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Anche per i giudici Todde è decaduta: lei non molla e la sinistra prova a salvarla
Ieri 29-05-25, 07:38
Altri tempi, quando il M5S salutava qualsiasi sentenza della Magistratura con un'ovazione. Quando pure un semplice avviso di garanzia portava alla richiesta di immediate dimissioni. Ora in Sardegna, con le spalle al muro, emergono altre reazioni, molto diverse da quelle del passato. La voragine è quella che si è aperta ieri con la sentenza del Tribunale di Cagliari che respinge il ricorso della Presidente della Regione Alessandra Todde contro l'ordinanza di decadenza del collegio di garanzia elettorale. Con parole pesantissime: «Le violazioni contestate alla ricorrente sono risultate tutte sussistenti», scrivono i giudici. E ancora: «Le violazioni disattendono integralmente la disciplina in materia di spese elettorali, rendendo impossibile verificare con sicurezza i fondi ricevuti dalla ricorrente, il soggetto finanziatore e l'impiego delle somme». Insomma un vero e proprio cataclisma che rischia di affondare la prima ed unica governatrice del M5S, con conseguenze che potrebbero essere avvertite fino a Roma, nei già travagliati rapporti tra Elly Schlein e Giuseppe Conte. Lei, la Presidente, risponde a muso duro e dice di voler andare avanti: «Impugniamo la sentenza, perché le violazioni contestate non sussistono, come pure rilevato dalla Corte dei Conti e dalla Procura della Repubblica di Cagliari». Il clima, va detto, non è dei più salubri, in molti ipotizzano il ricorso ad elezioni anticipate ad ottobre (con le altre sei Regioni), il centrodestra considera la sua un'esperienza finita, il M5S naturalmente la difende a spada tratta, e dal Pd al momento arrivano solo fredde difese formali. Senza incertezze il giudizio del deputato di Fratelli d'Italia e coordinatore regionale del partito Francesco Mura: «La sentenza mette definitivamente la parola fine a una legislatura che, nei fatti, non è mai realmente iniziata». Un ragionamento che prosegue: “l'esperienza di governo è caratterizzata da improvvisazione e pressapochismo, elementi che hanno purtroppo contraddistinto l'azione politica del Movimento Cinque Stelle, oggi come ieri». Anche il deputato e segretario regionale di Forza Italia Pietro Pittalis non usa mezzi termini: «La Presidente Todde prenda atto della sentenza e sia coerente rassegnando immediatamente le dimissioni, ed eviti così ulteriori danni ai sardi». Dai capigruppo della Lega Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo giunge un invito alla coerenza: «I grillini hanno sempre detto che le sentenze non si possono commentare e che un qualsiasi procedimento è un'onta che deve portare a dimissioni immediate». Quindi ora «mandino a casa la loro presidente». Di tutto altro avviso l'infuriato Giuseppe Conte: «Le opposizioni, prima di parlare in modo così scomposto, si facciano consigliare dai legali e cerchino di interpretare bene le sentenze. Che noi rispettiamo sempre». Dimissioni? Ma per carità, prosegue il leader del M5S: «Alessandra è nel pieno dei suoi poteri, continuerà a esercitarli, e continuerà, con tutti i gradi di giudizio, a chiarire in pienezza di trasparenza e in pienezza di correttezza il operato, anche per quanto riguarda le spese elettorali». Il Nazareno non interviene direttamente ma manda in avanscoperta il capogruppo dem in Consiglio regionale Roberto Deriu: «È un passaggio di un iter processuale che sarà molto lungo, come avevamo già detto d'altronde». Per l'esponente del Pd: «Bisogna aspettare una pronuncia definitiva, senza la quale non è possibile per il Consiglio regionale pronunciarsi in modo formale». Certo i rapporti tra la Presidente ed il suo principale alleato si sono raffreddati sensibilmente da qualche mese. Da quando la Todde di testa sua nominò i commissari delle Asl e delle aziende universitarie e regionali, con gli assessori dem che abbandonarono per protesta la riunione. Una frattura che sembra riemergere anche in queste ore, pochissimi dem dichiarano la loro solidarietà alla Presidente. Insomma una storia d'amore che sembra arrivata al tramonto.
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