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Senaldi: la storia comica di Fassino Lupin
25-04-2024, 08:30
Povero Piero Fassino, c'è profumo di fregatura per lui. Massima solidarietà e quintali di garantismo, ma la storia c'è tutta e tocca raccontarla. Il Fatto Quotidiano, giornale malizioso e giustizialista, racconta che il fu segretario del Pd è denunciato per tentato furto. L'interessato nega di aver voluto rubare: «Se avessi tre mani non sarebbe mai successo...». Ma il titolare dello spaccio dell'aeroporto di Fiumicino dove l'onorevole è stato pizzicato non vuole bersela. Ecco la storia di Piero, che arrivò a varcare il check-in in un bel giorno di primavera, diretto a Bruxelles, marciando con l'anima in spalle e una boccetta di costoso profumo in saccoccia. Succede, stando alla versione dell'interessato - anzi, del denunciato -, che il nostro eroe si tirasse dietro il trolley con una mano e con l'altra agguantasse la preziosa essenza per signore. Poi ha avuto la necessità di tirare fuori dalla tasca il telefonino e per levarsi d'impaccio il profumo, lo ha «appoggiato», versione letterale, nel giubbotto, «in attesa di andare alla cassa». Qui parte il giallo perché, certamente distratto dalla telefonata che aveva in corso, Fassino avrebbe preso tutt'altra direzione. Secondo il noto democratico, sarebbe stato questo a indurre la vigilanza, che aveva assistito alla scena, a chiamare direttamente la polizia, senza neppure fermarlo prima per segnalargli la dimenticanza furtiva, come forse molti avrebbero fatto. Ci sta che però che un umile cittadino non abbia osato placcare un personaggio del calibro dell'ex segretario e affrontarlo a tu per tu, preferendo far ricorso all'autorità. Anche un potenziale derubato può provare imbarazzo... Il guaio è che l'onorevole versione non collima con quella del gestore dello spaccio, che dichiara di essere stato avvertito della sbadataggine del parlamentare dalla sirena dell'allarme anti-taccheggio, scattata quando il distratto individuo stava già pensando di involarsi indisturbato. Costui ce la deve avere proprio con l'onorevole piddino; forse a gestire il duty-free aeroportuale guadagna meno di 4.718 euro, la busta paga che il denunciato esibì alla Camera dicendo che non percepiva poi molto, e omettendo che, con tutto l'elenco delle prebende, in tasca arriva gli arriva parecchio di più. Di fatto, quando la polizia ha provato a fare da mediatrice, insistendo a domandargli se davvero volesse denunciare un uomo così in vista, con l'inevitabile conseguenza di ricoprirlo di fango vita natural durante, il commerciante non si è ammorbidito. Ha solo acconsentito a visionare il video dell'accaduto, che però lo ha rafforzato nella sua convinzione. «Lo denuncio», è stato il verdetto di provvisoria colpevolezza. Che dire? L'aveva proprio vista giusta Fassino quando, dopo il suo show in Parlamento, subissato di critiche e avendo incassato perfino il rimbrotto di Elly Schlein, che si era affrettata a dissociarsi, dichiarò di «essere stato ingenuo ad aver pensato che si potesse ragionare, cosa che in questo Paese ormai è impossibile». Noi di Libero però non siamo d'accordo con lui; capiamo il suo momento di disorientamento e vogliamo venirgli incontro. Forse è proprio vero che, preso dai suoi pensieri, l'onorevole si sia dimenticato dove voleva appoggiare il profumo. D'altronde poi, perché prendere un profumo perla moglie mentre parti, con il rischio di dimenticarlo in albergo, visto che la mente ormai non trattiene tutto? Sarebbe stato più logico impadronirsi dell'omaggio al ritorno, così da consegnarlo subito nelle mani debite. Se lo sarà senz'altro scordato, come a molti, per esempio, è capitato al bancomat, quando ti squilla il telefono e, preso dalla conversazione, ti fai risucchiare dalla macchinetta i soldi che volevi prelevare. E però il segno dei tempi in questa vicenda è palese. Non i tempi biologici di Fassino, che ormai è alla centoduesima legislatura ma è sempre lucido e freschissimo come fosse nuovo. Ne sanno qualcosa i grillini, che il profumato profeta sfidò a candidarsi, se proprio volevano dire qualcosa, e che prima lo batterono nella sfida a sindaco di Torino e poi quasi doppiarono alle Politiche il suo Pd. Ma i tempi della politica. Solo qualche anno fa, il commerciante avrebbe potuto essere un elettore del Pd e un fan di Fassino. Oggi però, con il partito su e giù dal 20% dei consensi, è un tiro di dadi per lui trovare uno che abbia voglia di comprenderlo e si fidi di quel che dice. Siamo alla vigilia del 25 aprile; magari il denunciante non è un antifascista e gliela vuol far pagare a questi maestrini rossi... Magari vota Fratelli d'Italia, e allora quella denuncia è un chiaro attentato democratico. Ma poi il partito.... La notizia di ieri non è che è stata depositata la querela in Procura bensì che nel Pd non si è alzata una sola voce autorevole in difesa dell'ex segretario. Non sarà mica che noi lo crediamo innocente e i suoi compagni meno e fanno a gara per prenderne le distanze?
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