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**Ucraina: c.sinistra si divide su risoluzione Ue, nel Pd distinguo su uso armi in Russia**
19-09-2024, 19:26
Roma, 19 set. (Adnkronos) - La dinamica è speculare: sia maggioranza che opposizione si sono divise oggi nel voto a Strasburgo sulla risoluzione Ue sul sostegno a Kiev. Nel campo progressista il Pd ha votato a favore (astenuti Marco Tarquinio e Cecilia Strada), mentre M5S e Alleanza Verdi e Sinistra hanno votato contro il documento che all'art.8 contiene un passaggio piuttosto delicato: lo stop alle restrizioni sull'uso delle armi occidentali in territorio russo per colpire obiettivi militari. Sul punto in questione la linea degli eletti italiani in Ue è stata quasi da 'unità nazionale': da Fdi fino ad arrivare ad Avs tutti hanno votato contro. Tranne alcuni distinguo. Nel centrosinistra i distinguo sull'art.8 si sono registrati nel Pd dove su 21 eurodeputati hanno votato contro le indipendenti Cecilia Strada e Lucia Annunziata (inizialmente astenuta, ha poi rettificato il voto in no) e poi Camilla Laureti, Annalisa Corrado, Alessandro Zan e Guido Ruotolo, tutti vicini alla segretaria Schlein, oltre al capodelegazione Nicola Zingaretti con Antonio Decaro, Matteo Ricci, Brando Benifei. Hanno votato invece a favore Pina Picierno e Elisabetta Gualmini: entrambe hanno dichiarato il loro sì via social. Il resto degli europarlamentari Pd si è articolato tra chi non ha votato, come Stefano Bonaccini e Irene Tinagli, e assenti giustificati. Tra questi ultimi anche Giorgio Gori che però ha tenuto precisare che, se fosse stato presente, avrebbe votato a favore. "Personalmente, considero necessario che l'Ucraina aggredita possa esercitare il suo legittimo diritto all'autodifesa senza limitazioni nell'uso delle armi fornite dai Paesi occidentali là dove questo è volto alla prevenzione di attacchi contro la sua popolazione e le sue infrastrutture", ha puntualizzato l'ex-sindaco di Bergamo. Distinzioni che i vertici Pd registrano in quanto tali. La linea del no all'uso di armi occidentali nel territorio russo è stata confermata e il voto finale ha visto il gruppo compatto, si spiega. "Gli europarlamentari -argomenta il responsabile Esteri, Peppe Provenzano- hanno votato per il sostegno umanitario, economico, politico e anche militare a Kiev per l'esercizio del suo diritto di difesa. E hanno espresso contrarietà sul punto specifico relativo all'utilizzo delle armi in territorio russo, confermando la posizione politica manifestata a luglio e più volte espressa dalla segreteria". Provenzano poi ci tiene a sottolineare il lavoro svolto dal Pd, all'interno del gruppo dei Socialisti e Democratici (la linea del gruppo era per il sì anche sull'art.8), per spingere sulla via diplomatica: "Voglio evidenziare che grazie al lavoro delle nostra delegazione in seno al gruppo S&D è stato assunto un impegno forte per quell'iniziativa diplomatica dell'Europa, fin qui carente, per porre fine alla guerra e costruire le condizioni di una pace giusta, che si faccia carico delle ragioni dell'aggredito e del diritto internazionale”. Tutt'altro il giudizio delle altre forze di opposizione. Per i 5 Stelle quella di oggi è "una chiamata alla guerra contro la Russia senza alcun cenno a una soluzione negoziale", parlando di "risoluzione ultrabellicista" che elimina "le restrizioni che impediscono all'Ucraina di utilizzare le armi europee contro la Russia e a rispettare l'impegno di inviare forniture militari a Kiev per un valore pari allo 0,25 % del Pil nazionale annuo di ogni Stato - che per l'Italia equivarrebbe a 5 miliardi l'anno". Per questo, "i nostri portavoce europei hanno votato contro la risoluzione, sostenuta invece da quasi tutti gli europarlamentari italiani di maggioranza e opposizione". Una "svolta preoccupante e pericolosa" per Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli: "Con il voto del Parlamento Europeo che chiede la revoca alle restrizioni per l'uso delle armi occidentali in territorio russo siamo ad una svolta preoccupante e pericolosa. E' una follia che porterà all' escalation della guerra fuori dai confini attuali. Come Avs continueremo a batterci in Europa e in Italia contro questa follia che rischia di portare la guerra anche in Europa". Al contrario i 'centristi' (esclusi dall'europarlamento perchè non hanno superato la soglia di sbarramento) sarebbero stati favorevoli alla risoluzione Ue. Dice Matteo Renzi "Se accetti di dare le armi all'Ucraina è ipocrita mettere dei limiti, assurdo mettere dei paletti. Se si danno le armi è giusto lasciare la libertà di utilizzarle". Carlo Calenda se la prende con Pd e M5S: "C'è una sola cosa bipartisan in Italia: non consentire all'Ucraina di difendersi colpendo gli obiettivi militari legittimi in Russia. Pd e 5 Stelle votano come la destra sulla rimozione delle restrizioni all'Ucraina". Per il segretario di Più Europa, Riccardo Magi, "è preoccupante che la quasi totalità della rappresentanza italiana al parlamento europeo abbia votato in modo trasversale contro l'eliminazione delle attuali restrizioni che impediscono all'Ucraina di utilizzare i sistemi di armamento occidentali su obiettivi militari legittimi in Russia. Molti degli attacchi missilistici russi in Ucraina provengono dal suolo russo: consentire a Kiev di colpire queste basi fa parte della strategia difensiva di un paese che ormai da più di due anni vive sotto le bombe dell'imperialismo di Putin".
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