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Cronaca
Licenziata la maschera della Scala che aveva urlato "Palestina libera"
Ieri 29-05-25, 19:30
AGI - È stata licenziata la maschera della Scala che lo scorso 4 maggio, all'ingresso della premier Giorgia Meloni in teatro, ha urlato "Palestina Libera". Lo denuncia il Cub del Piermarini. "È arrivato il verdetto ghigliottina della direzione nei confronti della giovane donna del personale di sala che dalla prima galleria ha urlato "Palestina libera" prima del concerto del 4 maggio, all'ingresso di Giorgia Meloni in palco reale", informa il sindacato scaligero. "Evidentemente per la direzione la giovane ha detto qualcosa da punire severamente - aggiungono -. Nel provvedimento di licenziamento, firmato dal sovrintendente Fortunato Ortombina, viene sottolineato che ha tradito la fiducia disobbedendo a ordini di servizio ma a noi vien da dire che lei ha dato retta alla sua coscienza. L'obbedienza non è più una virtù, così come scrisse Don Milani". "A Giorgia Meloni - scrive il sindacato - la direzione del Teatro per compiacenza offre la testa della ribelle che intendeva denunciare il silenzio complice del suo governo verso il genocidio che si compie tutti i giorni a Gaza - proseguono -. Metteremo in campo tutte le azioni sindacali per difendere questa coraggiosa ragazza a cui va la nostra massima solidarietà. Difenderemo il diritto al lavoro e il diritto a manifestare il proprio pensiero. In questo Teatro - concludono - sembra di assistere al restringimento di tutti gli spazi democratici in sintonia col decreto sicurezza che il governo ha appena sfornato". Sala, parlerò con il sovrintendente "Non ne ho parlato con il sovrintendente, voglio parlare con lui e capire le ragioni". Lo ha detto il sindaco di Milano e presidente della Fondazione Teatro alla Scala, Giuseppe Sala. "Mi pare un provvedimento assolutamente spropositato - le parole di Pierfrancesco Majorino, capogruppo del Pd in Consiglio regionale della Lombardia -. Vogliamo vederci chiaro e comprendere esattamente la reale dinamica dei fatti. Non mi permetto di entrare nel merito di valutazioni che non spettano a me, tuttavia, mi chiedo cosa possa essere accaduto per giustificare una decisione tanto drastica".
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