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Ocone: la lezione di Leopardi alle ecofollie dei verdi
01-07-2024, 08:26
La sinistra non cambia mai pelle, è sempre la stessa. E poco importa se alla lotta di classe si sia sostituita nel tempo la lotta contro un non meglio precisato “cambiamento climatico”, se cioè all'idea di raddrizzare l'uomo si sia aggiunta quella di salvare nientemeno che il pianeta. Lo schema è sempre lo stesso: leggere la realtà in modo distorto con gli occhiali di una ideologia, o meglio di una “religione secolare”; indicare una prospettiva di “salvezza”; dividere il mondo in “buoni” e “cattivi”, a seconda che seguano o meno i dogmi imposti. Tutto il resto, a cominciare dal libero pensiero, dalla politica e dal diritto devono subordinarsi al fine che si vuole raggiungere. Ieri erano passate poche ore dalla notizia dell'alluvione a Cogne e in tutta la zona alpina vicina e già Luana Zanella, Capogruppo dell'Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera dei deputati, ha ritenuto di intervenire con una dichiarazione battuta dall'Ansa in cui il suddetto dispositivo teorico era applicato alla perfezione, ovviamente in funzione antigovernativa. «Dove sono i corvi della transizione green?», si è chiesta retoricamente l'esponente politica dei Verdi di Bonelli. E ha aggiunto: «Alluvioni, siccità, sbalzi termici: credete siano frutto di cosa, se non dell'insostenibilità del surriscaldamento del pianeta che nel nostro Paese è anche più feroce? Giorgia Meloni accusa noi ambientalisti perché lei non fa niente contro l'emergenza climatica, non ha il coraggio di dire al Paese la gravità della situazione. Salvini si dice attento agli eventi in corso ma non si autodenuncia per lo spreco di soldi per inutili piste da bob o per un ponte che non verrà mai fatto! Servono urgenti provvedimenti di contrasto a cominciare dalla dichiarazione dello stato di crisi climatica. Avrà questo coraggio Meloni o lo sfodera solo quando deve attaccare la stampa?». IL PARADOSSO Il primo elemento che risalta in questa dichiarazione è la mancanza di ogni minimo dubbio sulle cause della tragedia, quasi che si trattasse di un evento mai prima verificatosi nella storia del mondo e di quelle stesse valli. Sul fatto che la natura non sia affatto “buona”, ma matrigna aveva già scritto parole definitive, in tempi non sospetti, Giacomo Leopardi. Ma tant'è! L'ideologia funziona proprio così, per deduzione non per induzione: la realtà, qualunque essa sia, deve adguarsi ad essa, e non viceversa. Essa, semplicemente, non è falsificabile. Come perdere allora l'occasione di incolpare l'approccio semplicemente più pragmatico e realista delle odiate “destre” al problema ambientale? Non solo: al governo la Zanella ha chiesto addirittura di proclamare lo stato di calamità climatica, una sorta di “stato d'emergenza”, un po' come era accaduto al tempo del Covid, con tutto quel che ne era conseguito in termini di libertà di opinione ed espressione per i singoli e di ricerca per gli scienziati. D'altronde, non dimentichiamo che lo scorso anno la Zanella, insieme agli altri esponenti del suo gruppo, aveva presentato un disegno di legge per introdurre il reato di «ecocidio», quasi non esistesse già nel nostro codice il reato di «danni ambientali». In verità, quel che si pretendeva di introdurre surrettiziamente era una “verità di Stato” sulle materie ambientali, pronti ad utilizzare il diritto per farla rispettare. Caduta ogni venatura libertaria, propria negli anni Sessanta dei primi movimenti ambientalisti, i verdi non esitano oggi ad abbracciare il più sfrenato giustizialismo su questa materia. Si resta stupiti non poco se si riflette sul fatto che Zanella e compagni sono gli stessi che, in barba ad ogni principio di legalità, hanno difeso i comportamenti e i reati di Ilaria Salis, prima chiedendone la libertà e poi garantendole l'immunità con l'elezione al Parlamento Ue. Il paradosso è però solo apparente. A sinistra la giustizia non è un fine in sé, come dovrebbe essere in una società liberale, ma uno strumento della politica. La quale, appunto, esige che si sia garantisti con i propri compagni e giustizialisti con chi si oppone ai propri dogmi.
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