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Archivio Terragni, Rampelli: "Lo Stato lo acquisisca"
Ieri 29-07-25, 18:55
L'archivio dell'architetto Terragni, genio del razionalismo italiano, deve essere un patrimonio visibile a tutti, tutelato dallo Stato e acquisito dal ministero della Cultura. È l'appello lanciato da un gruppo di architetti studiosi del razionalismo italiano che nel corso di una conferenza stampa presso la Camera dei deputati ha presentato le realizzazioni in 3d di alcuni progetti dell'arch. Giuseppe Terragni, tra cui il Danteum in via dei Fori Imperiali. All'evento organizzato dall'Arch. Flavio Mangione studioso di Terragni, già docente di progettazione architettonica presso la Sapienza di Roma, hanno partecipato il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d'Italia, il nipote Attilio Terragni, l'Arch. Cristiano Rosponi, Presidente di Agenzia per la Città, Paolo Bianchi Consigliere di amministrazione della Società Dantesca, l'Arch. Antonio Schiavo docente aggiunto. La conferenza è stata promossa dal presidente della commissione Cultura Federico Mollicone che, in un messaggio ha sottolineato: “È un nostro dovere riscoprire la pregevole opera di Giuseppe Terragni, dimenticata purtroppo insieme a quella di altri grandi razionalisti, per via di un'analisi esclusivamente storica e politica del periodo in cui sono fioriti. Noi applichiamo una lettura artistica e riconosciamo anche in Italia i meriti che a Terragni sono riconosciuti già in tutto il mondo”. “M'impegno – ha detto Rampelli- affinché ci sia un coinvolgimento del ministro Giuli che da sempre è sensibile alla valorizzazione dell'architettura razionalista. Un artista come Terragni ci dimostra come sia possibile avere varie scuole di architettura moderna, magari collegate all'identità del tempo e del luogo che le ospitano, anche diverse tra loro che si contrappongano: l'opposto di ciò che abbiamo attualmente, ovvero un unico grande modello seguito dalle archistar globali, pronte a calare sostanzialmente la stessa costruzione vuota e né praticità da Shanghai a Roma; si veda la Vela di Calatrava recentemente inaugurata come scultura e non più come costruzione di pubblica utilità, cosa che doveva originariamente essere. Siamo pronti a supportare questo percorso in favore della tutela dell'archivio Terragni, una partitura fondamentale per questa disciplina così identitaria per l'Italia”. Secondo l'Arch. Flavio Mangione, che ha operato un lavoro di riordino e digitalizzazione dei progetti presenti nell'archivio Terragni, “dobbiamo evitare che accada quanto successo con l'archivio di un altro gigante del razionalismo, Adalberto Libera, il cui archivio ora è in Francia. Chiediamo a Rampelli, da sempre promotore e difensore dell'architettura razionalista di fare un ulteriore sforzo affinché lo Stato italiano acquisti l'archivio Terragni”. Non a caso, lo stesso Attilio Terragni, anche lui architetto e custode dell'archivio, che si premura di rendere disponibile alla fruizione di tutti gli studiosi della materia, ha rimarcato la necessità di rendere pubblico questo patrimonio: “Per comprendere la portata di Giuseppe Terragni, basti pensare che una delle sue opere a Como è considerata dai manuali statunitensi tra i cento edifici che uno studioso americano deve assolutamente vedere per conoscere appieno le architetture europee. Questo tipo di archivi si offre alla formazione e allo studio di tutti, dal più giovane studente al più affermato professionista, in quanto con diverse funzioni e capacità di utilizzo è sempre un elemento fondamentale nel comprendere e tramandare un'architettura che ha fatto la storia d'Italia e d'Europa”. Paolo Bianchi, del cda della Società Dantesca che a suo tempo aveva commissionato il Danteum ha citato “la visione del Terragni di architettura come forza che disciplina le doti costruttive utilitarie giungendo a un fine estetico ben più alto, che si realizza quando si raggiunge l'armonia di proporzioni che induce l'animo dell'osservatore a sostare in contemplazione e commozione. Questa definizione di architettura è scritta da un genio, non c'è dubbio.” Per l'Arch. Cristiano Rosponi, presidente di Agenzia per la Città, ha auspicato “che si possa un giorno finalmente costruire sia l'Arco della Pace di Adalberto Libera all'Eur sia il Danteum”.
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