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Estero
20 paesi Ue contro l'Ungheria: "Vieta il Pride e viola i diritti delle persone Lgbtq+"
Ieri 27-05-25, 19:31
AGI - "Siamo profondamente preoccupati per le recenti modifiche legislative e costituzionali che ledono i diritti fondamentali delle persone Lgbtiq+, adottate dal Parlamento ungherese il 18 marzo e il 14 aprile 2025, a seguito di altre leggi anti-Lgbtiq+ già introdotte negli anni precedenti". Inizia cosi' una dichiarazione stilata da 17 Paesi Ue in vista del Consiglio Affari generali di oggi, in cui si terrà una nuova audizione sullo Stato di diritto in Ungheria. Il testo è promosso dai Paesi Bassi e porta anche la firma di Austria, Belgio, Cechia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Portogallo, Spagna, Slovenia, Svezia, Grecia, Malta e Cipro. Rimangono fuori la Polonia (neutrale in quanto presidenza di turno dell'Ue), Bulgaria, Croazia, Italia, Romania e Slovacchia. "Con il pretesto della protezione dell'infanzia, queste modifiche legislative prevedono l'imposizione di multe ai partecipanti e agli organizzatori di eventi, come le celebrazioni annuali del pride. Le modifiche permettono anche l'uso di software di riconoscimento facciale in tali eventi e il divieto di tali eventi. Siamo preoccupati per le implicazioni di queste misure sulla libertà di espressione, il diritto di riunione pacifica e il diritto alla privacy", affermano gli Stati. "Siamo fortemente allarmati da questi sviluppi che sono contrari ai valori fondamentali della dignità umana, della libertà, dell'uguaglianza e del rispetto dei diritti umani, come stabilito dall'articolo 2 del Trattato sull'Unione europea. Rispettare e proteggere i diritti umani e le libertà fondamentali di tutte le persone, comprese le persone Lgbtiq+, è parte integrante dell'appartenenza alla famiglia europea. Questa è la nostra responsabilità e l'impegno condiviso degli Stati membri e delle istituzioni europee", aggiungono. "Chiediamo pertanto all'Ungheria di rivedere queste misure, per garantire che i diritti umani e le libertà fondamentali di tutti i suoi cittadini siano rispettati e tutelati, adempiendo cosi' ai suoi obblighi internazionali. Condividiamo la preoccupazione espressa dalla Commissione europea a riguardo e invitiamo la Commissione a fare pieno uso degli strumenti sullo Stato di diritto a sua disposizione, nel caso in cui queste misure non vengano opportunamente riviste", conclude la dichiarazione. Ue, stato di diritto non è un optional "Abbiamo detto chiaramente all'Ungheria che siamo aperti all'impegno e al dialogo. Questa è sempre la nostra prima preferenza. Ma vogliamo che gli Stati membri rispettino pienamente lo Stato di diritto. Non è un optional. È un obbligo fondamentale dell'appartenenza all'Ue e ci aspettiamo questo dall'Ungheria, come da tutti gli altri Stati membri. Siamo quindi pronti a sostenere l'Ungheria affinché torni a essere conforme sullo Stato di diritto, ma allo stesso tempo devo accompagnare questo messaggio con un messaggio fermo al governo ungherese: useremo tutti gli strumenti a nostra disposizione per garantire che lo Stato di diritto, la Carta dei diritti fondamentali e i diritti dei cittadini ungheresi siano pienamente rispettati e sostenuti". Lo ha dichiarato il commissario europeo per la Democrazia e lo Stato di diritto, Michael McGrath, all'arrivo al Consiglio Affari generali. Ue, su divieto Pride non escludiamo nessuna misura "In merito alla legge che potrebbe portare al divieto di determinati raduni, tra cui il Pride Parade ci sono diverse questioni molto importanti in gioco. Una è il rispetto della Carta dei diritti fondamentali che abbiamo nell'Unione europea negli ultimi 25 anni e, in questo caso, in particolare, il diritto alla libertà di riunione, la libertà di riunirsi pacificamente. È un diritto fondamentale. Inoltre, nutriamo serie preoccupazioni in merito al proposto utilizzo della tecnologia di riconoscimento facciale basata sull'intelligenza artificiale, e quindi stiamo continuando a esaminare la legislazione in questione. Non abbiamo ancora preso una decisione definitiva, ma non abbiamo escluso alcuna linea d'azione al momento". Lo ha dichiarato il commissario alla Giustizia, Michael McGrath, nella conferenza stampa al termine del Consiglio Affari generali. "Vorrei sottolineare che la legge principale, in quanto tale, è la legge sulla tutela dei minori, per la quale la Commissione ha avviato una procedura di infrazione contro l'Ungheria. E come ho detto nelle mie osservazioni introduttive, ci aspettiamo un parere dell'Avvocato Generale all'inizio di giugno e poi, eventualmente, una sentenza della Corte di Giustizia dell'Unione europea entro la fine dell'anno", ha spiegato. Per quanto riguarda la seconda legge, quella sulla trasparenza della vita pubblica e della sovranità nazionale, "credo che siamo stati particolarmente chiari a riguardo, con le grandi preoccupazioni che suscita quella proposta di legge. Si tratta di una legge presentata da un parlamentare, ma in passato abbiamo visto che il governo ungherese ha utilizzato questo strumento per presentare e poi adottare leggi presentate da singoli membri che sostengono il governo. Quindi stiamo prendendo la questione molto seriamente, ed è per questo che alla fine della scorsa settimana abbiamo scritto al governo ungherese chiedendogli esplicitamente di ritirare questo atto legislativo. Nel caso in cui non lo facesse abbiamo detto che non esiteremo ad adottare le misure necessarie per garantire la piena applicazione del diritto dell'Ue e, a tale proposito, se dovessero procedere con l'emanazione di tale legge nella sua forma attuale, non escludiamo la possibilità di ricorrere a misure provvisorie", ha aggiunto.
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