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Conte si sfila, riformisti Pd contro Bonaccini. Zuffa a sinistra sul referendum estivo
Oggi 17-05-25, 07:44
Un giallo agita il Nazareno: la misteriosa scomparsa dell'eurodeputato Stefano Bonaccini. Dove è finito l'ex governatore dell'Emilia-Romagna? I colleghi iniziano a essere preoccupati, poiché l'influente esponente del Pd ha fatto perdere le tracce dalla plenaria di marzo. Il giorno in cui il suo gruppo parlamentare a Strasburgo si divise a metà come una mela e il malcapitato presidente dell'assemblea nazionale dem votò a favore dell'Ucraina con i “balordi” dell'area riformista, mentre i fedelissimi di Elly Schlein naturalmente si schierarono sul fronte opposto. Finì per puro miracolo 11-10, perché la segretaria chiese in ginocchio ai suoi pacifisti integrali (Marco Tarquinio e Cecilia Strada) di darle una mano. Insomma, da quel momento in poi, la “ciurma” si scatenò: «Non si è mai visto un presidente che vota contro l'indicazione del suo partito, si dimetta». Ecco, da allora, lo sfortunato emiliano, che negli ambienti si racconta essere preda da due anni di una perniciosa sindrome di Stoccolma, si è eclissato. È nascosto in un sotterraneo del Nazareno? O forse in una località segreta nella sua regione d'origine? Il mistero si è infittito nei giorni scorsi: la sua segretaria, la malefica Elly, in un'intervista ha affermato con sicurezza: «Anche Stefano Bonaccini voterà 5 sì ai referendum dell'8 e 9 maggio». Diavolo di una capoufficio: ma come ha fatto a saperlo? In Transatlantico gira già una ricostruzione: l'ex governatore ha assunto una nuova portavoce. I più complottisti invece immaginano uno scenario più cupo: Elly tiene segregato l'eurodeputato e lo costringe a schierarsi sempre dalla sua parte. «Inutile», suggeriscono i più malfidati, «Stefano lo farebbe comunque». Il giallo comunque resta; non esistono dichiarazioni pubbliche sui referendum così assertive dell'ex presidente dell'Emilia-Romagna. Certo, la sua area politica, quella della minoranza, si è espressa chiaramente: due sì (cittadinanza e imprese appaltanti) e tre schede da non ritirare (Jobs Act). Tutti i più influenti esponenti dell'area riformista: gli ex ministri Lorenzo Guerini e Marianna Madia, gli eurodeputati Pina Picierno e Giorgio Gori, il senatore Filippo Sensi e la deputata Lia Quartapelle. Tutti tranne uno: lui, il “rifugiato”. Che pure fu leader della minoranza dopo la bruciante sconfitta alle primarie dem del febbraio 2023, ad opera proprio di Elly Schlein, la quarantenne che nessuno vide arrivare e che era cresciuta proprio nel “cortile” dello sconfitto: vicepresidente della Regione Emilia-Romagna. Insomma condottiero dei riformisti, ma da subito afflitto da una brutta “patologia”: la progressiva dipendenza dalla numero uno. “È un replicante” iniziarono a dire, infastiditi, i suoi colleghi, scegliendo alla guida di Energia Popolare il senatore Alessandro Alfieri. Poi la brutta scivolata a Strasburgo ed, infine, la scomparsa. Un “remisage”: prima o poi riapparirà in pubblico, un eurodeputato in pace con sé stesso, il clone perfetto della segretaria. Già, perché mentre Elly Schlein e Maurizio Landini si dannano per una “missione impossibile” (sfiorare o raggiungere il quorum a giugno) un'altra “scomparsa” agita il campo largo. Si tratta dell'astutissimo Giuseppe Conte: nelle ultime settimane mai una dichiarazione tonante sui referendum. L'avvocato ha scelto un profilo bassissimo, «a metterci la faccia siano altri». L'ex Presidente del consiglio si starebbe liberando del classico cerino in mano: così anche una eventuale debacle l'8 e 9 giugno si trasformerebbe in un punto a suo favore. In pratica il leader che sa scegliere le partite giuste, in primis quella combattuta in Europa. La sconfitta stavolta non potrebbe essere orfana: saranno evidenti le impronte della segretaria del Pd e del leader di Corso Italia. Anche gli ex amici di Stefano Bonaccini stanno per pregustare il risultato: l'atto di accusa alla segretaria che è andata incontro alla “batosta”, e solo per marcare una distanza con il passato recente. L'aria è quella che si respirava giovedì a Milano all'inaugurazione del circolo Matteotti: Quartapelle, Picierno e Guerini a braccetto con colleghi di Azione e Italia Viva. Insomma il nuovo reality show del Nazareno, tra sparizioni, intrighi e congiuri. E l'ultimo chiuda la porta.
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