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Piccolotti e la Tesla, un colpo da ko tecnico: ecco come si è mostrato Donald Trump | Guarda
Ieri 12-03-25, 15:50
Perfide coincidenze temporali. Mentre in Italia il caso Tesla esplode travolgendo Nicola Fratoianni e sua moglie Elisabetta Piccolotti, in America Donald Trump si compra l'ultimo modello di auto elettrica del gruppo fondato da Elon Musk, mostrando al mondo intero quanto costa la vettura. Non proprio una utilitaria, diciamo. Mettendo così in ulteriore imbarazzo i due deputati di Alleanza Verdi e Sinistra. Il presidente americano si è fatto fotografare davanti alla Casa Bianca con lo stesso Musk e due modelli di Tesla. Uno è il mastodontico CyberTruck, l'altra, rossa fiammante, è quella da oggi di proprietà di Trump: "Mi ha fatto uno sconto, anche se non gliel'ho chiesto, ma sono il presidente americano", ha scherzato con i giornalisti Donald. Prezzo? Top secret, ma il modello in questione secondo Associated Press si aggira sugli 80mila dollari (circa 73mila euro al cambio attuale). Here is the price list for Trusk's Tesla cars, in Donald Trump's hand. pic.twitter.com/sDTZeyIskQ — Nick Denton (@nicknotned) March 12, 2025 In mano, Trump aveva anche un foglietto con le quotazioni dei singoli modelli di Tesla. Bene, la Y posseduta da Fratoianni e Piccolotti vale 50mila euro. E qui rimbalziamo dall'altra parte dell'Atlantico. Una bella spesa per la coppia d'oro della sinistra pauperista ed ecologista (già di per sé, un ossimoro). "Ma non è mia - si difende Fratoianni dalle pagine del Foglio -. È di mia moglie. Se vuole sapere della Tesla, chiami pure lei". "L'abbiamo presa prima che Musk diventasse nazista", è la spiegazione della Piccolotti. "L'abbiamo presa col leasing quindi per ora non è possibile. Ma quando sarà, certo, ce ne libereremo. La venderemo". I sensi di colpa politici, insomma, sono maggiori della soddisfazione del guidare un gioiellino che, per giunta, non inquina. E infatti, forse un po' più pragmatico, Fratoianni frena sulla vendita: "Valuteremo, vedremo, forse, chissà". Sua moglie in ogni caso ammette: "Musk è un nazista e però la Tesla funziona. L'ho usata sempre nell'ultima campagna elettorale per le Europee. Adesso benché efficientissima quest'auto è un peso politico". Paturnie che ovviamente non appartengono al mondo americano, anzi. Lì contano la qualità e il business. "Come conseguenza delle grandi politiche del presidente Trump e della sua amministrazione, e come atto di fiducia nell'America, Tesla raddoppierà la produzione di veicoli negli Stati Uniti entro i prossimi due anni", annuncia Musk, che secondo Trump "è stato trattato in modo ingiusto" da quando si è avvicinato a lui durante la campagna. Musk ha anche confermato martedì l'avvio della produzione su larga scala del Cybercab nel gigantesco stabilimento del Texas nel 2026, un calendario che aveva spiegato durante la presentazione dei risultati annuali di Tesla il 29 gennaio. "La produzione del Cybercab inizierà in Texas il prossimo anno, e ha una guida autonoma", ha dichiarato Musk martedì. "Abbiamo così tanta fiducia nella guida autonoma che non avrà nemmeno il volante, non avrà nemmeno i pedali”. "O sarà a guida autonoma, o non ci sarà alcuna guida", ha insistito.
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