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Estero
Il Parlamento Ue dice sì all'uso di armi occidentali sul territorio russo. Il no dell'Italia
19-09-2024, 13:17
Il Parlamento europeo ha approvato la risoluzione sul sostegno all'Ucraina in cui si ribadisce, in uno dei suoi punti, la richiesta di rimuovere le restrizioni all'uso delle armi inviate dall'Ue, affinché possano essere utilizzate dagli ucraini anche per colpire obiettivi legittimi in territorio russo. Il testo complessivo è passato con 425 voti favorevoli, 131 contrari e 63 astenuti. I partiti italiani hanno votato contro il paragrafo 8, quello in cui si fa riferimento proprio all'utilizzo delle armi occidentali in Russia, a eccezione di due europarlamentari del Pd (che si è spaccato, con le europarlamentari Picierno e Gualmini che hanno votato a favore) e di Forza Italia (hanno votato a favore gli eurodeputati Massimiliano Salini e Marco Falcone, ma il secondo "solo per errore", dice). In realtà si registra anche il voto favorevole di Lara Magoni e di Ruggero Razza di Fratelli d’Italia, ma anche in questo caso di tratterebbe di un errore. Tra gli astenuti Lucia Annunziata (Pd) e Herbert Dorfmann (Svp-Fi). Il paragrafo 8, quello che "invita gli Stati membri a revocare immediatamente le restrizioni all'uso dei sistemi d'arma occidentali forniti all'Ucraina contro legittimi obiettivi militari sul territorio russo", è stato approvato con 377 voti a favore, 191 contrari e 51 astenuti. Tra i favorevoli Carola Rackete, europarlamentare di The Left. Il divieto attualmente in vigore, aggiunge il testo della risoluzione, "ostacola la capacità dell'Ucraina di esercitare pienamente il suo diritto all'autodifesa" ai sensi del diritto internazionale e lascia il paese esposto ad attacchi contro la sua popolazione e le sue infrastrutture". Non la pensano così, però, la gran parte dei partiti italiani: tutto il centrodestra non ha sostenuto questo punto della risoluzione, votando contro. Anche Forza Italia in larga parte ha votato in opposizione alla linea della sua famiglia politica, il Ppe. Contro la risoluzione hanno votato anche il M5s e i Verdi. Il Pd, come detto, ha espresso posizioni divergenti. La risoluzione sottolineava come "le forniture insufficienti di munizioni e armi e le restrizioni al loro utilizzo rischiano di compromettere gli sforzi compiuti finora e deplora profondamente la riduzione del volume finanziario degli aiuti militari bilaterali all'Ucraina da parte degli Stati membri, nonostante le energiche dichiarazioni rilasciate all'inizio dell'anno in corso". E ribadiva "il suo invito agli Stati membri a rispettare l'impegno assunto nel marzo 2023 di consegnare un milione di munizioni all'Ucraina, di accelerare le forniture di armi, in particolare di moderni sistemi di difesa aerea e altri tipi di armi e munizioni, compresi i missili Taurus, in risposta a necessità chiaramente individuate". Una risoluzione simile era stata votata sempre dal Parlamento europeo lo scorso luglio.
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