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Economia e Finanza
Braccio di ferro Trump-Fed. I timori degli analisti
Oggi 25-04-25, 03:59
AGI - Il contrasto tra Donald Trump e Jay Powell rischia di causare danni al mercato dei Treasury, i titoli di Stato americani, che vale circa 29.000 milioni di miliardi di dollari, anche dopo che il presidente degli Stati Uniti ha fatto marcia indietro sulla sua apparente minaccia di licenziare il presidente della Federal Reserve. Lo sostengono gli analisti interpellati da FT. Nonostante Trump abbia dichiarato di non avere "alcuna intenzione" di licenziare Powell, ha confermato ugualmente di non gradire la politica della Fed per la lentezza nel tagliare i tassi. Con il mandato di Powell come presidente che scadrà nel maggio 2026, tali battute hanno alimentato i timori degli investitori sull'indipendenza della Fed e sul percorso della politica monetaria statunitense. "Una volta detta una cosa, non si può tornare indietro, e anche se è possibile fare marcia indietro, nella mente delle persone rimane il dubbio: quale sarà la prossima sorpresa?", ha affermato a FT Andrew Chorlton, chief investment officer per il reddito fisso presso M&G Investments. Questo perché, in sintesi, se il livello di fiducia nell'indipendenza della Fed diminuisse, si pagherebbero più tassi di interesse. Le crescenti preoccupazioni sull'indipendenza della banca centrale hanno intanto alimentato una vendita massiccia dei titoli del Tesoro. Ciò ha portato il rendimento dei buoni a 10 anni oltre il 4,4%, avvicinandosi ai livelli raggiunti durante le turbolenze di mercato registrate all'inizio di questo mese. Secondo i grandi investitori in titoli del Tesoro, sul mercato persiste il timore per l'indipendenza della Fed, compreso il fatto che il presidente possa scegliere un candidato considerato non ortodosso per sostituire il presidente della Fed. Questo ha creato un cosiddetto premio di rischio sui rendimenti dei titoli del Tesoro, che si mantengono molto alti. Ad esempio, il premio che gli investitori ricevono per detenere titoli del Tesoro a causa del loro rischio percepito come più elevato rispetto ai sicuri Bund tedeschi è di circa 1,9 punti percentuali, in aumento rispetto a meno di 1,3 punti percentuali all'inizio di questo mese. Secondo William Campbell, gestore di portafoglio presso DoubleLine Capital, l'eccessiva ingerenza del governo nella banca centrale rischia di "erodere" un pilastro fondamentale della fiducia degli investitori. "Le voci sul licenziamento di Powell non fanno altro che aumentare la richiesta di premio di rischio da parte del mercato", ha affermato. Tobias Adrian, massimo funzionario del FMI per i mercati, ha dichiarato al Financial Times che "i risultati ottenuti in termini di stabilita' sono molto migliori quando le banche centrali sono indipendenti". Pur rifiutandosi di commentare direttamente le recenti dichiarazioni di Trump su Powell, ha aggiunto: "L'indipendenza garantisce stabilita' e riteniamo che comprometterla creerebbe incertezza". A giudizio di Robert Tipp, responsabile delle obbligazioni globali presso PGIM Fixed Income, la pressione sulla banca centrale sta pesando sui prezzi degli asset statunitensi nei mercati finanziari. "Lo abbiamo visto nei movimenti valutari, lo abbiamo visto nei movimenti relativi delle obbligazioni, lo abbiamo visto nei movimenti relativi del mercato azionario. Sta avendo un impatto negativo". La preoccupazione degli investitori è che Trump riesca a modificare la politica monetaria statunitense in modo da renderla più morbida sull'inflazione, al fine di raggiungere il suo obiettivo di abbassare i tassi di interesse. I titoli obbligazionari a lungo termine sarebbero particolarmente danneggiati se il mercato percepisse un tale cambiamento. Sempre secondo gli analisti, e in particolare Matthew Raskin, responsabile della ricerca sui tassi di interesse statunitensi presso Deutsche Bank, è inoltre possibile che Trump nomini nel board una figura che creerebbe una "sedia ombra" e influenzerebbe le aspettative di politica monetaria mentre Powell è ancora in carica. Tra gli analisti dei tassi e gli investitori sono già iniziate le speculazioni su chi potrebbe essere scelto, con Kevin Warsh, ex membro del consiglio della Fed che era stato preso in considerazione per il ruolo di segretario al Tesoro, visto come un possibile sostituto. Warsh è stato un feroce critico delle politiche della Fed lo scorso anno, ma è rimasto sostanzialmente in silenzio sulle recenti decisioni. "Se Warsh vuole il posto, tuttavia, dovrà scendere a compromessi sulle sue opinioni monetariste repubblicane più tradizionali e giurare fedeltà a Trump e ai tassi di interesse bassi", ha scritto Capital Economics in una nota prima che il presidente facesse marcia indietro. Tra i papabili, anche Kevin Hassett, direttore del Consiglio economico nazionale di Trump. Chiunque sia, l'analista Campbell di DoubleLine ha affermato che la nomina del prossimo presidente della Fed è "piena di rischi", soprattutto in un momento in cui gli investitori globali stanno "iniziando a mettere in discussione le basi fondamentali dei loro investimenti". I gestori degli investimenti hanno avvertito che segnalare una sostituzione non convenzionale, o gettare le basi per un cambiamento nella politica della Fed, potrebbe provocare un ulteriore calo dei prezzi delle obbligazioni rispetto ad altri mercati. "In questo contesto è sicuramente possibile ed e' molto difficile per qualcuno sdraiarsi sui binari davanti a quel treno se sembra che stia arrivando", ha affermato Tipp di PGIM.
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