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Estero
Re Carlo in Vaticano nei 10 anni della "Laudato sì"
Ieri 23-10-25, 20:44
AGI - Il grande impegno di Re Carlo in difesa del Creato è stato al centro della visita compiuta oggi dal sovrano inglese in Vaticano. E in particolare Carlo ha testimoniato la sua ammirazione per il documento più importante di Francesco. Sono passati infatti dieci anni dalla pubblicazione di Laudato Sì, l’enciclica di Papa Francesco sulla cura della casa comune che, il 24 maggio 2015, cambiò profondamente il modo in cui la Chiesa guardava al rapporto tra l’uomo e il creato. A distanza di un decennio, con la sua visita Carlo ha voluto contribuire a rilanciare il messaggio di Bergoglio che conserva intatta la forza profetica con cui il Pontefice aveva denunciato le radici morali, sociali ed economiche della crisi ambientale, invitando tutti - credenti e non - a una conversione ecologica che non fosse soltanto tecnica ma anche interiore e comunitaria. Il titolo dell’enciclica, ripreso dal Cantico delle Creature di San Francesco d’Assisi, esprimeva già nella sua semplicità l’anima del testo: un inno di gratitudine al Creatore e, insieme, un grido di dolore per una terra ferita dall’indifferenza e dallo sfruttamento. Papa Francesco invitava a riconoscere che “tutto è connesso”, che la povertà umana e il degrado ambientale sono due facce della stessa crisi e che non potrà esserci vera giustizia se non si costruirà un’ecologia integrale, capace di unire il rispetto per la natura, la solidarietà con i più deboli e la responsabilità verso le generazioni future. In questi dieci anni Laudato Si’ ha ispirato una miriade di iniziative in tutto il mondo. Nelle parrocchie, negli istituti religiosi, nelle università, ma anche in movimenti laici e associazioni civili, è diventata un punto di riferimento per ripensare i modelli di sviluppo e le abitudini quotidiane. In molti Paesi, specialmente nel Sud del mondo, la voce del Papa ha dato forza a chi difende le foreste, l’acqua e i diritti delle comunità locali contro l’avanzata di interessi economici predatori. È nata una rete globale di impegno, con programmi come la Laudato Si’ Action Platform e con iniziative educative rivolte ai giovani, che hanno trovato nell’enciclica non solo un testo spirituale, ma anche un manifesto di giustizia sociale e ambientale. A Roma, il decennale è stato ricordato con conferenze e momenti di preghiera. Alla Pontificia Università Gregoriana si sono riuniti teologi, economisti e scienziati per riflettere sulle sfide future, consapevoli che la crisi climatica è oggi ancora più grave di quando Francesco scrisse il suo appello. Lo stesso Pontefice, negli anni successivi, è tornato più volte su quei temi, ribadendo che la risposta all’emergenza ecologica non può essere solo tecnologica ma deve toccare le coscienze, le scelte politiche e le strutture economiche che alimentano l’ingiustizia e l’inquinamento. Nonostante le tante buone pratiche nate in questi anni, il bilancio non può dirsi del tutto positivo. Il cambiamento di mentalità auspicato dal Papa procede lentamente, frenato da interessi economici e da una cultura del consumo che sembra impermeabile a ogni richiamo etico. Le disuguaglianze globali si sono aggravate, e i Paesi più poveri continuano a pagare il prezzo più alto del riscaldamento globale. Tuttavia, l’enciclica ha avuto il merito di introdurre un nuovo linguaggio nel dibattito mondiale: parlare di “casa comune” significa ricordare che la Terra non è un bene da possedere ma un dono da custodire insieme. Nel messaggio per la Giornata mondiale di preghiera per la cura del creato del 2025, Papa Leone XIV - successore di Francesco - ha ripreso con forza lo spirito della Laudato Si’, sottolineando che “la creazione non è un campo di battaglia per risorse vitali, ma un bene condiviso da proteggere con gratitudine e giustizia”. Le sue parole hanno dato nuovo impulso a un cammino che, pur tra contraddizioni e difficoltà, continua a unire comunità religiose, istituzioni e cittadini in ogni parte del mondo. Papa Francesco aveva posto una domanda che resta attualissima: “Che tipo di mondo vogliamo lasciare a chi verrà dopo di noi?”. Dieci anni dopo, l’enciclica verde continua a parlare con la voce limpida del Vangelo e la forza della ragione, ricordandoci che la cura della Terra è inseparabile dalla cura dell’uomo. In un tempo di crisi ecologica e sociale, Laudato Si’ resta una bussola per chi crede nella possibilità di un futuro più giusto e sostenibile, fondato non sul dominio ma sulla fraternità universale e sulla responsabilità condivisa verso la casa comune.
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