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Economia e Finanza
A Davos è il giorno dei leader. Von der Leyen: "L'Europa deve cambiare marcia. Chiesto a Draghi un rapporto sulla competitività europea"
21-01-2025, 12:07
AGI - La seconda giornata dell'Annual Meeting del World Economic Forum è fitta di appuntamenti con i leader europei. In mattinata è intervenuta la presidente della Commissione UE, Ursula von der Leyen, che nel suo speech ha lanciato una serie di messaggi al presidente Trump. "Il mondo sta cambiando. Dobbiamo farlo anche noi" ha detto la leader Ue. "Negli ultimi 25 anni, l'Europa ha fatto affidamento sulla crescente ondata del commercio globale per guidare la sua crescita. Ha fatto affidamento sull'energia a basso costo dalla Russia. E l'Europa ha troppo spesso esternalizzato la propria sicurezza. Ma quei giorni sono finiti". "Per sostenere la nostra crescita nel prossimo quarto di secolo, l'Europa deve cambiare marcia. Ecco perché ho chiesto a Mario Draghi di presentare un rapporto sulla competitività europea. - ha proseguito - E su questa base, la prossima settimana la Commissione europea presenterà la nostra tabella di marcia, che guiderà il nostro lavoro per i prossimi cinque anni. L'attenzione sarà rivolta all'aumento della produttività colmando il divario di innovazione. Un piano congiunto per la decarbonizzazione e la competitività. Per superare le carenze di competenze e manodopera e ridurre la burocrazia. È una strategia per rendere la crescita più rapida, più pulita e più equa, assicurando che tutti gli europei possano beneficiare del cambiamento tecnologico", ha aggiunto. Nel pomeriggio arriva Zelensky Nel pomeriggio è prevista la presenza del presidente ucraino Zelensky e del presidente israeliano Herzog. In agenda anche una conversazione con Friedrick Merz, leader dell'opposizione in Germania. L'appuntamento clou è per giovedì quando il neo presidente degli Stati Uniti, Donald Trump parteciperà in videoconferenza. Non è chiaro chi, della nuova amministrazione statunitense, sarà fisicamente presente. Nessuna conferma da parte dell'organizzazione, ma alcuni delegati non escludono che nel cantone dei Grigioni possa affacciarsi Elon Musk il patron di Tesla e consigliere di Trump. Intanto, leader dei media e commentatori politici riuniti a Davos hanno commentato il ritorno al potere di Trump interrogandosi in particolare sull'impatto che la nuova presidenza potrebbe avere sulla politica estera degli Stati Uniti. "Vedo l'agenda trumpiana essenzialmente come un'espressione più completa e vigorosa del potere americano su un ambito geografico molto più limitato", ha dichiarato Patrick Foulis, redattore esteri di The Economist, in una session pubblica. Quanto a un possibile cessate il fuoco anche in Ucraina dopo la tregua di Gaza, il ritorno di Trump non garantisce che possa accadere cosi'. "L'America ha speso 183 miliardi di dollari per l'Ucraina. Non prevedo che Trump spenderà altrettanto", ha dichiarato Sam Jacobs, caporedattore di TIME, durante una tavola rotonda. Ma ha aggiunto che ha anche promesso di "risolvere la guerra Ucraina-Russia domani". Per quanto riguarda l'accordo per il cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi a Gaza, Mina Al-Oraibi, caporedattore di The National, ha suggerito che è stato "Trump 2.0" a far si' che l'accordo venisse finalizzato. "Alla fine è stato il fattore Trump", ha aggiunto visto che aveva detto chiaramente che "doveva esserci un cessate il fuoco prima dell'inaugurazione". Tuttavia, Foulis ha aggiunto che il secondo mandato di Trump inizia in un contesto geopolitico estremamente complesso. "Il mondo è di gran lunga più pericoloso di quando era in carica", ha detto. Le tensioni tra Stati Uniti e Cina - e il modo in cui Trump potrebbe influenzarle - sono state un'altra importante area di discussione, cosi' come l'imposizione di nuovi dazi. La maggior parte degli economisti sostiene che quando vengono imposte delle tariffe, i costi vengono trasferiti ai consumatori. "In larga maggioranza, gli americani riconoscono che le tariffe aumenteranno i prezzi dei beni", ha detto Jacobs, aggiungendo pero' che "è molto difficile per chiunque di noi sedersi qui e dire: ecco come saranno i rapporti tra USA e Cina tra cinque anni". E in effetti, ha sottolineato Al-Oraibi, "l'imprevedibilità che Trump rappresenta è anche l'imprevedibilità del mondo". E Jacobs ha aggiunto che, per quanto riguarda le azioni esecutive previste, la prossima "presidenza Trump potrebbe essere 200 volte più imprevedibile e volatile del primo mandato".
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