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Rubini, Salvini contro Stellantis: "Di italiano ormai ben poco"
13-04-2024, 14:57
«Io tifo sempre italiano, ma lì, in Stellantis, di italiano è rimasto ben poco». Picchia duro Matteo Salvini a margine del G7 sui trasporti che si chiude oggi a Milano. Lo fa parlando col suo omologo canadese che gli ha appena confessato di aver ordinato un'Alfa Romeo. «Certo vuol dire che il marchio è ancora d'eccellenza», prosegue Salvini. Certo è che se tu, Stellantis, chiami “Milano” il nuovo modello in onore alla città nella quale nacque la Casa del biscione, ma poi la fai produrre in Polonia, beh, è chiaro che la polemica, anche politica, è praticamente inevitabile. Infatti Salvini affonda il colpo: «Che si chiami “Milano” per me è una bellissima cosa. Certo che dare lavoro per produrla a operai e terzisti e piccole imprese fuori dal territorio italiano non rende onore alla storia di questo marchio e di questa azienda». Poi il siluro che punta dritto su John Elkann: «Diciamo che la gestione degli ultimi anni non rende merito al sacrificio di tanti operai, di tanti ingegneri e delle precedenti proprietà». La polemica su Stellantis dà il destro al ministro dei Trasporti per ribadire - anche durante le riunioni del G7- la cautela da tenere nei rapporti con la Cina: «I buoni rapporti sono fondamentali. Una resa commerciale e industriale, no». Il riferimento è al settore dell'automotive: «Distruggere un settore produttivo e imprenditoriale come quello di auto e moto per l'ideologia sinistra, secondo la quale bisognerebbe andare tutti in giro a piedi, a cavallo o in monopattino, equivale a spalancare le porte di casa nostra alle moto e ai motorini e alle macchine cinesi, che hanno prezzi fuori mercato rispetto ai nostri, perché lì non ci sono le normative sindacali e ambientali. È chiaro - prosegue Salvini - che è una follia, quindi l'Europa dovrà ripensare a questa marcia ideologica. Per fortuna - conclude Salvini sta crescendo la consapevolezza del suicidio delle istituzioni europee di questi anni, non so se per dolo o se per ignoranza. Quindi abbiamo il dovere di invertire marcia». Anche perché guardate dietro il Duomo - indica Salvini - c'è un marchio cinese. Siamo circondati». Un altro tema affrontato in giornata dal ministro è stato quello della produzione di energia. Da un lato Salvini ha espresso il timore che dopo l'incidente di Suviana «nessuno metta in discussione l'idroelettrico che è fondamentale. L'acqua è una fonte di produzione energetica sicura se non c'è errore umano». Dall'altro il leader della Lega rilancia sul nucleare: «Il referendum è stato fatto alcuni decenni fa. Ora siamo nel 2024 e ci sono 400 centrali funzionanti nel mondo». Per questo «se vogliamo abbassare la bolletta energetica, dobbiamo tornare nel contesto civile e sviluppato del nucleare» che, precisa Salvini «nella forma ultima è assolutamente pulito e sicuro. Ci sono aziende italiane che in questo momento stanno lavorando in Europa, quindi portiamo la nostra sapienza in altri Paesi e noi diciamo di no». Arriviamo così al riassunto della prima giornata del G7 dedicata al “Futuro della mobilità”, che si è aperto con il suono delle campane di Agnone, città sede della più antica fonderia di campane al mondo risalente all'anno Mille. Con Salvini ci sono gli omologhi Pablo Rodriguez (Canada), Patrice Vergriete (Francia), Volker Wissing (Germania), Tetsuo Saito (Giappone), Mark Harper (Regno Unito), e il vice segretario ai Trasporti Polly Trottenberg (Stati Uniti), in rappresentanza dei Paesi membri del G7, oltre alla Commissaria europea per i Trasporti Adina Valean e il Segretario Generale dell'International Transport Forum Young, Tae Kim. Obiettivo della giornata è stato quello di mettere le basi per creare strumenti di coordinamento e cooperazione a livello di G7 per aumentare la preparazione e la risposta in caso di eventi estremi e imprevisti. Nel corso della giornata Salvini ha avuto un'agenda fitta di bilaterali. Col britannico Harper ha discusso di transizione energetica e connettività marittima. E ha ribadito il voto contrario dell'Italia sulla direttiva Ue sulle case-green, evidenziando la volontà di mantenere autonomia nelle decisioni energetiche nazionali. Al ministro giapponese Saito, il vice premier ha illustrato i progetti infrastrutturali (lamentando anche la difficoltà a investire in Italia a causa dei troppi «Comitati del No»), con particolare attenzione al Ponte sullo Stretto. Per contro Saito ha manifestato interesse per una maggior collaborazione proprio in tema infrastrutture. Con l'americana Trottenberg Salvini ha evidenziato gli investimenti italiani negli Stati Uniti e l'impegno delle realtà americane in Italia. Il bilaterale più corposo, però, è stato quello col francese Vergriete, al termine del quale è stata annunciata l'apertura della seconda galleria del Frejus nel secondo semestre del 2024. per quanto riguarda la Tav Torino-Lione è stata ribadita- anche a fronte degli investimenti fatti e programmati- l'intenzione di procedere con l'avanzamento dell'opera. Intenzione comune è anche quella di studiare un modo per ridurre al massimo i disagi dovuti ai lavori al traforo del Monte Bianco. Infine è stata siglata la nuova convenzione sulla linea Cuneo-Breil-Ventimiglia. Oggi seconda giornata del G7 milanese: il focus sarà rivolto alla tematica della connettività marittima globale. Il vertice si chiuderà con la conferenza stampa di Matteo Salvini in rappresentanza del Paese ospitante.
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