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Il mistero dell'impronta sul pigiama, il sospetto di Cavallaro: "Oggi scopriamo che..."
Oggi 14-08-25, 16:12
Nuovi esami su vecchi reperti, ma anche tracce che a 18 di distanza non ci sono più. Parliamo delle nuove indagini sul caso di Garlasco e in particolare delle impronte insanguinate trovate sul pigiama di Chiara Poggi. "C'era questo Dna all'epoca, ma lo sappiamo da articoli di stampa perché nei verbali non c'è", spiega Rita Cavallaro nel corso di Zona Bianca, su Rete4, mercoledì 13 agosto. "Nella relazione 'biodattilo' del Ris dell'epoca non sono riportate però neanche le fotografie delle impronte", spiega la giornalista de Il Tempo. Si tratta di diverse impronti digitali e una palmare, anch'essa insanguinata, sulla maglia del pigiama di Chiara. "Oggi scopriamo che quelle impronte sono andate perse, perché ce lo stanno dicendo a voce - denuncia Cavallaro - Noi abbiamo la tradizione orale dell'inchiesta, come l'Iliade e l'Odissea di Omero, il poeta cieco con investigatori qui abbastanza ciechi... Perché dico questo? Perché in teoria, se fosse stato trovato un Dna, comunque bisognava inserirlo", osserva. Infatti "oggi con le nuove tecnologie" si potrebbe dare un'identità a quel materiale genetico, come avvenuto per la consulenza che ha attribuito ad Andrea Sempio, nuovo indagato per omicidio in concorso mentre Alberto Stasi è l'unico condannato per il delitto, la compatibilità con un'impronta sulla scena. Insomma, se oggi avessimo quel Dna "agli atti, forse qualcosa di più avremmo potuto fare", conclude la giornalista.
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