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Assalto al Pd, ecco il piano per fare fuori Schlein: chi lavora all'alternativa
13-06-2025, 10:55
Il letargo è finito. Il flop di giugno sui referendum (e ancora di più la vittoria inventata per 48 ore), ha fatto suonare la sveglia. Prima che sia troppo tardi, avvertono i "sediziosi". L'oggetto delle attenzioni è Elly Schlein, la segretaria che è andata dietro a Maurizio Landini per puri calcoli ideologici e per sfoggiare la fiammante tre posti: Pd, M5S, Avs. Come per magia, proprio nei giorni dell'analisi della sconfitta, ricompare Ernesto Maria Ruffini. L'ex direttore dell'Agenzia delle entrate viene da un tour lungo mesi nelle Parrocchie italiane, da Nord a Sud. È tornato a Roma per annunciare la “bella” notizia: la nascita dei circoli "Più uno" (dal titolo del suo ultimo saggio). «È in corso un attacco alla democrazia e all'Europa che non sarà possibile fronteggiare senza un'alleanza costituzionale», scrive Mister Tasse, che all'inizio della sua corsa, nel dicembre scorso, ricevette la benedizione di Romano Prodi. Il professore bolognese è da sempre critico con la sua concittadina del Nazareno, troppo movimentista ed estranea alla cultura dei cattolici democratici per entrare nelle grazie dell'ex Presidente Ue. I circoli del fiscalista nascono con un discreto supporto marketing. L'invito ad aderire spopola sulle piattaforme: «Crea il tuo comitato o aderisci personalmente». Una strategia che ricorda quella lanciata da Matteo Renzi nelle primarie Pd del 2012, poi vinte da Pierluigi Bersani. Non a caso fu il "battesimo" operativo per Ruffini, protagonista di tutte le prime Leopolde. Una biografia importante la sua, figlio di un ministro democristiano, nipote di un arcivescovo di Palermo, e fratello minore di Paolo, prefetto per la Santa Sede. I circoli sono un sasso nello stagno del campo largo, tutte i precedenti tentativi di costruire una Margherita bonsai sono miseramente falliti. All'operazione, dall'esterno, arriva il plauso dell'ex Presidente della Regione Abruzzo ed attuale deputato dem. Dice al Tempo Luciano D'Alfonso: «Ruffini raccoglie ed esprime molta intelligenza dell'Italia che ragiona e che coltiva il merito delle questioni». Una promozione a pieni voti: «Sono convinto che sarà un costruttore». Ci mette una buona parola anche il vicepresidente di Italia Viva Davide Faraone: «Tutto ciò che mira a far crescere il mondo riformistava benissimo. Stiamo lavorando da tempo a questo obiettivo». Insomma se sono rose fioriranno. Nelle stesse ore è tornato a proporre il suo chiodo fisso Goffredo Bettini, «serve una tenda moderata». Una soluzione respinta al mittente dai riformisti (ha parlato il senatore Filippo Sensi) ma che a breve potrebbe essere l'unicavia di uscita per la minoranza. Soprattutto se la segretaria decidesse di anticipare il congresso a dopo le regionali, con un unico scopo. Ottenere una maggioranza bulgara e silenziare i dissidenti. Così è Michele Anzaldi, che fu spin doctor di Francesco Rutelli e di Matteo Renzi a proporre una soluzione. “Chi ha a cuore le sorti del futuro del campo democratico farebbe bene a organizzare un caffè tra il professor Arturo Parisi e l'onorevole Pina Picierno alla luce delle loro interessanti interviste”, scrive Anzaldi sui social. Nell'ala più spinta dei riformisti è da mesi in corso una riflessione: come si fa a convivere con Elly Schlein? Le frizioni, soprattutto al Parlamento Europeo, sono state tante e tutte clamorose: sull'Ucraina e sulla proposta di riarmo europeo. L'ultimo casus belli la decisione del Nazareno di spingere a testa bassa sui referendum della Cgil. Per cento La bassa affluenza al referendum che il Pd si è rivenduto come un gran successo Pur sapendo di avere mezzo partito contro. L'eventuale esodo di una parte della minoranza è anche il sogno ricorrente di Matteo Renzi. Il leader di Italia Viva pensa di poter recuperare un ruolo da protagonista a tutto campo rimettendo insieme un nucleo di riformisti, prevalentemente proprio del Pd. Un desiderio del tutto comprensibile, l'ex Presidente del Consiglio non è accolto nel salotto "buono" del campo largo, e la sua creatura politica è da anni nel limbo, almeno dal punto di vista elettorale. Il punto di arrivo sarebbe un nuovo forte cespuglio moderato, in grado di fronteggiare le spinte dei tre "padroni" dell'alleanza, Elly Schlein, Giuseppe Conte, e la coppia di Avs. Il punto è: i piani del Rottamatore sono compatibili con quelli del suo vecchio "discepolo"? E dal Nazareno come sarebbe accolta il nuovo ‘bonsai': partner o concorrente? Insomma le grandi manovre per togliere il volante dalle mani della spericolata segretaria.
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