s
Garlasco, cosa fu impedito nel 2014: il tassello che spiega tutto?
Oggi 06-12-25, 02:00
Allora, vediamo di chiarire subito una questione fondamentale, al di là delle contrapposte e oltremodo rumorose fazioni che si sono create in relazione alla nuova inchiesta sul crudele omicidio della povera Chiara Poggi, avvenuto a Garlasco l’ormai lontano 13 agosto 2007: i risultati dell’approfondita perizia disposta dalla gip Daniela Garlaschelli e svolta con eccezionale meticolosità dalla genetista Denise Albani, risultati racchiusi in una relazione di 94 pagine e consegnati ieri alle parti (dunque procura di Pavia, collegi difensivi e alla stessa giudice per le indagini preliminari), non permettono- ripetiamo, non permettono - di individuare con processuale precisione (“al di là di ogni ragionevole dubbio”, si ricorda sempre più raramente) il responsabile di quell’efferato delitto. Fuor d’ipocrisia, non rappresentano un elemento definitivo che possa inchiodare una volta per tutte Andrea Sempio, unico indagato dai magistrati per il crimine. Dunque, la procura dovrà certamente integrarli con altri riscontri, da presentare al termine di quest’incidente probatorio - periodo, ricordiamo, all’interno del quale è possibile per l’appunto acquisire anticipatamente delle prove - e quindi in sede di richiesta di processo per Sempio stesso. Magari insieme a un movente credibile. Che però, a sentire i “ben informati”, la procura avrebbe già individuato. Comunque si vedrà. Interessante è quindi raccontare quel che c’è scritto nella puntuale e approfondita relazione della dottoressa Albani. Che ovviamente, essendo un documento che si basa su rilevazioni scientifiche, si dilunga molto su particolari tecnici davvero difficili da comprendere - cromosomi, corrispondenze genetiche, campionature biologiche e quant’altro. Vediamo allora di affrontare subito quelli che possono essere considerati i passaggi cruciali. [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:45266237]] Il punto centrale, ormai lo sanno anche i muri, è rappresentato dalle tracce di Dna trovate sulle unghie di Chiara ormai senza vita. Sono o non sono attribuibili a Sempio? E soprattutto, possono essere considerate significative in ordine alla ricostruzione di quanto è avvenuto? Riportiamo allora il passaggio della relazione: dalla valutazione degli elementi genetici raccolti, confrontati con i Dna di tutti i protagonisti di questa storiaccia, «è emersa l’esclusione di tutti i soggetti di interesse a eccezione di Sempio Andrea (e di tutti i soggetti di sesso maschile imparentati con lo stesso per via patrilineare)». In sostanza, quelle tracce non sono attribuibili ad alcun «soggetto» coinvolto nell’indagine (Stasi in primis) a parte Sempio. Che, anche qui fuor d’ipocrisia, significa, per noi che non dobbiamo mantenere la sacrosanta prudenza scientifica di un perito chiamato a un incarico così delicato, che quel Dna trovato sulle unghie di Chiara è ascrivibile a Sempio (con linguaggio peritale, si rimarca che gli esiti delle analisi supportano in modo «moderatamente forte/forte» l’ipotesi sula «contribuzione di Sempio Andrea alle tracce»). E però qui, invece che fissare finalmente un punto fermo, emergono invece problemi e relativi dubbi. Perché nella stessa relazione vengono messe in grande evidenza le «rilevanti criticità» relative alle analisi sui reperti - per l’appunto le unghie, in questo caso - effettuate nel 2014 dall’allora perito incaricato Francesco De Stefano. In particolare, si rimarcala «mancata quantificazione del Dna e l’utilizzo di diversi volumi di eluato per le tre sessioni di tipizzazione Y» (semplificando, sono stati fatti esami in tempi diversi e utilizzando diverse quantità di materiale genetico) che «hanno di fatto condizionato le successive valutazioni perché non hanno consentito di ottenere esiti replicati (congiuntamente comparabili) al fine di giungere a un risultato che fosse certamente affidabile e consolidato o, diversamente, certamente non interpretabile perché caratterizzato da artefatti». E la conseguenza più evidente riguarda un punto del tutto dirimente: «La tecnica di estrazione del Dna applicata ai margini ungueali scrive la dottoressa Albani ha comportato un lavaggio e conseguente discioglimento delle lunette tali per cui (evidenziato in rosso nel testo) non è possibile definire se il Dna maschile riscontrato all’esito di tipizzazione del cromosoma Y si trovasse sopra o sotto le unghie». E non è difficile comprendere quanto questo elemento - il fatto che il Dna di Sempio si trovasse sotto le unghie, quindi magari in seguito a un graffio inferto dalla povera Chiara per difendersi da un eventuale aggressore, oppure sopra le unghie, capitato lì chissà come, considerando anche che Sempio frequentava regolarmente casa Poggi, essendo molto amico di Marco, il fratello di Chiara - rappresenti una precisazione fondamentale per l’utilizzo processuale dell’elemento in questione. Tutte considerazioni che, con tutta probabilità, avrebbero potuto da tempo essere inquadrate in un quadro molto più preciso se - e questo lo diciamo noi, non certo la dottoressa Albani - all’epoca le indagini fossero state condotte con maggiore puntiglio. Chiudiamo allora l’articolo riportando le significative conclusioni della stessa genetista, così come compaiono nella relazione. «Nel caso di specie si tratta di aplotipi misti parziali (un aplotipo è un insieme di varianti presenti su un singolo cromosoma che tendono a essere ereditate insieme; qui ci si riferisce comunque alle tracce genetiche compatibili con il Dna di Sempio di cui abbiamo parlato finora, ndr) per i quali non è possibile stabilire con rigore scientifico: - se provengano da fonti del Dna depositate sotto o sopra le unghie della vittima e, nell’ambito della stessa mano, da quale dito provengano; - quali siano state le modalità di deposizione del materiale biologico originario; - perché ciò si sia verificato (per contaminazione, per trasferimento avventizio diretto o mediato); - quando sia avvenuta la deposizione del materiale biologico». La genetista poi conclude: «A parere di questo Perito, infine, le strategie analitiche adottate nel 2014 (mancata quantificazione del Dna e utilizzo di diversi volumi di eluato per le tre sessioni di tipizzazione Y) hanno di fatto condizionato le successive valutazioni perché non hanno consentito di ottenere esiti replicati (congiuntamente comparabili) al fine di giungere a un risultato che fosse certamente affidabile e consolidato o, diversamente, certamente non interpretabile perché caratterizzato da artefatti». Come dire: questi risultati possono ovviamente essere considerati significativi, ma non «certamente affidabili o consolidati». La storia continua. [[ge:kolumbus:liberoquotidiano:45277338]]
CONTINUA A LEGGERE
4
0
0
Guarda anche
Libero Quotidiano
02:00
Garlasco, cosa fu impedito nel 2014: il tassello che spiega tutto?
Libero Quotidiano
01:54
Acqua in inverno, fate attenzione: gli errori da non commettere
Libero Quotidiano
00:51
Giuseppe Cruciani, i due minuti che fanno impazzire la sinistra: "Uno schifo"
Libero Quotidiano
00:45
Famiglia nel bosco, i casi di Arezzo e Trieste scuotono l'Italia
Libero Quotidiano
00:44
Dritto e Rovescio, Iva Zanicchi gela Del Debbio: "Il più sexy di Mediaset"
Libero Quotidiano
00:39
