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Rubini, l'intervista a Molteni: "Ius scholae? Problemi di sicurezza con una norma più lassista"
24-08-2024, 15:23
Nicola Molteni, sottosegretario leghista al ministero dell'Interno, si dice «esterrefatto» per il dibattito che si è innescato sulla cittadinanza e sul filo rosso che sembra unire Forza Italia al centrosinistra. Onorevole cos'è che non la convince in tutto questa situazione? «Trovo singolare che in un momento in cui i numeri dell'immigrazione (-64% di sbarchi; +20% di rimpatri) stanno dando ragione al governo, invece di mettere in risalto i risultati di una maggioranza che è ritornata a difendere i nostri confini, si pensi ad aprire un varco ideologico alla sinistra. Davvero non lo comprendo». Secondo lei esiste un legame tra come viene concessa la cittadinanza e l'immigrazione? «Ma certo. Le due cose non sono sganciate tra loro. Il nocciolo però è questo: è sbagliato dire che la cittadinanza aiuta l'integrazione. Non è vero. La cittadinanza deve essere la valorizzazione finale di un percorso e non può essere automatica, deve essere chiesta a meritata». La linea di Lega e Fdi in questi giorni è stata «la legge sulla cittadinanza che c'è funziona. Perché cambiarla?». Forza Italia, invece vuole cambiarla e rilancia con lo ius scholae. Per quale motivo secondo lei? «Per me è incomprensibile. E poi il modello dello ius scholae non esiste in nessun Paese europeo. Inoltre creerebbe un sacco di problemi sul piano della sicurezza. Se passa lo ius scholae, ad esempio, i genitori di chi lo ottiene diventerebbero automaticamente inespellibili, così come i fratelli. In più questa pratica faciliterebbe enormemente le pratiche di ricongiungimento familiare con i parenti che stanno in un altro Paese. Ripeto: non capisco perché in un momento dove stiamo tenendo sotto controllo l'immigrazione, una parte del centrodestra spinga per una legge che spingerebbe a mettere più barconi in mare». Resta il fatto, poi, che questo è un vecchio pallino della sinistra... «Basterebbe farsi una domanda: perché il Pd che è stato al governo per dieci anni non ha riformato la legge sulla cittadinanza? Perché non ha cancellato la tanto criticata Bossi fini? Perché anche al loro interno su queste questioni sono divisi. E dovrebbe essere il centrodestra a risolvere loro questi problemi? Mi sembra surreale». Sullo ius scholae l'obiezione che viene posta è che tutti i bambini dovrebbero avere gli stessi diritti. «Ma è già così. Un bambino straniero oggi ha gli stessi diritti di mia figlia di 8 anni. Diritto all'istruzione, diritto alle cure sanitarie. L'unico diritto che si acquisisce con la cittadinanza è quello del voto, ma per quello anche gli italiani devono aspettare i 18 anni, che è quello che prevede oggi la legge sulla cittadinanza...». Quindi la cittadinanza deve essere richiesta e non può arrivare automaticamente. Giusto? «Sì. Poi teniamo conto anche di un altro fattore. Molti dei problemi di sicurezza sono creati, ad esempio, dalle baby gang che sono formate quasi interamente da cittadini stranieri di seconda generazione. Ecco io mi chiedo, ma questi ragazzi hanno davvero tutta questa voglia di diventare italiani? O piuttosto si sentono maggiormente legati ai loro Paesi d'origine? Ecco perché dico che per diventare italiani bisogna meritarselo. Non può essere automatico». Forza Italia dice: siamo nel centrodestra, ma nessuno ci può dettare l'agenda. Che risponde? «Che è legittimo avere opinioni diverse all'interno della coalizione. Poi però si deve votare e troverei strano che si arrivasse in Parlamento con Forza Italia schierata col centrosinistra e contro il resto del centrodestra». Onorevole un'ultima domanda. Lei pensa che questa polemica possa in qualche modo minare la tenuta del governo? «No. Il centrodestra è compatto, non ho dubbi. Però non basta dirselo. Davanti agli elettori dobbiamo anche apparire uniti e queste diatribe non aiutano. A settembre ci sarà da votare il nuovo decreto sicurezza e io credo che in nessun modo chi sta al governo debba prestare il fianco a quello che è stato uno dei tanti fallimenti della sinistra (la riforma della legge sulla cittadinanza, ndr). Non ha senso».
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