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"Palude antisemita": Netanyahu picchia durissimo, caos all'Assemblea Onu
27-09-2024, 17:24
"Palude antisemita": così il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha definito l'Onu dal palco dell'Assemblea Generale delle Nazioni unite al Palazzo di Vetro a New York. "Fino a quando Israele, fino a quando lo Stato ebraico non sarà trattato come le altre nazioni, fino a quando questa palude antisemita non sarà prosciugata - ha poi aggiunto Netanyahu - le Nazioni Unite saranno viste da persone di mentalità equa in tutto il mondo come nient'altro che una farsa sprezzante". La sua partecipazione a questo incontro era stata rimandata più volte nei giorni scorsi per via delle sempre più forti tensioni con il Libano che rischiano di sfociare in un'incursione di terra dell'Idf nel sud del Paese. "Non avevo intenzione di venire qui quest'anno - ha detto il premier nel suo discorso -. Il mio paese è in guerra, sta lottando per sopravvivere. Ma dopo aver sentito le bugie e le calunnie rivolte al mio Paese da molte persone su questo podio, ho deciso di venire qui e di mettere le cose in chiaro". Le sue parole hanno creato non poca tensione in aula. Ma il clima era piuttosto teso anche prima che Netanyahu salisse sul palco. E infatti quando poi il primo ministro israeliano si è fatto vedere per cominciare il suo discorso, molte delle delegazioni presenti hanno lasciato l'aula in segno di protesta. Poi, una volta presa la parola, ci sono stati dei fischi. Ad abbandonare l'aula anche la delegazione turca guidata dall'ambasciatore turco Ahmet Yildiz. Quest'ultimo ha spiegato che la scelta è stata motivata dalla decisione del procuratore capo della Corte Penale Internazionale, Karim Khan, di emettere un mandato di arresto internazionale nei confronti di Netanyahu, accusato di aver commesso "crimini di guerra". Durante il suo intervento, Netanyahu ha spiegato quale sarà il percorso che Tel Aviv vuole intraprendere: "Israele vuole la pace, brama la pace, ha fatto pace in passato e questa pace verrà di nuovo". Sul prossimo futuro, invece, ha detto: "Abbiamo un nemico selvaggio che cerca il nostro annichilimento e noi dobbiamo difenderci contro questi omicidi selvaggi, il nostro nemico non cerca solo di distruggere noi, ma di distruggere la civiltà e di portarci tutti nell'area scura della tirannia". Infine, l'auspicio di "uno storico accordo di pace con l'Arabia Saudita": "Che benedizione porterebbe una pace del genere con l'Arabia Saudita, sarebbe un vero perno della storia". Intanto, come annunciato dall'esercito israeliano, una nuova ondata di attacchi aerei è stata lanciata contro obiettivi di Hezbollah nel Libano meridionale. Nel mirino il quartier generale di Hezbollah nella periferia sud di Beirut. Lo ha riferito il portavoce militare Daniel Hagari in un comunicato televisivo: "Le Idf hanno effettuato un attacco preciso contro il quartier generale centrale dell'organizzazione terroristica Hezbollah a Dahiyeh". Israele "continuerà a degradare Hezbollah" fino a quando non raggiungerà i suoi obiettivi lungo il confine con il Libano - ha detto Netanyahu all'Onu -. Israele ha tutto il diritto di eliminare questa minaccia e di riportare i nostri cittadini a casa loro in sicurezza. Ed è esattamente quello che stiamo facendo. Continueremo a degradare Hezbollah finché tutti i nostri obiettivi non saranno raggiunti". Poi, nel bel mezzo dell'incontro con la stampa, il premier è andato via di fretta dopo aver saputo del raid compiuto su Beirut.
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