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Economia e Finanza
“La politica di Musk costa a Tesla oltre un milione di auto vendute”, rivela uno studio
Oggi 29-10-25, 11:50
AGI - Da quando Elon Musk ha acquisito Twitter, poi ribattezzato X, nell’ottobre del 2022, la sua figura è diventata sempre più divisiva. E ora, secondo un nuovo studio del National Bureau of Economic Research (NBER) firmato da economisti della Yale University, quella polarizzazione avrebbe avuto un costo economico misurabile: miliardi di dollari in mancate vendite per Tesla. Il documento, pubblicato questa settimana, quantifica per la prima volta come le azioni politiche del fondatore e CEO di Tesla, inclusa la sua collaborazione con l’amministrazione del presidente Donald Trump e donazioni per circa 300 milioni di dollari a candidati repubblicani, abbiano influito direttamente sulla domanda di auto elettriche del marchio negli Stati Uniti. Secondo le stime dei ricercatori, le vendite di Tesla sarebbero cresciute del 67%–83% in più tra ottobre 2022 e aprile 2025, se non fosse intervenuto quello che definiscono “l’effetto partigiano Musk”. Tradotto in numeri: tra 1 e 1,26 milioni di veicoli in più avrebbero potuto essere venduti sul mercato americano. Nel frattempo, le case automobilistiche rivali, da Ford a Rivian, fino a General Motors, hanno beneficiato del vuoto lasciato da Tesla, con un aumento stimato delle proprie vendite di veicoli elettrici e ibridi tra il 17% e il 22%. Lo studio evidenzia come gli acquirenti di orientamento democratico, tradizionalmente più sensibili alle tematiche ambientali e quindi più inclini a scegliere un’auto elettrica, si siano progressivamente allontanati da Tesla. La causa? Il comportamento pubblico sempre più politicizzato di Musk, divenuto uno dei simboli della destra americana più libertaria. Secondo i sondaggi analizzati dal team di Yale, il marchio Tesla ha perso consenso soprattutto tra gli elettori democratici urbani, mentre il gradimento è cresciuto leggermente tra gli elettori repubblicani. Tuttavia, questo spostamento non è bastato a compensare il calo complessivo delle vendite. Un lieve recupero d’immagine si è registrato solo quando Musk ha spostato l’attenzione dell’azienda verso nuove tecnologie, come i robotaxi, la guida autonoma e i robot umanoidi, settori in cui Tesla punta a mantenere la leadership globale. Le ripercussioni, però, non si limitano al bilancio aziendale. Il documento dell’NBER sottolinea come la polarizzazione politica generata da Musk abbia rallentato anche i progressi della California verso i propri obiettivi di transizione ecologica. Secondo i ricercatori, lo Stato avrebbe potuto raggiungere i target di veicoli a zero emissioni previsti per il 2026 “se non fosse stato per l’effetto partigiano di Musk”. Nel terzo trimestre del 2025, le immatricolazioni di Tesla in California sono diminuite del 9,4%, con la quota di mercato scesa al 46,2%, segnando il livello più basso degli ultimi anni. Intervistata dalla CNBC, Robyn Denholm, presidente del consiglio di amministrazione di Tesla, ha cercato di minimizzare la questione, affermando che “la percezione esterna del coinvolgimento di Musk nel governo degli Stati Uniti è in diminuzione”. Tuttavia, l’azienda non ha ancora rilasciato un commento ufficiale sullo studio del NBER. Il caso Tesla evidenzia come, nell’epoca dei social media e dei CEO-star, le fortune di un marchio possano essere indissolubilmente legate alla personalità del suo leader. Musk, capace di rivoluzionare settori come l’aerospaziale e la mobilità elettrica, si trova ora di fronte a una nuova sfida: riconquistare la fiducia dei consumatori oltre le divisioni politiche.
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