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"Marco è al quinto mese di gravidanza": la storia choc, cosa spunta su "Repubblica"
20-01-2024, 15:39
Mancava solo un ultimo passaggio per concludere la transizione di genere. Subito dopo l'isterectomia, cioè l'asportazione dell'utero, una giovane donna romana avrebbe potuto diventare quello che voleva essere: un uomo. Era stata infatti accertata la disforia e la cura ormonale a cui si era sottoposta aveva iniziato a farle crescere la barba. Era tutto pronto anche per lo Stato italiano: il tribunale aveva autorizzato la rettifica anagrafica del sesso e dunque il cambio del nome sui documenti. Ma ora Marco, questo il nome di fantasia inventato da Repubblica che ha fatto conoscere la sua storia, dovrà rimandare o ripensarci. Succede infatti che la giovane andando in ospedale per i controlli e le analisi di routine che precedono l'asportazione dell'utero ha avuto la certezza di essere rimasta incinta dopo un rapporto sessuale. E di essere già al quinto mese di gravidanza. Al comprensibile stupore e all'angoscia di Marco, rivela Repubblica, si somma l'impreparazione dei medici romani che lo hanno in cura e che non si erano ancora mai trovati di fronte a un caso simile. La situazione è infatti complessa e delicata: da una parte ci sono da affrontare le enormi difficoltà legate al completamento del percorso di transizione del genere visto che al momento l'isterectomia non è praticabile; dall'altra lato ci sono gli accertamenti sulla sua salute e su quella del feto per verificare che le terapie ormonali non abbiano causato danni. Dopo lo shock per il ragazzo, si è immaginata anche la strada di un'interruzione volontaria di gravidanza, possibile dopo i primi novanta giorni soltanto davanti a gravi malformazioni del feto o al pericolo di vita durante la gravidanza o durante il parto per chi lo porta in grembo. E questo solo gli accertamenti medici potranno dirlo. Anche se l'ipotesi al momento non sembra così concreta perché non ci sarebbero grandi rischi. È la ragione per la quale sono in corso confronti ad alto livello tra i medici che stanno seguendo il caso di Marco.
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