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Estero
Il Belgio frena sugli asset russi, Kiev può attendere
Ieri 23-10-25, 23:55
AGI - Non poteva essere più chiaro il premier belga, Bart De Wever, al suo arrivo al vertice UE in cui si discuteva l'utilizzo degli asset russi per alimentare un prestito a favore di Kiev. "Abbiamo tre condizioni: mutualizzazione del rischio, garanzie da tutti i Paesi per contribuire a eventuali rimborsi e l'utilizzo di tutti i beni russi immobilizzati, non solo quelli detenuti dal Belgio", ha spiegato. E ha ammonito: "Se queste tre richieste, che sono del tutto ragionevoli, saranno soddisfatte, allora potremo andare avanti. In caso contrario, farò tutto ciò che è in mio potere a livello europeo, anche a livello nazionale, politicamente e giuridicamente, per fermare questa decisione". E nel dibattito al tavolo dei leader ha mantenuto la sua parola. Il vertice si è concluso con una dichiarazione che nei fatti non menziona l'utilizzo degli asset: "Il Consiglio europeo invita la Commissione a presentare, il prima possibile, proposte di sostegno finanziario basate su una valutazione delle necessità dell'Ucraina, e invita la Commissione e il Consiglio a portare avanti i lavori affinché il Consiglio europeo possa tornare su questa questione nella sua prossima riunione". Una formula generica molto meno precisa rispetto alle bozze che circolavano nei giorni prima del vertice che contenevano un riferimento all'uso degli asset russi. Il riferimento rimane quello standard, ormai nei paragrafi dell'Ucraina da un anno: "Fatto salvo il diritto dell'UE, i beni della Russia dovrebbero rimanere immobilizzati fino a quando la Russia non porrà fine alla sua guerra di aggressione contro l'Ucraina e non compenserà i danni causati dalla sua guerra". Il risultato è che la Commissione - non avendo alternative per finanziare l'Ucraina nei prossimi due anni -andrà avanti con il lavoro in modo da poter presentare un testo legale in tempo per il vertice del 18 dicembre. Le condizioni del Belgio per gli asset russi "Subiremo enormi richieste di risarcimento. Quindi, se vogliamo farlo, dovremo farlo tutti insieme. Vogliamo garanzie, se il denaro deve essere restituito, che tutti gli Stati membri contribuiscano. Le conseguenze non possono riguardare solo il Belgio. Inoltre, ogni Paese che ha immobilizzato beni si muova insieme a noi, perché noi siamo gli unici, Euroclear è l'unica istituzione finanziaria che offre extra-profitti all'Ucraina. Sappiamo che ci sono ingenti somme di denaro russo in altri Paesi che sono sempre stati silenziosi al riguardo. Se ci muoviamo, dobbiamo farlo tutti insieme. Questa è la solidarietà europea", ha rivendicato il premier belga. Ottimismo iniziale e la cifra in gioco Eppure durante la giornata molti leader si erano mostrati ottimisti nel poter convincere il Belgio a fare il passo avanti, promettendoli le garanzie e la solidarietà richiesta, a partire dell'Alta rappresentante per la Politica estera, Kaja Kallas. "Tutti concordano sul fatto che nessun Paese dovrebbe sostenere questo onere da solo", ha affermato. I 185 miliardi di cui si discute rappresentano oltre il 25% del PIL del Belgio. La posizione di Zelensky e le perplessità Il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, accogliendo il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, aveva annunciato che ci sarebbe stata la decisione politica di affidare il mandato alla Commissione per presentare una proposta legale per l'utilizzo degli asset russi. "Ci stiamo avvicinando a una decisione dei leader in merito all'uso dei fondi congelati, è una decisione che spaventa molto la Russia", ha detto il capo di Stato ucraino che auspica "i fondi possano arrivare già a inizio 2026". Le preoccupazioni dell'Eurogruppo e della BCE Il Belgio, pur essendo l'unico Paese apertamente contrario (oltre all'Ungheria, ovviamente), non è certamente il solo ad avere possibilità sul meccanismo proposto dalla Commissione. Il presidente dell'Eurogruppo, Paschal Donohoe, ospite alla riunione dell'Eurosummit con la presidente della BCE, Christine Lagarde, le ha confermate: "Ci sono alcuni elementi che è necessario continuare a preservare, il primo è che dobbiamo agire in modo coerente con il diritto internazionale; il secondo è che dobbiamo agire in modo da evitare nuovi rischi economici, né per l'area dell'euro né per i singoli Stati membri. Ma in terzo luogo, sappiamo perfettamente che dobbiamo trovare ulteriori modi per sostenere l'economia ucraina e la sua difesa". Dubbi legali e credibilità dell'euro Altri Stati, pur non opponendosi, chiedono "rassicurazioni sulla solidità giuridica dello schema", mentre la Commissione è accusata di aver "sottovalutato la complessità tecnica e legale dell'operazione". Tant'è che anche la Banca centrale europea mantiene prudenza, "preoccupata per le implicazioni sulla credibilità dell'euro come valuta di riserva mondiale". L'Italia, che contribuisce per circa il 12,5% alla chiave di finanziamento, chiede chiarezza su come calcolare le garanzie nel quadro del Patto di stabilità". Costa, "impegno a garantire la copertura finanziaria per Kiev" "I leader europei si sono impegnati a garantire che il fabbisogno finanziario dell'Ucraina sia coperto per i prossimi due anni. Abbiamo chiesto alla Commissione di presentare al più presto delle opzioni affinchè l'Ucraina possa disporre delle risorse necessarie per continuare a difendersi e lottare per una pace giusta e duratura nel 2026 e nel 2027, se necessario. La Russia dovrebbe prenderne atto". Lo ha dichiarato il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, in conferenza stampa al termine del vertice Ue. "L'Ucraina avrà le risorse finanziarie necessarie per difendersi dall'aggressione russa e in futuro. Ora, è necessario lavorare sugli aspetti tecnici, legali e finanziari del sostegno europeo. Torneremo su questo tema nel Consiglio europeo di dicembre", ha aggiunto.
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