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Cosa sappiamo dell'impronta di Sempio. La nota dei pm e la mossa della difesa
21-05-2025, 16:10
La bomba giudiziaria nelle nuove indagini per il delitto di Garlasco è l'impronta che colloca Andrea Sempio sul luogo del delitto. Il colore "rosa-violetto" dell'impronta palmare attribuita dalla Procura di Pavia all'indagato per l'omicidio in concorso di Chiara Poggi "non dipende dalla presenza di sangue" ma dalla "reazione del reagente utilizzato dal Ris di Parma sulla parete delle scale. Lo afferma a LaPresse il consulente genetista della famiglia di Chiara Poggi, Marzio Capra, spiegando perché la fotografia sia di colore rossastro. Il reagente utilizzato nel 2007 dagli investigatori per trattare le "pareti e del soffitto del primo tratto della scala che conduce alla cantina" è la ninidrina. Già nella relazione dell'epoca si scriveva che il "risultato di questo processo risulta completamente visibile a distanza di tempo pari almeno ad una decina di giorni". Anche la Procura di Pavia, nella nota diffusa oggi sull'inchiesta relativa al delitto di Garlasco che vede indagato Andrea Sempio, non fa mai riferimento al sangue parlando di alcune "imprecisioni e inesattezze riportate dai media". La svolta della consulenza della perizia affidata dalla procura di Pavia al tenente colonnello del Ris Gianpaolo Iuliano e l'esperto Nicola Caprioli sul caso Garlasco è stata ottenuta "alla luce della nuove potenzialità tecniche a disposizione, sia hardware che software", spiega il procuratore capo Fabio Napoleone in una nota. E' così che a quasi 18 anni dal caso di Garlasco gli inquirenti sostengono che "l'impronta 33, evidenziata mediante l'impiego delle ninidrina, è stata lasciata dal palmo destro di Andrea Sempio, per la corrispondenza di numero 15 minuzie dattiloscopiche". Gli accertamenti dei consulenti, nella nuova inchiesta sull'indagine che vede indagato per omicidio l'amico del fratello della vittima hanno riguardato "tutte le impronte all'epoca dei fatti non attribuite o ritenute 'non utili'". L'impronta della mano destra attribuita a Sempio - non databile - è stata trovata sulla parete della scala dove è stato gettato dall'assassino il corpo di Chiara Poggi. Le superfici delle pareti e del soffitto, nel primo tratto della scala che conduce alla cantina di casa Poggi, "sono state trattate, nel corso delle operazioni tecniche e di repertamento eseguite in data 21 agosto 2007 dai Ris di Parma, con una soluzione di ninidrina spray al fine di evidenziare impronte e tracce latenti; in data 29 agosto 2007 i Ris di Parma hanno proceduto ad ispezionare le pareti e il soffitto delle scale della cantina precedentemente trattate con ninidrina individuando l'impronta '33' che è stata fotografata; il 5 settembre 2007 una parte dell'impronta '33' priva di creste potenzialmente utili per gli accertamenti dattiloscopici è stata asportata dal muro grattando l'intonaco con un bisturi sterile. L'ufficio sta procedendo ad ulteriori investigazioni sul punto" spiega la nota della procura. "Come emerge dalla relazione di consulenza tecnica del 2007 dei Ris di Parma la restante parte dell'impronta '33', potenzialmente utile per gli accertamenti dattiloscopici, era stata ritenuta 'non utile'". La nota arriva all'indomani del mancato interrogatorio di Sempio, dopo che l'immagine è stata mostrata al fratello di Chiara e ad Alberto Stasi, il fidanzato condannato in via definitiva a 16 anni di carcere per il delitto di Garlasco, per "una maggiore celerità ed efficienza delle indagini e al fine di sviluppare un eventuale contraddittorio con la difesa di Andrea Sempio, anche per eventuali deduzioni al riguardo". ''Vorrei precisare che non è una perizia, ma una consulenza della Procura quindi una consulenza di parte, andrà verificato il tutto. Adesso lavoreremo con calma e lucidamente e capiremo il da farsi'', ha detto ai microfoni di Storie Italiane su Rai 1, con Eleonora Daniele, l'avvocato Angela Taccia, che questa mattina ha ritirato le 80 pagine della copia della consulenza di parte sull'impronta di Sempio trovata sul muro della scala che porta alla taverna di casa Poggi. ''Andrea aveva già dichiarato a tutti, anche ai media, di aver frequentato ogni locale della casa della famiglia Poggi, tranne la camera matrimoniale dei genitori di Marco e Chiara'', ha aggiunto. Sulle presunte confessioni scritte da parte del ragazzo trovate nei rifiuti, ha spiegato: ''A me non risultano proprio, risultano dai media e per i media suo papà era già morto un anno fa. Attenzione a quello che si sente, bisogna vedere gli atti e con calma e lucidità capire cosa c'è effettivamente e lavorarci sopra''. ''La madre di Sempio era già stata male prima con la crisi di panico, non quando ha sentito il nome di quella persona - ha dichiarato relativamente al malore della donna sentita come testimone lo scorso aprile - Io dentro non c'ero, la mano sul fuoco non posso metterla, ma è tutto videoregistrato. Non è vero che ha sentito quel nome ed è svenuta, non è andata così''. E sullo svenimento di Sempio, a seguito delle domande dei carabinieri sul suo alibi nell'interrogatorio del 2008, ha chiarito: ''Non ci risulta, e poi quello non è un alibi. Hanno chiesto uno scontrino e gliel'ha fornito". "Se volete saperlo'', ha concluso, ''durante la perquisizione, l'ultima eseguita a casa dei genitori di Sempio, è stato trovato un altro scontrino di marzo 2020 quindi il collega Lovati, giustamente un po' scherzando, perché a questo punto non c'è più limite a niente, ha detto 'andremo a verificare se c'è stato un altro omicidio quel giorno lì'. La famiglia Sempio tiene tutto''.
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