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Socci: il capo dei vescovi parla di tutto ma si dimentica di Gesù
02-09-2024, 08:18
Il card. Matteo Zuppi si è dimenticato quel nome come il prete aperto e progressista del film Un sacco bello di Carlo Verdone. In quella scena don Alfio dice: «Mi alzo e mi vado a lava' le mani come quando Pilato si lavò le mani di fronte a... a...». Mario Brega tuona: «A nostro Signore! Santa Madonna, manco le basi del mestiere te ricordi! Ma che cz, Arfio!!!». Il vescovo di Bologna di sicuro conosce «le basi del mestiere», ma pure lui si è dimenticato di nominare Gesù Cristo nella sua intervista -fiume di due pagine uscita sull'Avvenire di ieri. Mai rammentato. Certo, Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana, lì si è occupato di molte altre cose che evidentemente sono per lui essenziali, come le riforme istituzionali discusse dal Parlamento italiano: riempiono da mesi le sue interviste e le sue dichiarazioni. Qua e là il cardinale dice anche cose condivisibili, ma il ruolo del capo della Cei è quello di trattare tutti i temi politici e solo quelli (come un premier), arrivando perfino a non nominare mai Cristo? Papa Francesco fin dal 2015 mise in guardia i vescovi dal voler tracimare in politica (che deve essere lasciata ai laici cattolici) e spiegò che loro dovevano piuttosto «essere testimoni gioiosi del Cristo Risorto per trasmettere gioia e speranza agli altri». Ma così non è accaduto nell'intervista che ieri apriva la prima pagina di Avvenire e riempiva due pagine (circa ventimila battute): il porporato lì ha detto la sua su ogni problema politico senza mai nominare Cristo Risorto. DIMENTICANZE Nella visione di Zuppi sembra che non ci sia bisogno di lui per salvare gli uomini. Basta la politica con la “mediazione al rialzo” della Cei. Così ha dimenticato pure di menzionarlo. Certo, il prelato parla molto di solidarietà e di poveri ed è lodevole. Ma nella storia della Chiesa chi davvero si è chinato sui poveri di solito aveva gli occhi all'eterno e il cuore fisso a Gesù Cristo. Basta rileggere certe pagine di Madre Teresa di Calcutta: «Gesù è il mio Dio, il mio Signore, il mio Sposo, il mio Tutto. Gesù è l'unico di cui sono innamorata, al quale appartengo e dal quale nulla mi separerà. Egli è mio e io sono sua». Poi diceva: «La prima povertà dei popoli è di non conoscere Cristo». Benedetto XVI, dopo aver citato queste sue parole, aggiungeva: «Chi non dà Dio, dà troppo poco». Dimenticare questo orizzonte spirituale e missionario rischia di trasformare la Chiesa in una Ong, proprio il pericolo da cui papa Francesco ha più volte messo in guardia. Per esempio il 23 ottobre del 2013: «La Chiesa è come Maria: la Chiesa non è un'agenzia umanitaria, la Chiesa non è una Ong, la Chiesa è mandata a portare a tutti Cristo». Questo è il bisogno più urgente che ha anche la Chiesa italiana dove i seminari sono vuoti, le parrocchie sono allo sbando e i giovani non sono più “incontrati” dai movimenti ecclesiali. La scristianizzazione galoppa, ma Zuppi non se ne occupa. Neanche si preoccupa di contrastare l'ideologia relativista che dilaga, come fece la stessa Madre Teresa – difendendo la vita - nella cerimonia in cui le assegnarono il Premio Nobel. Il card. Zuppi vuole invece una Chiesa che vada a braccetto con il mondo, quello laico e di sinistra che legge Repubblica. La sua Cei è una sorta di sezione clericale del Pd. A dire il vero san Paolo scriveva il contrario: «Non conformatevi alla mentalità di questo secolo» (Rm 12, 2). E papa Francesco ha spesso ribadito «l'importanza di difendere il popolo dalle “colonizzazioni ideologiche” (riferimento indiretto alla teoria gender, invito già più volte pronunciato)» spiegando «che la vocazione dei cristiani e dei vescovi “è quella di andare contro corrente” (Andrea Tornielli, La Stampa 19 maggio 2015). Ma il card. Zuppi ad Avvenire ha detto: «Il ruolo della Chiesa non è quello di contrapporsi ai processi culturali». Ecco perché le sue parole sono in linea con la narrazione quotidiana della Sinistra. Non poteva mancare il suo inno alla cittadinanza facile con lo ius scholae che è – dice il prelato- «una istanza da tempo ribadita dalla Cei». IMMIGRAZIONE Zuppi non vede problemi nell'immigrazione di massa, soprattutto islamica, nei Paesi europei, dove in questi mesi si sono moltiplicati gli episodi che mostrano drammatici problemi di integrazione con la nostra cultura (basti ricordare la Germania). Non dice una parola neanche sulla tragica uccisione di Sharon Verzeni, lui che pure, nei mesi passati, era intervenuto pubblicamente su certi femminicidi che avevano colpito l'opinione pubblica. Il discorso di Zuppi è spesso generico, a volte poco informato, ma è visibilmente schierato, tanto da far pensare che il principale “bisognoso” che la sua Cei vuole aiutare sia il Pd. Del resto a sinistra sembrano sperare nello ius scholae perché i migranti facciano il lavoro che gli italiani non vogliono più fare: votare Pd. Va detto, ad onor del vero, che il card. Zuppi è una persona che dialoga con tutti e appare aperto e disponibile. Il suo filantropismo umanitario è apprezzabile. Però un altro vescovo di Bologna, suo predecessore, il card. Giacomo Biffi metteva in guardia da un rischio terribile. Spiegando, nel 1991, il racconto dell'Anticristo di Vladimir Solovev, affermò: «Verranno giorni dice Solov'ëv, e anzi sono già venuti, diciamo noi - , che il cristianesimo sarà ridotto a pura azione umanitaria, nei vari campi dell'assistenza, della solidarietà, del filantropismo, della cultura. Il messaggio evangelico identificato nell'impegno al dialogo tra i popoli e le religioni, nella ricerca del benessere e del progresso, nell'esortazione a rispettare la natura. Ma se il cristiano, per amore di apertura al mondo e di buon vicinato con tutti, quasi senza avvedersene, stempera sostanzialmente il Fatto salvifico nella esaltazione e nel conseguimento di questi traguardi secondari, allora egli si preclude la connessione personale con il Figlio di Dio, crocifisso e risorto, consuma a poco a poco il peccato di apostasia e si ritrova, alla fine, dalla parte dell'Anticristo». Un ammonimento che fa riflettere. www.antoniosocci.com
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