Novanta miliardi in prestito a Kiev. No all'uso degli asset russi, sconfitta von der Leyen

Al termine di uno dei vertici più lunghi e delicati degli ultimi tempi, l'Europa ha trovato una quadra nel segno dell'unanimità (c'è anche Orbán). "Ha prevalso il buon senso", ha esultato la premier Giorgia Meloni (e accontenta Salvini). Praga, Bratislava e Budapest dicono sì, a patto di avere la possibilità dell'opt-out, ovvero di non partecipare al prestito. Zelensky: "Grazie, rafforzata la nostra resilienza"

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