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Politica
L'attacco di Grillo a "chi non vuole cedere il passo"
24-06-2024, 08:37
AGI - "Da quando mi vedo negli Altri non mi sopporto più. Ogni Altro mi mostra un me che mi è estraneo e detestabile. Così ho scoperto l'esistenza di un altro me, anzi di centomila odiosissimi e cattivissimi altri me. Ho provato a consolarmi pensando che chi mi detesta deve essere altrettanto odioso e cattivo. Ma poi mi sono ricordato che di Altri ne ho stroncati tantissimi anch'io: chi sono io per giudicarli? Soprattutto se a giudicarli è un odiosissimo e cattivissimo me?". Beppe Grillo torna a parlare dal suo Blog, questa volta con una riflessione densa di rimandi da interpretare, ma chiaramente riferita alla sua recente 'auto intervistà, che infatti linka nel suo intervento di oggi, sul futuro di M5s. "Il mio pensiero - spiega allora il Garante del Movimento - è diventato circolare e si è avviluppato. Sicché mi sono intervistato, e ho aspettato... Per rivedere negli Altri gli odiosissimi e cattivissimi me che avevo già visto mille altre volte. Ma chi sono gli Altri? Persone come me. Dunque anche loro sono odiosissimi e cattivissimi? Eh no, questa volta non ci casco: voglio pensare che siano persone ferite, fragili, tormentate e bisognose". E qui segue una articolata tipologia di 'Altrì: "C'è l'Altro che tiene famiglia e non può accettare che ciò che gli è stato ingiustamente dato gli sia giustamente tolto. C'è l'Altro che - è la stoccata di Grillo - ha vinto la lotteria delle elezioni e non vuole cedere il passo. C'è l'Altro che dice tutto e il contrario di tutto per non scontentare nessuno, finendo per scontentare tutti. C'è l'Altro buono solo a criticare gli Altri. E così via". "Non c'è nulla di male, sia chiaro, perchè siamo tutti così. Per questo dobbiamo amare gli Altri come amiamo noi stessi. D'altronde siamo gli animali più egocentrici del pianeta. Non è colpa nostra. Senonchè è proprio dalla coscienza di ciò che sono gli Altri, e dunque ciò che siamo noi, che dovremmo fondare le nostre regole. Siamo i pazzi che ci hanno provato per davvero - rivendica - al punto da invocare la nostra fine una volta finito il lavoro". "Forse arriverà un giorno in cui le istituzioni non saranno infestate dagli Altri, in cui non ci affideremo più a pifferai e decideremo autonomamente il nostro destino, in cui penseremo al futuro dei giovani e non dei vecchi. Forse, ma non è oggi questo giorno", conclude Grillo.
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