentativi cinesi di costruire un'isola artificiale attorno all'atollo, come già fatto altrove scavando sabbia di riporto dal fondo marino. Ma la nave 21551 della guardia costiera cinese ha speronato le unità filippine danneggiandole. I cinesi tirano dritti. E gli americani aumentano le difese per Manila e gli altri alleati dell'area. Proprio nelle Filippine, l'US Army ha schierato nell'aprile 2024 la prima arma ipersonica americana lanciabile da terra, il missile Dark Eagle, con gittata di 3000 km, che da Luzon potrebbe colpire le coste cinesi. Alla base americana di Guam in questi giorni opera la portaerei italiana Cavour, munita di aerei da caccia F-35 e AV-8, insieme alla fregata Alpino. Fra il 9 e il 17 agosto la Cavour s'è esercitata a fianco della portaerei americana Lincoln e, come confermato dal contrammiraglio Giancarlo Ciappina, comandante della squadra italiana, i piloti degli F-35 italiani hanno abbattuto bersagli aerei in volo. Lasciata Guam, la Cavour farà rotta sul Giappone. Scopo è far sentire l'appoggio degli alleati occidentali all'ennesimo paese che teme il Drago. C'è fra Tokyo e Pechino la disputa per le isole Senkaku, rivendicate dalla Cina col nome Diaoyu. Tutto l'arco delle isole giapponesi, dai confini russi delle Curili, a scendere fino a Taiwan, è un catenaccio ricco di basi americane che ostacola l'accesso cinese al Pacifico aperto. In Giappone, alla base di Misawa, dal 6 all'8 agosto, già F-35 e Typhoon dell'Aeronautica Italiana hanno tenuto con i nipponici l'esercitazione Sol Levante. La maggior crisi resta quella di Taiwan, l'isola che la Cina minaccia sempre di invadere come “provincia ribelle”, riandando al 1949, quando i comunisti conquistarono la Cina e i nazionalisti si rifugiarono sull'isola. Taiwan teme l'invasione e lo scorso 30 luglio sono state presentate anticipazioni della serie TV locale “Zero Day”, che immagina l'inizio dell'attacco mascherato dal falso incidente a un aereo passeggeri cinese svanito sullo stretto. La Marina di Pechino prende il pretesto per una vasta operazione di «ricerca e soccorso» che è un cavallo di Troia per apprestare un blocco aeronavale e assediare l'isola. Capitolo a parte è la sfida Cina-India sulle vette dell'Himalaya spesso sfociata in scaramucce sui nevai. La tensione ha perfino spinto gli indiani a presentare nel 2024 il loro nuovo carro armato Zorawar, leggero e compatto, studiato appositamente per combattere in montagna. La comune appartenenza al gruppo BRICS certo modera la conflittualità cino-indiana, ma al premier Narendra Modi non piace il corridoio strategico, stradale e ferroviario che dalla Cina arriva al porto pachistano di Gwadar, rinsaldando l'appoggio di Pechino a Islamabad, storica rivale di Nuova Delhi. E anche a Gwadar possono fare scalo gli incrociatori del Dragone, debordando nell'Oceano Indiano come “ponte” per la base cinese di Gibuti nel Corno d'Africa.
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