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Il dna di Sempio sulle unghie di Chiara ora è una "prova": cosa cambia
Oggi 05-12-25, 08:37
Scoppia la guerra tra consulenti, ma la svolta nel caso Garlasco è cristallizzata. Perché la perizia della genetista Denise Albani rappresenta uno spartiacque nell'omicidio di Chiara Poggi, per il quale è da dieci anni in carcere Alberto Stasi e oggi è sotto accusa Andrea Sempio. È proprio all'aplotipo Y del 37enne indagato che il perito del giudice, in incidente probatorio, attribuisce un match «moderatamente forte/forte e moderato» con il cromosoma Y di Ignoto 1, quel Dna rilevato sulle unghie del mignolo della mano destra e del pollice della mano sinistra della vittima, già isolato nel 2014 nel processo bis finito con la condanna di Stasi e bollato come «degradato» dall'allora perito Francesco De Stefano. L'elaborato della Albani, invece, certifica che quel Dna non è mai stato degradato, rispondendo così al primo quesito posto dal giudice di Daniela Garlaschelli, in merito al nodo dell'attribuibilità. «A parere di questo perito», si legge nelle 94 pagine di valutazioni, «le strategie analitiche adottate nel 2014 (mancata quantificazione del Dna e utilizzo di diversi volumi di eluato per le tre sessioni di tipizzazione Y) hanno di fatto condizionato le successive valutazioni perché non hanno consentito di ottenere esiti replicati (congiuntamente comparabili) al fine di giungere a un risultato che fosse certamente affidabile e consolidato o, diversamente, certamente non interpretabile perché caratterizzato da artefatti». Insomma, bacchetta De Stefano, dopo la scoperta che il mancato consolidamento del profilo non fosse determinato dalla degradazione, ma dalla replica effettuata con meno di due microlitri rispetto all'analisi da 5 microlitri, nonostante De Stefano avesse messo agli atti di aver proceduto con due analisi identiche. Il perito super partes, escludendo qualsiasi traccia di Stasi e attribuendo la compatibilità per linea paterna a Sempio, attraverso l'analisi biostatistica sottolinea che, in merito al profilo «Y428 – MDX5 e dalla comparazione con gli aplotipi delle P.O.I. è emersa l'esclusione di tutti i soggetti di interesse a eccezione di Andrea Sempio (e di tuttii soggetti di sesso maschile imparentati con lo stesso per via patrilineare), risultato non escluso quale contributore alla traccia su 12 dei 12 loci tipizzati. Data l'evidenza e la presenza di un contributore sconosciuto non imparentato con la P.O.I., l'ipotesi H1 che Andrea Sempio (e tutti i soggetti imparentati con lo stesso per via patrilineare) abbia contribuito alla traccia Y428 – MDX5 è approssimativamente da 476 a 2153 volte più probabile rispetto all'ipotesi H2 secondo cui due soggetti ignoti di sesso maschile non imparentati con la P.O.I. abbiano contribuito alla traccia mista di interesse». PerAlbani tali valori si traducono «in un supporto che va da moderatamente forte a forte (sulla base della popolazione di riferimento) all'ipotesi che Andrea Sem pio (e tutti i soggetti imparentati con lo stesso per via patrilineare) abbia contribuito alla traccia». Valutazioni contro le quali si sono scagliati la difesa di Sempio e la famiglia Poggi. Parlano di «risultati non consolidati, possibilmente "artefatti"» i legali dell'indagato, Libo rio Cataliotti e Angela Taccia, mentre per gli avvocati di parte civile, Gian Luigi Tizzoni e Francesco Compagna, «nulla di nuovo è emerso a carico di Sempio rispetto a quanto già noto», ricordando come da marzo «la famiglia Poggi viene esposta a un massacrante gioco mediatico i cui fini non sono noti».
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