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Corsa contro Il Tempo. Gli ultimi insulti da Dibba e Ascari per nascondere la rete islamista
Oggi 18-08-25, 09:19
Invece di rispondere agli interrogativi e alle questioni sollevate dalle inchieste de Il Tempo preferiscono correre dal giudice di turno per imbavagliare la stampa. Lo fanno con minacce di querele e insulti, pensando che in questo modo nessuno oserà più dare le notizie e porre domande scomode. È un'abitudine a cui i politici (o ex politici) di sinistra stanno facendo ormai l'abitudine. L'elenco è lungo. Gli ultimi ad iscriversi a questa pratica sono l'ex grillino (oggi attivista ProPal) Alessandro Di Battista e la deputata del Movimento 5 Stelle Stefania Ascari. Entrambi promettono querele contro il nostro giornale. Cosa ha dato loro fastidio? Semplice: un'inchiesta meticolosa pubblicata su queste colonne da Giulia Sorrentino in cui vengono riportati fatti circostanziati, anche supportati da video, da cui emergono le loro frequentazioni con la rete filo Hamas che sta sempre più prendendo piede nel nostro Paese. Partiamo da "Dibba". Sono ormai lontani i tempi in cui procedeva fianco a fianco dell'ex gemello diverso Luigi Di Maio. Oggi l'astro nascente del Movimento delle origini ha intrapreso una crociata senza esclusione di colpi contro il governo Netanyahu. Nello stesso video pubblicato ieri per annunciare la querela a Il Tempo, parla del «terrorismo sionista», dello «Stato genocida di Israele» e di fantomatiche «bestie di Satana». L'ex deputato non ha gradito la pubblicazione delle immagini che lo ritraggono in un centro islamico di Milano insieme a Sulaiman Hijazi, palestinese filo Hamas (esultò il giorno della strage del 7 ottobre) considerato vicino a Mohammad Hannoun, presidente dell'associazione Palestinesi in Italia, il quale proprio due giorni fa ha detto candidamente di «simpatizzare» per Hamas che «lotta per i suoi diritti». Insieme a loro c'era anche Ascari. La stessa deputata che a fine luglio ha organizzato un convegno alla Camera con la relatrice Onu Francesca Albanese, immortalata guarda caso abbracciata a Hijazi. Ascari fa sapere che presenterà querela sempre per lo stesso motivo. Non le è piaciuta la copertina de Il Tempo "Antisemiti a cinque stelle". Sostiene che «ogni limite è stato superato», quando invece ciò che il nostro giornale chiede all'onorevole pentastellata, così come a Di Battista, è per quale motivo frequentino personaggi che «simpatizzano» per Hamas, quella sì un'organizzazione terroristica antisemita. Per il momento, preferiscono ricorrere a un giudice. Come ha minacciato di fare, ad esempio, anche Luca Bauccio, avvocato del foro di Milano in quanto legale di Hijazi. Ecco cosa scriveva poco più di un mese fa sui social: «Avete permesso a dei pazzi di incendiare il mondo. Ammazzare bambini. Distruggere ogni cosa. Questa pazzia verrà a bussare alle vostre porte e chiederà dei vostri figli. Non vi basterà chiamare la questura, né far sequestrare qualche bandiera. Quando toccherà il vostro turno, sarà il vostro turno. Maledetti pavidi e servi. Solo una rivoluzione ci può salvare», scriveva utilizzando esattamente il termine rivoluzione. Ma ha anche postato una foto con su scritto che «bombardare Gaza per sconfiggere Hamas e come bombardare la Sicilia per sconfiggere la mafia. O sei cretino o sei un criminale». L'esercito dei querelanti arruola tra le sue fila anche un'altra parlamentare, la senatrice di Avs Ilaria Cucchi. Era l'ottobre dello scorso anno quando Il Tempo pubblicò lo scoop sulla mail del sostituto procuratore Marco Patarnello in cui Giorgia Meloni veniva definita «più pericolosa di Silvio Berlusconi perché non ha inchieste». Il problema, per Cucchi, non era il contenuto di quella mail che il magistrato si era scambiato con altri colleghi dell'Anm. No, la senatrice di sinistra chiese «alla Procura di Perugia di indagare per conoscere le modalità con cui il quotidiano "Il Tempo" è entrato in possesso della corrispondenza privata e sapere se il fatto è lecito o costituisce reato». Un tentativo di mettere il bavaglio al nostro giornale, sempre minacciando querela, ha visto protagonista anche l'ex magistrato, oggi deputato M5S, Federico Cafiero De Raho. Non gli andò giù un articolo (basato su quanto emerso in Commissione parlamentare antimafia) che svelava i suoi rapporti con il finanziere Pasquale Striano, indagato nell'ambito dell'inchiesta della procura di Perugia sui dossieraggi. Non poteva mancare, ovviamente, un altro idolo della sinistra più battagliera: Ilaria Salis. L'ex occupatrice di case, oggi membro dell'europarlamento grazie a Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli che l'hanno sottratta al processo in Ungheria, è andata su tutte le furie quando ha letto gli articoli che raccontavano i suoi arresti domiciliari a Budapest. Li riteneva diffamatori. La stessa Salis, però, tra non molto potrebbe dover affrontare nuovamente le forche caudine del processo ungherese. Dipenderà dai suoi colleghi eurodeputati chiamati ad esprimersi sulla richiesta di revoca dell'immunità. In quel caso, però, guai a ritrovarsi di fronte a un giudice. Sarebbe un duro colpo alla democrazia, ha detto.
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