s

Cronaca
Garlasco 18 anni dopo. Ecco come le nuove tecnologie stanno indirizzando le indagini
Oggi 22-05-25, 16:39
AGI - I magistrati e i carabinieri che si occupano delle nuove indagini sull'omicidio di Chiara Poggi hanno riferito nelle loro comunicazioni ai media di avere sfruttato tecnologie che non esistevano 18 anni fa per riaprire il caso che sembrava chiuso dopo la condanna definitiva di Alberto Stasi. Il procuratore di Pavia, Fabio Napoleone, ha fatto cenno alle "nuove potenzialità tecniche a disposizione, sia hardware, sia software" utilizzate per arrivare alla conclusione che l'impronta classificata come numero 33 è di Andrea Sempio. Interpellata dall'AGI, Marilena Cipollaro, medico e docente in pensione dell'ateneo Vanvitelli di Napoli, autrice di preziosi studi sul dna antico degli scheletri trovati negli scavi di Pompei ed Ercolano e collaboratrice per alcuni cold case con il Ris di Parma, spiega come le nuove tecniche possano riaprire scenari investigativi anche molto lontani nel tempo con la premessa che nello studio del dna non è cambiato molto rispetto all'epoca del crimine di Garlasco. "La più importante tecnologia a disposizione, ora come allora, è la PCR (Polynmerase Chain Reaction), inventata da un ricercatore californiano, che permette di replicare ripetutamente una molecola di dna. Era già disponibile nel 1984 ed è rimasta la tecnica 'cavallo di battaglia'. Quello che ovviamente all'epoca non c'era sono gli enormi database ora a disposizione'", premette. I pubblici ministeri pavesi stanno cercando di capire se sia possibile trovare del materiale biologico sull'impronta da loro ritenuta quella dell'assassino perché vicina a dove è stato trovato il cadavere di Chiara Poggi. "Anche se esistono tecniche più avanzate nell'ambito della biologica molecolare, sarà molto difficile che venga trovato del materiale biologico su uno scenario di 18 anni fa. Il materiale biologico è molto più labile", evidenzia la studiosa. Sulla 'decifrazione' delle impronte, invece, le nuove scoperte hanno permesso passi da gigante. Nella consulenza che attribuisce l'impronta a Sempio, i pm hanno reso noto che sono stati utilizzati un inchiostro e uno scanner ottico per ottenere nuovi elementi di riscontro dalle fotografie delle impronte scattate dopo l'omicidio. "La tecnica dell'inchiostro esisteva anche 18 anni fa, mentre lo scanner ottico non c'era ed è di grande utilità - esplicita Cipollaro - gli esperti ora hanno a disposizione strumenti di rilevazione e software che danno la possibilità di svolgere analisi più precise anche su impronte molto labili. E per le impronte digitali ci sono database pazzeschi che aiutano a risalire all'identità di chi le ha lasciate con maggiore precisione e probabilità".
CONTINUA A LEGGERE
0
0
0