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Economia e Finanza
L'intelligenza artificiale a scuola: tutor personalizzati per tutti ma il ruolo del docent...
Oggi 27-11-25, 14:19
AGI - Come cambierà la scuola in un mondo in cui ogni studente può avere un tutor personale alimentato dall'intelligenza artificiale? A questa domanda hanno risposto Jayna Devani, Education Lead per Europa, Nord Africa e Medio Oriente di OpenAI, e Antonio Pisante, CEO di Yellow Tech e Presidente di AIFIA, in una video-intervista pubblicata sul canale YouTube di Andrea Muzii, ex campione mondiale di memoria e fondatore di Accademia Atena. Il messaggio è chiaro: l'IA non sostituirà l'insegnante, ma renderà possibile un tutoraggio personalizzato su larga scala e un apprendimento più accessibile, flessibile e inclusivo. L'Italia al centro della strategia educativa di OpenAI Nel corso dell'intervista, Devani ha sottolineato come l'Italia stia giocando un ruolo chiave nella strategia globale di OpenAI per l'education. OpenAI ha infatti siglato un accordo quadro con la CRUI, che rappresenta 1,2 milioni di studenti e 200.000 docenti e personale, oltre a partnership con atenei importanti come l'Università Bocconi. "Siamo qui in Italia per ascoltare, imparare e capire come i casi d'uso nell'insegnamento e nell'apprendimento stiano davvero supportando docenti e studenti, per poi amplificarli nel resto del mondo", ha spiegato Devani, citando il principale caso d'uso di ChatGPT: l'apprendimento. Tutoraggio democratico e impatto sul lavoro dei docenti Pisante, invece, ha raccontato l'esperienza di Yellow Tech, che ha già collaborato con oltre 500 scuole superiori sul territorio nazionale. "Il maggiore impatto dell'IA sugli studenti è il tutoraggio personalizzato. Per la prima volta, tutti possono avere un tutor che si adatta al loro ritmo e al loro livello di conoscenze. Il tutoraggio personalizzato è da sempre uno dei modi più efficaci per imparare, ma non è mai stato democratico. Con l'IA lo diventa". Secondo Pisante, l'IA sta già cambiando anche il lavoro quotidiano degli insegnanti in tre dimensioni principali: produttività (preparazione più rapida di lezioni, materiali, esercizi e correzioni), qualità didattica (contenuti più mirati, aggiornati e ricchi) e ripensamento della valutazione. I tradizionali compiti a casa, ha osservato, perdono significato se uno studente può delegare tutto all'IA; per questo molte scuole stanno sperimentando colloqui orali, attività in classe e compiti che integrano esplicitamente l'IA nel processo. Il ruolo centrale del docente e la co-progettazione Sia per OpenAI che per Yellow Tech il ruolo del docente resterà centrale. Devani ha descritto il lavoro del team Education di OpenAI come "un supporto agli insegnanti, non una sostituzione". Ha spiegato che OpenAI collabora con scuole, università e Ministeri dell'Istruzione per condividere una visione sull'evoluzione della tecnologia, portare ai docenti le best practice già in corso in altri Paesi e co-progettare l'uso dell'IA in classe. "Non è nostro compito dire come, quando e perché usare l'IA a scuola. Vogliamo costruire una tecnologia di uso generale e co-progettarne l'adozione insieme agli esperti, cioè i docenti". Ha citato l'esempio di un docente di marketing digitale che, usando la modalità vocale di ChatGPT come assistente di feedback durante le presentazioni degli studenti, integra l'IA nella valutazione senza tuttavia sostituire il proprio giudizio. Etica, trasparenza e il futuro dell'apprendimento Uno dei temi più sensibili affrontati nell'intervista è quello della fiducia nel sistema educativo in presenza dell'IA. Pisante ha spiegato che l'IA deve essere messa al servizio di chi ha competenza educativa, sottolineando che l'essere umano resta sempre responsabile della dimensione relazionale, motivazionale e psicologica. Ha poi ribadito l'importanza di integrità e trasparenza, affinché studenti e famiglie comprendano obiettivi e logiche di funzionamento degli strumenti AI. Tra le proposte operative: evitare raccolte invasive di dati, garantire agli studenti la possibilità di optare per l'esclusione dai dati di addestramento e rendere visibili i system prompt nelle scuole. Un altro tema chiave è il rischio di pigrizia mentale. Devani ha spiegato che OpenAI sta investendo in studi longitudinali per misurare se e come l'IA possa migliorare abilità come il pensiero critico. Ha parlato poi del lancio della Study Mode in ChatGPT, una modalità che, anziché fornire subito la risposta, applica principi pedagogici, spingendo lo studente a ragionare. Per il futuro, Devani immagina percorsi di apprendimento altamente personalizzati e comunità educative nativamente AI, con governi, docenti e aziende tech impegnati a ridisegnare curricoli, standard etici e modalità di valutazione.
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Il Resto del Carlino
