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Cronaca
Carlo Verdone diventa dottore a Bari
Oggi 05-10-25, 20:00
AGI - Il camice bianco, per Carlo Verdone, non è mai stato solo un costume di scena. In occasione del congresso della Società Italiana di Chirurgia (SIC), il regista e attore romano ha ricevuto a Bari la laurea honoris causa in Medicina e Chirurgia "per il suo contributo alla divulgazione scientifica attraverso il cinema". La laurea honoris causa a Bari A conferirgliela è stato il rettore dell'Università di Bari "Aldo Moro", Roberto Belotti, nel corso di una cerimonia gremita di medici, studenti e appassionati di cinema. Del resto, il rapporto di Verdone con la medicina attraversa gran parte della sua filmografia: dal pediatra Goffredo Liguori di 'Manuale d'amore' al dentista Giulio Cesare Carminati di 'Italians', fino al professor Umberto Gastaldi, chirurgo protagonista di 'Si vive una volta sola'. Già nel lontano '7 chili in 7 giorni', era un medico alle prese con una clinica dimagrante fuori dagli schemi, e in 'Viaggi di nozze' vestiva i panni del celebre barone Raniero Cotti Borroni, emblema di un certo mondo accademico tanto brillante quanto tragicomico. Un medico mancato, un attore recuperato "Sì, forse un medico mancato, ma un attore recuperato - ha sorriso Verdone, parlando con i giornalisti a margine della cerimonia -. Forse mia madre avrebbe avuto piacere che avessi fatto il medico, poi ha visto i miei primi spettacoli teatrali, ha detto 'forse la carriera tua è quella'". Il legame di Verdone con la città di Bari Prima della consegna della laurea, Verdone è stato accolto a Palazzo di Città dal sindaco Vito Leccese, che ha ricordato le scene girate a Bari nella primavera del 2019 e "il legame profondo che lo unisce alla nostra città, dove - ha detto - l'attore riconosce straordinarie maestranze cresciute grazie agli investimenti nel settore cinematografico". Per suggellare l'incontro, Leccese gli ha donato la sacra manna di San Nicola, "segno di affetto e protezione - ha spiegato - per uno dei grandi maestri del nostro cinema". Bisturi e ironia: l'anima dell'uomo Un riconoscimento che, più che premiare una carriera, sembra restituire un simbolico cerchio chiuso: quello di un artista che, tra bisturi e ironia, ha saputo raccontare l'anima fragile e generosa dell'uomo, come solo un vero medico - o un grande regista - sa fare. "Osservo le persone, studio i loro caratteri, fragilità, tic e difetti. Ho anche iniziato a studiare privatamente medicina la sera, sugli atti dei congressi che alcuni miei medici mi riportavano. Ero molto interessato e mi sono appassionato. Alla fine il lavoro del medico non è tanto distante da quello che faccio io: certamente il medico è più importante, salva le vite; io no, ma posso curare l'umore, che è una cosa molto importante. Diciamo che sono un antidepressivo vivo privo di effetti collaterali", ha detto Verdone a margine della cerimonia. L'influenza dei medici di famiglia "Se ho questa passione lo devo anche ai grandi medici che frequentavano casa mia - ha aggiunto -. Casa mia era un salotto intellettuale dove venivano musicisti, artisti e anche medici come Valdoni, Stefanini, luminari della medicina negli anni Sessanta. Vedendo questi personaggi, studiando il nostro medico di famiglia - che in realtà era un oncologo famosissimo ma lo faceva per amore di mia madre - e la sua grandissima abilità diagnostica, mi è venuta voglia di imitarlo. Non amo vedere soffrire le persone e ho visto troppe cose brutte. Mi sono sempre detto: 'Devo fare qualcosa'". Verdone: Medico per Amici e Consigli Poi, con la consueta ironia, l'attore ha raccontato: "È vero, molti amici mi chiamano invece del medico di base. Però se mi chiedono cose complicate dico sempre: 'Questa è la mia ipotesi, chiedi al tuo medico se è d'accordo'. In genere è quasi sempre d'accordo, ma i medici di famiglia mi odiano perché ci azzecco più io di loro. Alla sera rispondo come Raniero in Viaggi di nozze: 'No, non mi disturbi affatto, dimmi', mentre mangio e do le medicine. È sempre così". La Medicina per il Nostro Tempo: Buon Senso Alla domanda su quale medicina prescriverebbe al nostro tempo, Verdone ha risposto: "Una medicina che non si può dare: il buon senso. Purtroppo i grandi capi di Stato, quelli che governano il mondo, soffrono spesso di grande mediocrità. È un brutto periodo. Non mi fido molto di chi comanda le grandi potenze. Negli anni Sessanta c'erano figure politiche molto importanti anche a livello internazionale; oggi non ci sono. Pensano solo al rendimento economico, senza minimamente pensare al prossimo. Questo è un disastro".
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