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Open Arms, stretta finale dei pm su Salvini: "Strumento di pressione e sequestro", quanto rischia
14-09-2024, 10:29
E' cominciata l'udienza del processo Open Arms che si celebra a Palermo con imputato per sequestro di persona e rifiuto d'atti d'ufficio Matteo Salvini per aver impedito, nel suo ruolo di ministro dell'Interno, lo sbarco di 147 migranti salvati dalla nave dell'Ong spagnola nell'agosto del 2019. Nell'aula bunker del carcere Pagliarelli oggi è in programma la requisitoria dei pubblici ministeri Marzia Sabella, Giorgia Spiri e Gery Ferrara. Il leader della Lega oggi non è presente in aula. "Il Governo Conte 1, come è emerso in questo processo, con il suo contratto di governo prevedeva di sensibilizzare l'Europa per ottenere una equa distribuzione dei migranti. L'allora ministro dell'interno (Matteo Salvini ndr) ha ritenuto di potere squilibrare l'unità di misura dei beni giuridici in questione, in favore dei porti chiusi, quale strumento di pressione degli stati membri": con queste parole il procuratore aggiunto di Palermo Sabella ha iniziato la requisitoria. A seguire l'intervento del pm Ferrara: "In diverse pronunce di organi internazionali - ha affermato il magistrato - il bilanciamento tra la tutela dei confini nazionali e la tutela dei diritti dell'uomo ha visto prevalere il secondo fattore". "Un processo politico quello a Matteo Salvini che rischia fino a 15 anni di galera per aver difeso la sicurezza e i confini dell'Italia", lo definisce Maria Cristina Cantù, senatrice della Lega. "Paradossale - prosegue la parlamentare -. Tutta la mia solidarietà a Salvini che, da ministro dell'Interno, ha solo svolto il suo dovere mantenendo la promessa fatta agli elettori: è un dovere di tutti, a maggior ragione di chi ricopre una carica istituzionale, difendere il Paese". In aula anche Luca Casarini, capomissione della ong Mediterranea Saving Humans: "Spero che oggi si parli di giustizia. Giustizia nei confronti dei più deboli, di donne, uomini e bambini. Giustizia per quello che sta accadendo nel Mediterraneo, con naufragi continui. Lager in Libia. Il nostro auspicio è che oggi venga scritta una pagina di giustizia. Penso - ha concluso - che non sia un processo contro l'Italia ma un processo contro quello che disonora l'Italia".
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