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Chi ha paura di Musk. Il Pd boicotta X, Meloni risponde: “Non prendo ordini da nessuno”
19-12-2024, 09:57
Il Pd lancia il boicottaggio di X. E intanto la premier risponde a chi in Senato l'aveva accusata di essere la serva dei poteri forti, come appunto la parlamentare dem Simona Malpezzi, che l'aveva accusata di sottostare ai diktat del patron di Tesla Musk. «Su Elon - controbatte la premier - non so che film abbiate visto. Ci dobbiamo capire su una differenza fondamentale che c'è tra me e quanto abbiamo visto negli anni passati. Io posso essere sua amica ed essere allo stesso tempo presidente del primo governo che in Italia ha fatto una legge per regolamentare l'attività dei privati nello spazio. Ho un buon rapporto con un sacco di gente e non prendo ordini da nessuno». Per la leader di Fratelli d'Italia, la polemica sull'imprenditore è scoppiata solo dopo che ha sostenuto Donald Trump: «Finché ha sostenuto il partito democratico americano nessuno ha detto una parola». Parte, dunque, l'ennesima stoccata o meglio quella da k.o. verso quel Nazareno, che le inventa tutte pur di indebolirla: «Non consento ingerenze a nessuno, guardo solo all'interesse nazionale. Ma sono felice, che in questo dibattito (sostiene, rivolgendosi alla parlamentare dem) difendete la sovranità nazionale dalle ingerenze straniere. La considero una grandissima impresa di Musk, anche più di essere arrivato sulla luna». Detto ciò, continuano le invettive progressiste. In tal senso, si era già distinto Sandro Ruotolo, eurodeputato Pd, che intervenedo alla plenaria di Bruxelles, aveva detto sul miliardario: «Dovrebbe essere messo sotto osservazione». E ancora: «Tik tok è dall'inizio dell'anno sotto la lente di ingrandimento della Commissione Europea per le potenziali violazioni del Regolamento sui servizi digitali. Anche la piattaforma X dovrebbe essere messa sotto stretta osservazione perché il suo proprietario, Elon Musk, non è più un semplice privato cittadino, ma è anche un soggetto politico perché ha un ruolo nell'amministrazione Trump. L'Ue deve prenderne atto». Lo zenith è con «un appello all'Europa: liberiamoci dello strapotere del signor Musk». Il bombardamento retorico concentrico, comunque, ha concentrato un po' tutto il Pd, fin su su al vertice. «Non accettiamo l'idea di Musk che i miliardari decidono quali giudici devono andare via», ha detto Elly Schlein in riferimento a quel famoso post in cui il tycoon attaccava le toghe italiane. E ancora, sempre Schlein, stigmatizzava che a destra «fanno amicizia con le multinazionali, con i Musk di questo mondo». E ancora Andrea Orlando giocava di iperboli, notando come «Musk faccia ormai parte integrante della maggioranza di governo». L'attenzione per il miliardario non lascia immuni nemmeno gli alleati dei dem. E così Angelo Bonelli, di Alleanza Verdi Sinistra, utilizza quella chiave per attaccare Matteo Salvini e la stretta sui guidatori che hanno assunto droghe contenuta nel codice della strada: «Salvini al suo amico Elon Musk, che non ha mai fatto mistero di assumere Ketamina, cosa farebbe? Gli vieterebbe l'entrata in Italia?».
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