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Cronaca
Apre a Palermo il Casellario americano. Che cosa è e a cosa serviva
Oggi 28-10-25, 17:39
AGI - L'anima segreta della Palermo dell'immediato dopoguerra è contenuta in 660 cassette postali, dove i siciliani conservavano ciò che a casa non si poteva o non si voleva far arrivare: lettere d'amore, missive riservate, segreti aziendali. Era tutto custodito in quello che era stato fino a qualche anno prima il casellario militare americano, impiantato nel 1943 dagli Alleati in quello che è un gigante scrigno: il Palazzo delle Poste in via Roma, che aprirà eccezionalmente i suoi Tesori i prossimi due weekend. Già imboccare la scala elicoidale che si inerpica fino ai piani superiori è un'esperienza: un'unica elica in marmo rosso si avvolge attorno a un cilindro. Sbarcati al terzo piano (ma questo lo si potrà fare per un solo fine settimana, il 7 e 8 novembre) si entra nella Sala delle conferenze che con i capolavori di Benedetta Cappa - cinque pannelli su "Le comunicazioni terrestri, marine, aeree, telegrafiche, radiofoniche" - piomba il visitatore nel 'domani' futurista. Rigido, algido e imponente all'esterno, mausoleo fascista del Ventennio, disegnato da Angiolo Mazzoni, il Palazzo nasconde infatti un vero tesoro di opere d'arte e arredi che lo rende un piccolo, preziosissimo museo di quella corrente artistica. I pannelli di Benedetta Cappa Marinetti sono stati esposti pochi anni fa anche al Guggenheim Museum di New York; scorrono, poi, le due tele di Tato, aeropittore futurista, un quadro di Piero Bevilacqua sull' "avveniristica" televisione, una scultura classica di Corrado Vigni. Futuristi anche gli arredi originali, i tendaggi, i pannelli, molti reperti d'epoca, i mobili che arrivano dalle fabbriche Ducrot. Opere e arredi incastonati in un edificio nato su parte dei giardini dei Padri Filippini e che, dal giorno della sua inaugurazione - il 28 ottobre del 1934 alla presenza dell'allora ministro delle Comunicazioni Umberto Puppini - sorprende per le soluzioni trovate negli interni, dove è tutto un rincorrersi di libeccio di Trapani, giallo di Mori, nero del Belgio, rosso fiorito e rosa di Portasanta, solo per ricordare i marmi utilizzati. La "Sala del Direttore" racconta, accanto alla prima, la storia dinamica delle comunicazioni intrecciando un murale di Bevilacqua alla severità del cuoio che riveste interamente la parete opposta. Fa sfoggio (inquietante) di sé un portaombrelli a forma di bomba. Il Casellario americano e le Vie dei Tesori Già in altre due edizioni le Vie dei Tesori, l'itinerario che da anni consente ai siciliani e ai turisti di scoprire le perle nascoste della Sicilia, avevano mostrato queste sale. Per il Casellario si tratta, invece, di una prima volta: si entrerà per la prima volta in assoluto in questa sala nascosta con un'esperienza curata dal documentarista di fama internazionale Stefano Savona (ha vinto nel 2018 la sezione documentario del Festival di Cannes) che vedrà coinvolte due classi quinte della scuola elementare Rita Borsellino, su cui Savona sta realizzando un film. Accanto alla sala, se ne apre un'altra decorata con marmi policromi e destinata a chi invece, le lettere voleva scriverle, spesso con l'aiuto di un impiegato postale che lavorava come correttore. Un tempo aperta 24 ore su 24, anche questa sala ha chiuso i battenti circa trent'anni fa. "È un grande orgoglio per noi riaprire il Palazzo delle Poste alla città per Le Vie dei Tesori e condividere un patrimonio storico ed architettonico, parte integrante dello sviluppo urbanistico della città, e che ha ancora grandi tesori da svelare - ha spiegato Roberta Chiesurin, direttrice della Filiale Palermo 1 di Poste Italiane - e con l'inedita visita alla sala del Casellario americano, i cittadini e i turisti avranno l'onore di riscoprire un luogo suggestivo che ha avuto più anime. E che oggi riapriamo in via eccezionale per una altrettanto eccezionale esperienza". "Un sogno che si realizza, quello di riaprire alle visite questo tesoro straordinario - ha sottolineato Laura Anello, presidente della Fondazione Le Vie dei Tesori - per il quale siamo sinceramente grati a Poste Italiane. La scoperta del Casellario, poi, è stata una vera emozione, un luogo di deposito della memoria collettiva della città che i nostri visitatori saranno invitati a continuare a costruire guidati da bambini-messaggeri, con un'esperienza poetica che sarà una sorpresa per tutti". "La capacità di proiettarsi in una dimensione fantastica dei bambini - dice Stefano Savona - aiuterà i visitatori a vivere questo spazio come un luogo magico, un laboratorio nel quale immaginare corrispondenze intime. Con la complicità di piccoli sciamani, i visitatori potranno servirsi delle vecchie caselle postali per indirizzare messaggi impossibili a destinatari lontani, a chi magari non c'è più, o non c'è ancora. Come quando, tanti anni fa in queste stanze, gli incaricati delle poste aiutavano chi non sapeva leggere e scrivere a spedire notizie a parenti lontani".
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