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Mario Sechi: Non diteci che sono solo canzonette
06-02-2024, 06:48
Amadeus non è un artista con la testa fra le nuvole, ha i piedi ben piantati per terra e quando afferma che la protesta degli agricoltori “è giusta”, invitandoli sul palco di Sanremo, conferma di avere fiuto per il pop, quel sentimento popolare e popolano che è la fortuna (e la fine) di qualsiasi leader politico. Sento levarsi una voce dal loggione: Amadeus non è un leader politico. Ma certo che lo è, un personaggio televisivo che orienta il gusto musicale (piaccia o meno, è così) ha un ruolo politico di primo piano al quale può sottrarsi solo con il silenzio. Ma per mestiere e contratto Egli deve parlare, dunque la lingua corre. E se dice che il palco è aperto alla protesta, parte la rumba politica. Voilà...un minuto dopo è decollato il rebus su chi dovrebbe rappresentarli, i contadini. Tal Danilo Calvani, già auto -nominatosi capo della massa motorizzata, si è auto -invitato, ma il suo profilo è decisamente quello di un forconizzato e la Rai per non finire schiacciata in rotativa ha subito puntualizzato: nessun contatto con gli agricoltori! E poi, santo cielo, chi invitare? I buro-trattoristi del Comitato degli agricoltori traditi o quelli perfetti per una colonna sonora degli Inti-Illimani, gli immaginifici di “Riscatto agricolo”? Grande dilemma, confidiamo nella mediazione di colui che appare il più lucido sul campo incolto, quello che fa ridere e dunque dice di gran lunga le cose più serie, Fiorello. Il quale, avendo pescato il problemone, sfodera un colpo dei suoi: «Sono preoccupato perché quest'anno non c'è nessuna polemica. Se continuiamo così l'ospite della finale sarà il Codacons». Non c'è niente da ridere, perché segue a ruota la dichiarazione del Codacons: «Se invitati parteciperemo volentieri alla serata finale del Festival». È tutto vero, è il generatore automatico di polemiche festivaliere, una macchina che batte qualsiasi sputa-copioni dell'Intelligenza Artificiale. Potenza del Festival di Sanremo, vi partecipano (di nascosto) anche i presunti tipi svegli, quelli che in società negano la sua esistenza. Siamo tutti sul palco dell'Ariston. Amadeus sale sul trattore, la cosa fa titolo, ma non può sorprendere. A dire il vero, il “bravo presentatore” al traguardo è arrivato inesorabilmente secondo, mietitrebbiato con intuito campestre da un certo Albano da Cellino San Marco che da cantante-contadino con 25 milioni di dischi venduti, 26 dischi d'oro e 8 di platino ha irrigato la faccenda: «Portare la protesta dei trattori a Sanremo 2024 sarebbe un colpo mediatico formidabile. E se fossi uno con un grande pelo sullo stomaco ci andrei pure io con un trattore». Pelo o non pelo, concluso il ballo del qua qua, il Carrisi ha seminato in perfetto orario quel che sembra(va) prossimo alla fioritura. Non è solo, con lui c'è Nek, all'anagrafe Filippo Neviani, nato 52 anni fa a Sassuolo, oltre dieci milioni di dischi venduti, che si definisce «contadino mancato» e condivide la protesta degli agricoltori perché «non si sentono considerati dalle istituzioni». Non sono solo canzonette, è politica purissima declinata in musica leggerissima (Colapesce e Dimartino, gran bel pezzo). Mai sottovalutare la potenza dell'immaginario agreste. Prendete Esselunga, dopo la pesca è arrivata la carota, spot sincronizzato con il Festival, omaggio alla Liguria. Lo spirito bucolico cattura la Nazione. Sarebbe stata un'edizione perfetta per I Cugini di Campagna e invece non saranno dei nostri. C'è una morale? No, ma è sempre “grazie dei fior”.
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