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Estero
Marine Le Pen: ore decisive per il suo futuro politico
31-03-2025, 10:47
AGI - Sono ore decisive per il futuro politico di Marine Le Pen e per la Francia. Questa mattina i giudici si pronunceranno sul processo che la vede coinvolta sulla gestione dei fondi del parlamento europeo. La Francia attende di sapere se Marine Le Pen potrà candidarsi - per, con ogni probabilità, vincerle - alle prossime elezioni presidenziali. Il futuro politico della leader del Rassemblement national è in bilico: un tribunale francese deve decidere se estrometterla in via definitiva dalla vita politica per le accuse legate alla gestione dei fondi del Parlamento europeo. La richiesta dell'accusa Al termine di un processo durato due mesi, e con grande sorpresa di tutti, l'accusa aveva chiesto una condanna a cinque anni di ineleggibilità con esecuzione provvisoria oltre a cinque anni di reclusione, di cui due non sospesi, e una multa di 300.000 euro. “Abbiamo capito chiaramente che la posta in gioco va al di là di quest'aula, ma il tribunale procederà come sempre”, ha avvertito la presidente Bénédicte de Perthuis all'inizio della lettura di fronte a Marine Le Pen, seduta in giacca blu in prima fila, accanto al vicepresidente del partito Louis Aliot. Marine Le Pen e il Front National Le Pen, che incarna un'estrema destra de-demonizzata ma ancora radicale e più forte che mai, con un numero record di parlamentari, è diventata una figura familiare per i francesi da quando, 15 anni fa, ha preso il timone del Front National. L'immagine del controverso partito fondato da suo padre Jean-Marie Le Pen negli anni '70 è stata smussata e ammorbidita e Le Pen stessa è stata già candidata alla presidenza tre volte e due volte è andata al ballottaggio contro Emmanuel Macron. Con pazienza e metodo il membro più giovane della famiglia Le Pen, che oggi ha 56 anni, ha cambiato la narrazione politica della estrema destra francese, arrivando a cambiare nome al partito nel 2018. Ha lavorato per far dimenticare gli sfoghi razzisti e antisemiti del patriarca e le radici del partito, che alla sua creazione annoverava ex membri del collaborazionismo petainista o dell'organizzazione clandestina Oas. La "de-demonizzazione" del Front National è arrivata fino all'esclusione di Jean-Marie Le Pen nel 2015, una decisione che, tuttavia, la leader-figlia "non si perdonerà mai". Con il volto rassicurante di una "madre" preoccupata di difendere i "più vulnerabili" e il potere d'acquisto dei francesi, Le Pen ha cancellato o abbandonato nel corso degli anni gli aspetti più duri del programma del suo partito, come l'uscita dall'euro. Si è proclamata il "miglior scudo" per gli ebrei francesi, ergendo la laicità a vessillo contro il "fondamentalismo islamico" pur giudicando al contempo l'Islam "compatibile con la Repubblica". A lungo accusata di essere compiacente nei confronti della Russia di Vladimir Putin, sembra aver preso le distanze dopo l'invasione dell'Ucraina nel 2022. Ora il suo destino politico è appeso a una faccenda di spicci: al processo per il caso degli "assistenti fittizi" al Parlamento europeo si è presentata come una vittima e ha gridato allo scandalo, convinta che il sistema giudiziario voglia la sua "condanna a morte politica".
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