s

Estero
Così il Mossad fu aiutato a eliminare i terroristi palestinesi dopo il massacro di Monaco
Oggi 15-05-25, 02:21
AGI - Cinquantatré anni dopo l'attentato di Settembre Nero alle Olimpiadi di Monaco, da un archivio in Svizzera sono emersi documenti che provano il sostegno dato da servizi segreti occidentali a Israele per eliminare terroristi palestinesi. Lo rivela il Guardian. L'Italia e il primo omicidio mirato Tra i Paesi che aiutarono il Mossad c'è anche l'Italia, dove fu compiuto il primo degli omicidi mirati ordinati dall'allora premier israeliana, Golda Meir, come rappresaglia per la strage. Il 16 ottobre 1972 fu ucciso nell'atrio della sua abitazione nel quartiere Trieste, a Roma, Abdel Wael Zwaiter. Ufficialmente Zwaiter, 38 anni, era uno scrittore e lavorava come interprete all'ambasciata libica. Sia l'Organizzazione per la Liberazione della Palestina sia intellettuali dell'epoca, tra cui il suo amico Alberto Moravia, negarono che Zwaiter avesse mai sostenuto i terroristi. Ma i documenti appena diffusi dimostrerebbero che aveva davvero fornito supporto logistico e armi a Settembre Nero. Il racconto di Spielberg e la lunga vendetta La sua vicenda è stata raccontata anche da Steven Spielberg nel film Munich, del 2005, in cui il regista ha ricostruito la reazione di Israele al rapimento e all'uccisione di 11 atleti a Monaco. Almeno dieci palestinesi furono assassinati nel decennio dopo l'attentato. Il sistema segreto Kilowatt A scoprire l'archivio di messaggi criptati con le preziose informazioni è stata Aviva Guttmann, storica della strategia e dell'intelligence all'Università di Aberystwyth. I cablogrammi venivano inviati attraverso un sistema segreto finora sconosciuto, nome in codice Kilowatt, che era stato istituito nel 1971 per consentire a 18 servizi di intelligence occidentali - compresi quelli di Israele, Regno Unito, Stati Uniti, Francia, Svizzera, Italia e Germania Ovest - di condividere informazioni. Informazioni condivise tra intelligence Attraverso Kilowatt i servizi segreti si scambiavano dettagli su case e veicoli sicuri, movimenti di individui chiave visti come pericolosi, notizie sulle tattiche utilizzate dai gruppi armati palestinesi. Nei cablogrammi "si collegano individui ad attacchi specifici e si forniscono dettagli che sarebbero stati di grande aiuto", ha spiegato Guttmann. Complicità e omissioni occidentali Forse all'inizio i servizi occidentali non sapevano che le loro informazioni sarebbero state usate per eliminare presunti terroristi senza un processo che ne accertasse davvero le responsabilità. Ma poi le notizie iniziarono a circolare fino al paradosso che attraverso Kilowatt gli 007 "condividevano i risultati delle loro indagini sugli omicidi con l'agenzia - il Mossad - che probabilmente li aveva compiuti". Le richieste di Golda Meir Golda Meir aveva intimato al Mossad di portare prove sicure che qualsiasi obiettivo fosse davvero collegato a Monaco o ad altri attentati. E gran parte di quelle prove furono fornite dai servizi occidentali attraverso la rete Kilowatt, senza che i parlamenti o l'opinione pubblica dei paesi coinvolti fossero a conoscenza del loro ruolo negli omicidi extragiudiziali. Il caso Lillehammer E non mancarono errori. Fu il britannico MI5 a fornire a Israele l'unica foto di Ali Hassan Salameh, considerato leader chiave di Settembre Nero. Nel luglio 1973, il Mossad credette di averlo rintracciato a Lillehammer, in Norvegia, e usò l'immagine dell'MI5 per ucciderlo. Ma a morire fu un innocente cameriere marocchino.
CONTINUA A LEGGERE
5
0
0
Guarda anche
Agi
Ieri, 23:24