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Estero
A Zanzibar le spugne di mare salvano le donne e l'ambiente
Oggi 13-11-25, 11:52
AGI - Sull'isola tanzaniana di Zanzibar, gli allevamenti di spugne di mare offrono un'ancora di salvezza alle donne, nuova fonte di reddito vitale, ma sono anche una risposta all'impatto devastante dei cambiamenti climatici. Ogni mattina, donne velate e con lunghi abiti fluenti si immergono nelle acque turchesi e poco profonde di Zanzibar, per occuparsi dei loro allevamenti di spugne di mare. L'aumento delle temperature oceaniche, la pesca eccessiva e l'inquinamento hanno gradualmente degradato gli ecosistemi marini, colpendo in particolare la coltura delle alghe, finora un'attività essenziale per le donne del villaggio di Jambiani, situato nell'arcipelago tanzaniano. Ora, si affidano all'allevamento di spugne di mare, nell'ambito di un progetto implementato dalla Ong svizzera Marine Cultures. "Le alte temperature hanno decimato le alghe e la diminuzione degli stock ittici ha costretto molti pescatori ad abbandonare i loro mezzi di sussistenza", ha spiegato Ali Mahmudi, responsabile del progetto. Ma le spugne, che forniscono riparo e cibo alla vita marina, generalmente prosperano in acque più calde. Per giunta sono anche redditizie come prodotto biologico per la cura della pelle, utilizzato per esfoliare. Dalla riva, pali neri sporgono dall'acqua, ognuno con file di spugne attaccate. Il progetto pilota a Jambiani "Sono rimasta stupita nello scoprire che le spugne esistono nell'oceano", ha detto Nasiri Hassan Haji, 53 anni, venuta a conoscenza di questa pratica più di 10 anni fa. Questa madre di quattro figli coltivava alghe, un lavoro che descrive come arduo e mal pagato. Nel 2009, l'associazione Marine Cultures ha avviato un'azienda agricola pilota con vedove a Jambiani per valutare il potenziale di questa attività nell'arcipelago, dove oltre un quarto degli 1,9 milioni di abitanti vive al di sotto della soglia di povertà. Successo economico e empowerment femminile Di fronte alla crescente domanda di prodotti ecocompatibili, il mercato delle spugne naturali ha registrato una crescita costante e l'attività si è dimostrata redditizia. La National Oceanic and Atmospheric Administration (Noaa) degli Stati Uniti ne ha stimato il valore a 20 milioni di dollari nel 2020. A seconda delle dimensioni, le spugne possono essere vendute fino a 30 dollari l'una e un singolo allevamento può ospitarne fino a 1.500. "Mi ha cambiato la vita. Sono riuscita a costruire la mia casa", ha raccontato raggiante Shemsa Abbasi Suleiman. Molte altre donne si sono unite in una cooperativa per sviluppare il progetto, ma non è stato sempre un percorso facile. "All'inizio avevo paura di iniziare perché non sapevo nuotare. Molti mi scoraggiavano, dicendo che sarei annegata", ha ancora detto Haji. Grazie a un programma di una Ong, ha imparato a nuotare all'età di 39 anni. Spugne: alleate dell'ambiente marino Oltre a generare reddito per le comunità locali, le spugne sono benefiche per l'ambiente marino. Studi dimostrano che la loro struttura scheletrica favorisce la cattura del carbonio all'interno degli ecosistemi delle barriere coralline, mentre i loro corpi porosi filtrano e purificano naturalmente l'acqua di mare. Secondo le Nazioni Unite, "l'oceano è in profonda crisi", con circa il 60% degli ecosistemi marini mondiali degradati o sfruttati in modo non sostenibile. Le spugne contribuiscono anche al ripristino delle barriere coralline, che ospitano il 25% della vita marina e sono attualmente minacciate. "Ciò che mi ha colpito è che non stiamo distruggendo l'ambiente, anzi, lo aiutiamo", si è rallegrata Haji.
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