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Caso Orlandi, la pista del "sottobosco erotico": nuovi nomi e l'ombra della Banda
Ieri 11-06-25, 11:47
Il vicepresidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, il dem Roberto Morassut, è tornato a parlare dei due casi intervenendo il 10 giugno a DiMartedì su La7. Commissione che ha ripreso in mano documenti vecchi e vicende nuove, aprendo spiragli inattesi come un filone investigativo mai realmente approfondito. Morassut ha ricordato l'ampiezza del lavoro svolto: 20 deputati, 20 senatori, 27 consulenze e 62 persone coinvolte, una vera “radiografia”, come l'ha definita lui stesso, che ha messo in luce dettagli prima sommersi. Tra questi, un aspetto rimasto finora nell'ombra ha finalmente attirato la sua attenzione: una pista che collega le ragazze scomparse al sottobosco erotico degli anni '80. “Ci fu una linea di ricerca che andava nella direzione del mondo della pornografia, giornali erotici... un mondo che aveva bisogno di adescatori.” Una pista abbandonata troppo presto, ha spiegato Morassut, per far spazio all'ipotesi del terrorismo internazionale, sostenuta anche da Giovanni Paolo II: “Poi esplose la pista internazionale con il comunicato Turkesh (l'allora sconosciuto Fronte di Liberazione Turco Anticristiano, ndr) del 3 agosto... Wojtyla disse alla famiglia che era terrorismo internazionale”. Ma un nuovo possibile colpo di scena arriva da un rapporto della polizia: un'attrice raccontò di essere stata portata a un incontro con un uomo “azzimato, in una macchina di lusso”, che le propose ruoli ambigui. Il sospetto? Che fosse Renatino De Pedis, boss della Banda della Magliana: “Fa pensare... io, quando ho letto, ho pensato a questo.” Morassut sottolinea come dai documenti in possesso della commissione personaggi di questo ambiente legato ai film e alle riviste a luci rosse abbiano “sfiorato” le due ragazze, senza mai toccarle direttamente. E su Emanuela e Mirella, il suo punto di vista è chiaro: “Sono due casi separati, ma con elementi comuni: promesse di lavoretti retribuiti, persone di fiducia, e la frase di Mirella ‘troverò i soldi'.” Ci sarebbero anche dei nomi e dei cognomi all'esame della Commissione, che Morassut non rivela. Il parlamentare ammette tuttavia che ci sono difficoltà evidenti nel far riemergere queste storie perché "il mondo a cui appartenevano queste figure è carsico... difficile trovarne le tracce.”
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