s
Sport
L'estate di Osimhen è stata una commedia degli equivoci
05-09-2024, 15:07
L’inizio della fine di questa commedia degli equivoci scivolata da tempo nella farsa con velleità da musicarello 2.0 e sfumature da buddy movie dove alla fine i due amiconi rotolano nel fango, comincia con un “Fatto!” che Aurelio De Laurentiis consegna ai social-posteri a due giorni dallo scorso Natale, quindi svariate vite fa: dopo un tira-molla durato mesi Victor Osimhen ha appena firmato il rinnovo del contratto, si è visto triplicare lo stipendio fino ad accarezzare gli 11 milioni netti a stagione e ha accettato una clausola rescissoria che si aggira sui 130 milioni di euro. “Fatto!”, come no. L’accordo tra le parti era questo: a giugno, tanti saluti e ognuno per la sua strada. Nel calcio funziona così: il rinnovo è un apostrofo rosa tra le parole “dove devo firmare?” e “ciaone”. Avanti popolo: da lì in poi è baraonda. Passano pochi giorni e l’agente di Kvaratskhelia in un’intervista dice che “Osimhem in estate andrà a giocare in Arabia”. La replica di Osimhen arriva attraverso una Instagram Story: “Sei un idiota, non parlare di me!”. C’è nervosismo, in giro. Nel mentre ADL ridisegna la geografia e con azzardata sicumera assicura che “Osimhen andrà al Real Madrid, al Paris Saint Germain o in Premier League: è inutile nasconderlo, lo sappiamo tutti”. Alt, ci siamo persi qualcosa. In queste ore circola la foto di Osimhen con la maglia del Galatasaray, evidentemente qualcosa dev'essere andato storto. E’ cronaca: è finita che il centravanti giocherà in Turchia, almeno un po’, il tempo di ripensarci tra qualche mese. Ci va in prestito, senza diritto di riscatto. Si è accordato per uno stipendio di 6 milioni netti di euro. Più passano le ore e più nelle foto il sorriso di Victor va scomparendo: di milioni se ne aspettava 11, quelli che gli garantiva il Napoli. E così il trasferimento last-minute ha chiuso una telenovela penosa e l’eco delle sue gesta - per i tifosi del Napoli - risuona con sempre meno forza in una lontananza che non appartiene più a nessuno. Gli almanacchi mettono a referto 26 gol in 32 partite nella stagione dello scudetto, quando - davvero - Victor Osimhen era il re della città. Poi ha perso la corona e la voglia di giocare, non necessariamente in quest’ordine. La gloria, la polvere: questa è la parabola. Numeri: 4 stagioni (2020-2024), 133 partite e 76 gol complessivi. Arriva l’estate, l’estate arriva sempre. Osimhen ha il trolley chiuso, Conte però non sa cosa farsene, di lui: il nuovo allenatore ha in mente solo Lukaku. Rulla il calciomercato. Il Chelsea punta tutto su Osimhen. Affare fatto, anzi no. Fermi tutti, c’è il Paris Saint-Germain. Affare fatto, anzi no. A margine: il Real Madrid chiamato in causa in tempi sospetti da ADL manco si fa vedere. Osimhen, come nella canzone di Jannacci, “è fisso che scruta nella notte / Ha visto nulla, ma in compens l'ha sentii nient”. Ultima pista, l’Al-Ahli. L’offerta: 65 milioni al Napoli, 30 milioni a stagione per lui per 4 anni. Intanto il suo agente, Calenda, si lancia in argomentazioni alla Oronzo Canà: “Osimhen è un giocatore del Napoli, con un contratto rinnovato recentemente con reciproca soddisfazione. Non è un pacco da spedire lontano per fare spazio a nuovi profeti”. La reciproca soddisfazione, il pacco, i profeti. Colpo di scena: Arabia (non) esaudita. ADL alza il prezzo, pretende 80 milioni, si sente fino a Forcella il “Pfff” degli arabi che prendono la deviazione e comprano – per la metà dei soldi – Toney dal Brentford. A mercato chiuso Osimhen finisce fuori rosa, ma è un attimo, il tempo di finire in prestito al Galatasaray. Ci guadagnano tutti, i protagonisti di questa mini-serie. “Fatto!”.
CONTINUA A LEGGERE
8
0
0
Guarda anche
Il Foglio
17:19
Finisce a carte bollate. Alla fine Sangiuliano denuncia Boccia
Il Foglio
13:29