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Estero
Notre Dame riapre. Spesa cifra record per il restauro
06-12-2024, 15:44
- Cifre folli e un restauro in tempi record. Della cattedrale di Notre Dame, che sabato 7 dicembre, dopo cinque anni, riaprirà i battenti, saranno i numeri a dettare il ritmo del ricordo. Un ricordo tragico quello del 15 aprile 2019, quando gli schermi di tutto il mondo mandavano in scena lo scempio delle fiamme sul simbolo più amato di Parigi e della storia d'Europa. Immagini scioccanti a cui il presidente Emmanuel Macron, solo 24 ore dopo, reagì promettendo ai francesi una Notre Dame "ancora più bella entro cinque anni". - UN RESTAURO DA 700 MILIONI DI EURO, 340 MILA I DONATORI Promessa mantenuta a suon di numeri da capogiro: a partire dal costo della ristrutturazione, 700 milioni di euro a fronte di 846 milioni raccolti da donatori privati. La legge che disciplina l'opera, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale nel 2019, prevede comunque che tutte le donazioni siano destinate al progetto. I 146 milioni di euro in più serviranno quindi a ristrutturare l'esterno dell'edificio. La cifra stessa di chi ha partecipato alla 'rinascità della cattedrale è impressionate: 340.000 donatori. Tra i più importanti troviamo grandi e ricchissime famiglie francesi tra cui gli Arnault e il gruppo LVMH ma anche la famiglia Bettencourt-Meyers e L'Orèal, che hanno messo nella 'cagnottè, come i francesi chiamano la raccolta di fondi, 200 milioni ciascuna. La famiglia Pinault e il gruppo Total hanno pagato 100 milioni di euro. No mancano Bouygues o JC Decaux, Sociètè Gènèrale, BPCE, Axa e Sanofi nell'elenco dei grandi donatori. Anche i privati mettono le mani nel portafoglio. Secondo la Fondazione Notre-Dame, una delle quattro organizzazioni autorizzate a ricevere donazioni, hanno contribuito in media con 236 euro per un totale di 350 milioni di euro. Ora la cattedrale gotica più famosa del mondo è pronta a riaprire anche al pubblico che parteciperà alla prima messa già domenica 8 dicembre. Lo stesso Macron ha riconosciuto la "sfida folle" di un rinnovamento in cinque anni durante il suo discorso di venerdi' 29 novembre. Il presidente ha parlato di uno "shock da riapertura" che dovrebbe essere "forte come quello dell'incendio, ma che sarà comunque uno shock di speranza". - 2000 ARTIGIANI IMPEGNATI PER 2.063 GIORNI DI LAVORO Al cantiere, durato appunto cinque anni, per un totale di 2.063 giorni di lavoro (5 anni, sette mesi e 22 giorni), hanno partecipato 2.000 artigiani. "Eravate gli alchimisti del sito e avete trasformato il carbone in arte", ha dichiarato Macron davanti ai 1.300 contributori presenti sul posto durante quest'ultima visita prima della riapertura. Hanno preso parte ai lavori artigiani del legno, del metallo e della pietra, ponteggi e conciatetti, campanisti, doratori, scultori e persino architetti. Durante i lavori è stato necessario montare e smontare diverse impalcature man mano che il cantiere avanzava, costruendo più di 1.200 tonnellate di impalcature interne. Uno "spirito di fraternità unico" per un "progetto senza precedenti" ha detto Macron ricordando anche il generale Jean-Louis Georgelin, nominato capo dei restauri nel 2019 e morto nel 2023, prima della riapertura. - TRUMP, MUSK, MATTARELLA E ZELENSKY, 50 LEADER ALLA CERIMONIA La cerimonia di riapertura di sabato si svolgerà alle 18 e l'occasione vedrà il presidente tenere un discorso davanti alla cattedrale. Presenti una cinquantina di capi di stato e di governo di cui l'Eliseo non ha ancora fornito la lista. Ma è già trapelata la presenza di Donald Trump, con Melania e con una delegazione che potrebbe prevedere anche Elon Musk. Joe Biden sarà rappresentato da sua moglie, Jill Biden. Al loro fianco, presidenti di molti Paesi europei. L'italiano Sergio Mattarella, il greco Ekateri'ni Sakellaropoùlou e il brasiliano Lula. Sarà presente anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Numerosi anche gli ospiti appartenenti alla famiglia reale inglese. Per re Carlo III parteciperà William e tra le teste coronate il Principe Alberto II di Monaco, cosi' come Maometto VI e Abdallah II, re di Marocco e Giordania. Per quanto riguarda Filippo VI, re di Spagna, la sua presenza non è stata confermata.
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