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Mario Sechi: la tassa dello Yemen tocca anche a noi
13-01-2024, 08:14
La crisi del Mar Rosso è giunta alla logica apertura di un nuovo capitolo: l'intervento armato contro i ribelli dello Yemen, gli Houthi, che con una pioggia di attacchi alle navi commerciali hanno bloccato il transito dallo stretto di Bab el-Mandeb al Canale di Suez, uno dei passaggi chiave del commercio mondiale. I raid aerei di Stati Uniti e Regno Unito sullo Yemen non sono una sorpresa: le milizie sciite, l'Iran che le appoggia, sapevano delle conseguenze. Il tempo è scaduto: l'impatto sulle rotte (le navi oggi passano dal Capo di Buona Speranza), i ritardi nelle forniture di materie prime, semilavorati, prodotti finiti, sono un fatto concreto (Tesla e Volvo hanno sospeso la produzione di auto in Europa per l'assenza di componenti), la “tassa dello Yemen” con l'aumento dei noli e dei tempi di percorrenza, è una minaccia sui prezzi. Ricordo alcuni numeri, a beneficio in particolare dei pacifisti di casa nostra che del Mar Rosso conoscono bene le immersioni a Sharm el-Sheikh, ma sfugge loro tutto il resto: il 12% del commercio mondiale transita nel Canale di Suez, tra cui il 30% del volume totale dei container, a Suez passa quasi il 5% del greggio mondiale, il 10% dei prodotti petroliferi e l'8% del gas liquido via mare. Per l'Italia il Canale di Suez vale il 40% dell'interscambio marittimo pari a 82,8 miliardi di euro. Non vedo l'ora di assistere a un dibattito parlamentare sul punto, ascoltare le grandi idee dei “né né” della pace che si godono tutto il benessere dell'Occidente e dimenticano che la libertà non è un pasto gratis. Lo “ius ad bellum”, le condizioni che danno il diritto di muovere guerra, nella crisi del Mar Rosso sono chiare. All'Italia (per ora) non è stato chiesto di intervenire, ma se fossimo chiamati a partecipare, sarebbe nell'interesse della nazione farlo e senza esitazione. Ci sono i vincoli della nostra Costituzione da rispettare, certo, ma le Nazioni Unite a cui noi facciamo riferimento sono un'istituzione che non funziona e fa spavento (siamo giunti al processo per genocidio contro Israele, una follia), il livello del dibattito parlamentare è imbarazzante e la vecchia regola “dell'armiamoci e partite” è sempre attiva. C'è solo un dettaglio: se affidiamo la nostra sicurezza ad altri- che sono sempre gli Stati Uniti e l'Inghilterra- poi non possiamo lamentarci di essere una nazione a “sovranità limitata”.
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