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Conte "commissaria" il Pd. Le condizioni a Giani: sì al Reddito, no ai cantieri
Oggi 20-08-25, 07:50
Di primo acchito, i più hanno pensato a uno scherzo dell'intelligenza artificiale, «non ci posso credere». Un misto di ironia e sbigottimento che ha inseguito i fiorentini sotto l'ombrellone, quello che qui fu un “partitone” che si inchina agli storici nemici che volevano annientarlo. Roba da fakenews, mica può essere vero. In fondo non è logico pensare allo scambio di amorevoli sensi tra un Presidente rotto a tutte le esperienze, di quelli che in Toscana affettuosamente definiscono «di bosco e di riviera», e la senatrice che si arrampicava sugli scranni per inveire contro il Pd. Poi con quell'espressione del viso immortalato dalle foto ufficiali: il Governatore con il suo tipico sorriso beato alla Forrest Gump, la pasionaria del Quarticciolo con lo sguardo enigmatico, come una Gioconda che sa di averla fatta troppo grossa. Insomma, è naturale che la stretta di mano tra i due, Eugenio Giani e Paola Taverna, avvenuta lunedì negli uffici della Presidenza della Regione, un bel palazzo affacciato su piazza del Duomo, continui a far discutere. Troppo facile infierire: fu Paola Taverna, infatti, che in uno dei suoi più celebri accessi di schiettezza definì i colleghi dem: «mafiosi, schifosi, siete delle merde, ve ne dovete andare, dovete morire». Altro che «zozzoni» tenne a precisare con un francesismo la pasionaria che arrivò alla vicepresidenza del Senato. Insomma è successo per davvero. Una "soap" di fine estate: cronaca di un irresistibile ascesa, dalle "galanterie" al tappeto rosso. Quello che il Governatore e il segretario regionale del Pd, Emiliano Fossi, stendono per accogliere la commissaria di via di Campo Marzio e la consigliera regionale Irene Galletti. L'occasione era di quelle da gran galà: la firma di un accordo pre-matrimoniale di ben 23 punti, meglio abbondare che deficere. Il coronamento di un faticosissimo inseguimento ordinato da Elly Schlein: portatemi all'altare Giuseppe Conte, non bado a spese. Così, più che un banale atto notarile, è venuta fuori una resa vera e propria: tutto quello che era nostro, da domani sarà (anche) vostro. Una sorta di farsesco incontro di Teano, dove i "Garibaldi" del Nazareno hanno stabilito di consegnarsi armi e bagagli alla nuova Casa regnante. Parlano le carte, quel contratto Punti percentuali Questa la posta in palio dell'accordo tra Pd e M5S per le regionali onerosissimo che eleva gli slogan dei Cinque Stelle a programma di una Regione: dal reddito di cittadinanza, al salario minimo, dall'acqua pubblica, alla riduzione dell'orario di lavoro a parità di salario. Oltre alle parole d'ordine, anche la "carne viva": la messa in discussione dello scalo fiorentino al centro di un eterno dibattito sull'allungamento della pista, la revisione del piano cave e il no alla multiutility. Gli avversari intanto la prendono in ridere, dice il forzista Marco Stella: «È un patto per la decrescita infelice». Più realismo che sarcasmo. Peraltro la cessione di potere, va oltre la Toscana, e si definisce anche nelle Marche. Lo spiega la stessa sacerdotessa pentastellata: «Abbiamo chiesto a Matteo Ricci che il patto per la legalità e la trasparenza amministrativa sia inserito tra i primi atti della nuova Giunta». Il candidato del campo largo ha fatto di più: per creare la giusta sintonia con Giuseppe Conte, ha messo subito in chiaro che nel suo programma non ci sarà nessun rigassificatore. Un niet che gli è costato il rifiuto di Carlo Calenda al campo largo. Un disegno nazionale pensato negli eleganti uffici di Via di Campo Marzio, annettiamoli. O meglio facciamo del Pd la nostra copia scolorita. A partire dai temi nazionali: "pacifismo", no al riarmo, attacco ad alzo zero contro Israele. Dal Parlamento alle piazze, ed ora alle Regioni: ovunque imponiamo i nostri cavalli di battaglia. Con la benevola complicità della segretaria dem, che osserva e batte le mani, «ce l'abbiamo fatta», disse piena di gioia dopo il referendum che dette il via al matrimonio toscano. Quello tra un Presidente scavezzacollo, e l'ex senatrice che amava scardinare le scatolette di tonno. Come presagiva Jovanotti: «Mi fido dite, cosa sei disposto a perdere».
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Il Tempo
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