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Politica
La disputa del terzo mandato agita il centrodestra. Salvini accelera
Oggi 07-06-25, 04:01
AGI - "Ma se mettiamo uno stop al terzo mandato allora diciamo no alla possibilità che Giorgia Meloni possa correre oltre due legislature?". Chi, in Fratelli d'Italia, perora la causa di cambiare la norma che limita a due i mandati dei governatori utilizza anche questo argomento a sostegno delle sue tesi, fermo restando che occorrerebbe cambiare anche l'impianto del testo sul premierato, che ora prevede lo stop dopo due mandati. Chi, sempre all'interno del partito della premier, è per il 'no' secco ne fa una questione di coerenza: "Come facciamo a cambiare linea dopo che abbiamo detto 'no' al Trentino e alla Campania? Rischiamo che i nostri elettori ne escano disorientati". Dossier sul tavolo Insomma, il dossier rilanciato ieri dal responsabile organizzativo del partito di via della Scrofa, Giovanni Donzelli, resta sul tavolo. In attesa - e per ora non c'è alcuna comunicazione in merito - che le forze politiche del centrodestra ne discutano in una riunione. Come chiede il vicepremier e leader della Lega, Matteo Salvini. In FI l'atteggiamento resta guardingo: "Per ora si tratta di vedere che effetto fa ...", dice un esponente azzurro. L'apertura di FdI dunque non è condivisa, "anche perché - riflette un altro big - che facciamo con De Luca ed Emiliano? Li rimettiamo in pista?". Strategia e tattica C'è chi ipotizza che il segnale arrivato ieri da Donzelli sia tattico, per creare problemi nel centrosinistra con i governatori del Pd, e lanciare la palla alla Conferenza delle Regioni, che sul tema del terzo mandato non ha una posizione univoca. In realtà, spiegano dai piani alti di via della Scrofa, ci sarebbe la disponibilità a riaprire il dibattito anche in mancanza di unanimità da parte dell'organo presieduto dal leghista Massimiliano Fedriga. E la mossa di FdI servirebbe più, viene spiegato, a 'stanare' i leghisti e aprire quindi ufficialmente la trattativa sul Veneto. Dal partito di Meloni si vuole capire quanto Salvini sia intenzionato a sposare la battaglia del terzo mandato a sostegno di Luca Zaia o quanto invece usi la contrarietà di FdI come scudo per spingere come candidato il 32enne suo vice Alberto Stefani. "In FdI non ci sono preclusioni sul tema", insiste un big del partito, "ora la palla passa a Salvini". "Se il candidato dovesse rimanere alla Lega, in ogni modo, meglio Zaia di Stefani", si scandisce dal partito di Meloni. "Noi lavoriamo per i cittadini e quindi ci interessa proporre il miglior candidato possibile e, in questa ottica, Zaia andrebbe bene, mentre un civico finora nessuno ce lo ha proposto", si aggiunge, "certamente non facciamo un discorso di 'bandierine' ma di qualità dei candidati". Discussione sulla Lombardia "Sul Veneto non ci sono dubbi. Ma è chiaro che a questo punto però dovremo allargare il discorso alla Lombardia, dove non si può dire che la situazione sia la medesima - si puntualizza in FdI -, dove cioè un eventuale terzo mandato dell'attuale governatore non significherebbe, come in Veneto, scegliere un candidato fortissimo". Mettere sul tavolo della trattativa delle regionali d'autunno anche la Lombardia, dove si dovrebbe votare nella primavera del 2028, dopo le politiche, potrebbe complicare ulteriormente l'andamento della trattativa tra gli alleati di centrodestra. Posizione di Salvini Intanto Salvini, dal canto suo, esorta a procedere speditamente. "Se facciamo veloci" si può approvare una legge che sblocchi il terzo mandato in tempo per le regionali d'autunno, afferma. E rimetterebbe in campo Zaia in Veneto? "Non facciamo le leggi per una persona - risponde -. Il principio è: in questo momento storico c'è la fila di gente che vuole a fare il sindaco con tutti i problemi che ci sono? O il governatore? Non sempre, se ne trovi uno bravo, è giusto che la gente se lo possa scegliere, tenerselo stretto per tutte le volte possibili. Non è per Zaia, per Fedriga, per Salvini, è per i cittadini. Se siamo convinti la facciamo, sennò andiamo avanti". "Io sono pronto" a incontrare gli alleati, "tranne domenica e lunedì che sono fuori per lavoro, sono pronto", assicura. "Siamo pronti a discutere di tutto quello che serve ai cittadini già oggi pomeriggio. Se si permette ai cittadini di scegliere un bravo sindaco, un bravo governatore per tutte le volte necessarie, noi ci siamo. Ogni scelta va fatta in fretta perché è giusto che la gente sappia", insiste. Apertura alla discussione Nelle file della maggioranza c'è una timida apertura a discutere il blocco di due mandati anche da parte di Noi moderati. "Siamo contrari al terzo mandato e lo restiamo ma riteniamo corretto aprire un confronto all'interno della coalizione e con le Regioni, nel caso emergesse una posizione condivisa - ribadisce Maurizio Lupi -. Siamo invece critici verso iniziative unilaterali delle singole Regioni". Prova di intelligenza politica "Credo che sia una prova, ancora una volta, di intelligenza politica della Meloni, nel senso che la vicenda delle Regioni rischia di lacerare la coalizione di centrodestra, di aprire un conflitto anche duro tra la Lega e il resto della coalizione, non sarebbe banale", è la lettura di uno che, nell'opposizione, si può definire interessato dalla norma, il governatore della Campania, Vincenzo De Luca. "Se la Lega perde Veneto e Lombardia, ha perduto la ragione sociale. Non ha più senso di esistere". "Se decidono la fanno domani mattina. Se il governo vuole, lo si fa in 48 ore. Non credo che abbiamo una forza frenante del Parlamento", aggiunge. In effetti, l'ultima volta che la Lega propose un intervento normativo sul tema fu in forma di un semplice emendamento, poi bocciato, a un decreto.
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