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Cronaca
8 marzo, corteo a Roma. Flash mob, slogan e (poche) mimose
08-03-2025, 17:32
AGI - Un corteo coloratissimo, rumoroso e festante, pieno di bambini, ragazzi e ragazze, anziani e disabili (molte persone in carrozzina) ha sfilato a Roma nella Giornata internazionale della donna, nella manifestazione indetta per il nono anno consecutivo dall'associazione Non una di meno, movimento femminista e transfemminista che dal 2016 si batte "contro ogni forma di violenza di genere e contro tutte le facce che assume il patriarcato nella società in cui viviamo", da Piazza Vittorio Emanuele II all'Esquilino fino al Circo Massimo. Oltre ventimila in festa tra canti, balli, slogan più o meno antichi (si sono sentite anche parole come "lotta di classe" o "intifada", senza peraltro alcuno slogan contro Israele che, di questi tempi, è una notizia) per protestare contro ogni fascismo, contro la violenza sulle donne e il patriarcato. Ma anche a favore delle donne palestinesi o curde, contro i governi di Milei in Argentina o Trump negli USA, contro l'Europa che si vuole armare. Molti gli studenti in piazza: i più rumorosi con slogan, fumogeni (rigorosamente fucsia, il colore dell'associazione Non una di meno da sempre associato a un certo tipo di femminismo che lotta per emanciparsi), tamburi, megafoni, musica e tanti cartelli. Uno dedicato a Giuseppe Valditara, ministro dell'Istruzione e del Merito, rappresentato come uno sceriffo con tanto di pistola, cappellone da cowboy e stella di latta. "Se ci bloccano il futuro, blocchiamo la città!", lo slogan degli studenti scesi in piazza a urlare dietro uno striscione con la scritta Scuole e atenei zone fucsia, che hanno anche ricordato Giulia Cecchettin, diventata tragico simbolo del femminicidio: "Giulia è viva e lotta insieme a noi, le nostre idee non moriranno mai". Tutti a sfilare allegramente dietro il camion degli organizzatori (con tanto di interprete della lingua dei segni per tradurre i messaggi più importanti a beneficio di chi non sente), trascinati dalla musica 'sparata' dalle enormi casse poste nella parte posteriore del camion su cui una scritta ricorda che "femminicidi, lesbicidi, transcidi in Italia nel 2024 sono stati 104: La vergogna deve cambiare lato". Prima della partenza si è svolto un flash mob con quattro attiviste legate alla cancellata nei giardini di Piazza Vittorio, col volto coperto e con delle scritte sul petto (contro la violenza e lo sfruttamento delle donne) che si dimenavano sotto un cartello con la scritta "Cosa fai?". La manifestazione romana nella Giornata internazionale della donna arriva quando il Consiglio dei Ministri ha appena dato il via libera al ddl che crea una nuova fattispecie di reato: il femminicidio. "Noi non chiediamo più galera o più repressione - spiegano le attiviste - noi chiediamo che si trasformi attraverso una cultura quella che è una logica patriarcale".
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