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Solinas, "Il mio passo di lato è la prova dell'unità della coalizione"
21-01-2024, 20:24
Presidente Christian Solinas, partiamo dalla fine. Il Partito sardo d'Azione ha deciso di appoggiare la candidatura di Paolo Truzzu, esponente di Fratelli d'Italia, restando nella coalizione di centrodestra. «Venerdì mi sono presentato al consiglio nazionale ritirando la mia personale ricandidatura. E l'ho fatto con la convinzione che sia più importante in questo momento garantire la continuità di tutte le azioni che abbiamo avviato in questi cinque anni di legislatura. Con generosità e responsabilità. Piuttosto che una spaccatura, abbiamo preferito favorire il mantenimento della formula politica che ha governato negli ultimi cinque anni». In politica non è scontato vedere un passo indietro. Quanto le è costato? «Guardi, certamente avrei voluto proseguire il lavoro di questa legislatura. Lasciamo una Sardegna decisamente migliore. Le do solo qualche dato: la Regione ha avuto un incremento del 10,4% del reddito medio pro capite, è il terzo incremento più alto in Italia, siamo più su di Lombardia e Lazio. In questi cinque anni abbiamo azzerato il disavanzo. La Regione ha i conti in ordine ed è in avanzo di amministrazione. Da due anni Fitch dà un rating alla Sardegna superiore a quello dello Stato italiano». Ciononostante da Roma è arrivata la richiesta di un passo indietro. I rapporti di forza nella coalizione sono cambiati e Fratelli d'Italia ha chiesto una compensazione sul numero dei governatori. «Storicamente si è sempre cercato di tenere fermo il principio della ricandidatura degli uscenti. E il riequilibrio si è sempre cercato con le candidature nelle Regioni che erano da espugnare, quelle in mano al centrosinistra. Questa è la posizione che Lega, Forza Italia e, per quel che riguarda l'aspetto locale, il Partito sardo d'Azione hanno tenuto fino alla fine. Dall'altro lato Fratelli d'Italia ha ritenuto invece che il principio da seguire fosse quello del riequilibrio, in modo da rispecchiare anche sul territorio i rapporti di forza esistenti a livello nazionale». È prevalsa la loro tesi. «Se avessimo mantenuto la nostra posizione fino alle estreme conseguenze, il rischio sarebbe stato quello di presentare una coalizione spaccata. In questi casi chi ragiona in termini di responsabilità e generosità, come noi, ha ritenuto che fosse opportuno fare un passo di lato». Proprio nei giorni della chiusura delle liste è venuta fuori questa inchiesta per concorso in corruzione che la riguarda. C'è chi ha parlato di giustizia ad orologeria. Lei? «Non commento le iniziative giudiziarie. Però, come giustamente qualcuno ha osservato, un evento di questo tipo a cinque giorni dalla presentazione delle liste certamente è una coincidenza temporale singolare. Se ci sono voluti 41 giorni per l'esame della richiesta e cinque giorni per la notifica, probabilmente tutta questa urgenza non c'era. Si poteva aspettare il voto, lasciando che i cittadini esprimessero il loro giudizio sulle politiche messe in atto dall'amministrazione regionale e solo su quelle. Per un fatto di correttezza personale, ho maturato l'idea di dover lasciare libera la possibilità alla coalizione e al partito di presentarsi al corpo elettorale senza alcuna ombra o polemica». Rispetto alle accuse, che sono abbastanza articolate, lei si sente sereno? «Ho un'unica certezza, quella di aver sempre operato nella mia vita con correttezza e buonafede. Dopo tanti anni di governo non ho mai chiesto un euro di rimborso, neanche per le missioni o le trasferte fatte per conto dell'amministrazione regionale. Da sempre mi pago i biglietti aerei e i pernottamenti. Pago anche i necrologi che facciamo come Regione. Ho totale rispetto della cosa pubblica. Sono certo che tutto questo emergerà non appena ci sarà la possibilità di difendersi dalle accuse». Ha parlato con Salvini? Si è sentito abbandonato dalla Lega? «Assolutamente no. Anzi, ringrazio Matteo Salvini per avermi sostenuto in maniera leale fino all'ultimo, riaffermando il principio della ricandidatura degli uscenti ed essendomi vicino, oltre che politicamente, anche personalmente». Dalla Sardegna ora la trattativa si è spostata in Basilicata. Forza Italia potrebbe cedere la candidatura alla Lega. Sempre per una logica compensativa. È giusto che queste decisioni piovano dall'alto? «E' chiaro che se prevale l'applicazione di un Cencelli muscolare, con la semplice trasposizione a livello locale degli equilibri nazionali, si rischia che poi la discussione si estenda ad altre Regioni, ai Comuni capoluogo e ad altre realtà territoriali». Truzzu in un'intervista ha detto: “Sarò alternativo a Solinas correggendo quanto è stato sbagliato, di certo è mancato il rapporto della giunta regionale con gli altri livelli istituzionali”. Cosa vuole rispondere? «Io ho letto un comunicato ufficiale di Fratelli d'Italia in cui si apprezza il buon governo del presidente Christian Solinas e della coalizione negli ultimi cinque anni e addirittura si propone di andare in continuità con tutto questo». Si vota anche a Cagliari, chiederete di esprimere il sindaco? «Ci sarà un tavolo nel quale ci confronteremo e si vedrà di capire quale sia la soluzione migliore per dare un governo alla città di Cagliari». Qual è il futuro di Christian Solinas? C'è chi ipotizza il modello “Musumeci”, come lei non ricandidato in Sicilia. Si trasferirà a Roma per un incarico governativo? «In questo momento non sono in grado di dare nessuna indicazione, so soltanto che non sono ricandidato in Regione e dopo trent'anni di attività da pubblico amministratore approfitterò di questo tempo per riprendere un po' i miei spazi e per dedicarmi al ruolo di segretario del Psd'Az, che per inciso è il partito più longevo d'Italia avendo eletto propri rappresentanti senza soluzione di continuità nella Camera del Regno, nell'Assemblea Costituente, nel Parlamento Repubblicano e, sempre, in Regione Sardegna. E' un partito al quale sono molto affezionato e a cui dedicherò ogni mia energia». Ha sentito Giorgia Meloni durante la trattativa o in queste ultime ore? «Nei giorni scorsi ho avuto modo di sentire la premier, abbiamo parlato dei grandi temi che riguardano la Sardegna, della necessità di dare un'attenzione particolare ad argomenti quali la sanità, i trasporti, la compensazione degli svantaggi strutturali permanenti derivanti dalla condizione di insularità». Lei è molto diplomatico. Possibile che non ci sia neanche una punta di amarezza? «Forse l'amarezza è più per i tempi, le modalità e le coincidenze varie che hanno determinato un percorso che avrebbe potuto essere sicuramente migliore».
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