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Croce e delizia. Ma che noia se non ci fosse Trump
Oggi 04-05-25, 14:27
La foto, le destre in giro per il mondo, l'economia (dazi compresi): Trump e solo Trump al centro delle discussioni, sempre e comunque. Andiamo con ordine, perché vedo in giro troppi critici incapaci di ragionare con un minimo di equilibrio. Cominciamo dalla foto, quella vestito da Papa. Mi piace? No, punto e basta. È una tragedia? Neanche per sogno. È un atto blasfemo, offensivo, ripugnante? No, è una scelta "narrativa" di un uomo certamente ego-riferito oltre ogni limite umano conosciuto (sin qui), ma che proprio per questo raccoglie consensi a milioni. È una scelta impeccabile sotto il profilo istituzionale? Neanche per sogno, ma Trump è Trump perché rompe tutti gli schemi, in particolare quelli tanto cari ai tifosi del "politically correct" (che spesso hanno rifilato fregature epocali al popolo, quello che di cui spacciano per difensori). Passiamo alle elezioni, perché il voto in Australia segna una brillante vittoria del progressista Anthony Albanese e una pesante battuta d'arresto dei Conservatori. È un risultato in sintonia con quello dei liberali di Mark Carney in Canada, non privo di elementi in comune con il clamoroso risultato di Farage alle amministrative in Gran Bretagna (quest'ultimo però è a destra dei Conservatori classici inglesi). Ma com'è possibile mettere insieme Albanese, Carney e Farage? Serve semplicemente ragionare, invece di strillare a prescindere. Le due vittorie di sinistra avvengono su una piattaforma identitaria e nazionalista, in cui canadesi e australiani si sono riconosciuti, premiando il Primo Ministro in carica nel pieno della bufera sui dazi (scatenata da Trump): Albanese e Carney, cioè, vincono facendo una campagna elettorale di destra per reagire all'offensiva americana portata avanti dalla più forte figura della destra mondiale, cioè il Presidente degli Stati Uniti. La riprova di tutto questo è Farage: dove la minaccia dei dazi non c'è (UK da sempre fuori dal mirino di Trump) non solo vince la destra, ma addirittura lo fa quella più estrema, già protagonista di Brexit. E qui si apre un tema serissimo (che riguarda anche Giorgia Meloni): coma fa la destra a livello internazionale a tenere insieme le cose. Chiudiamo sull'economia, perché qui gli "haters" di Trump dovrebbero sforzarsi di guardare i numeri. Dato numero uno: Wall Street chiude la settimana con il nono rialzo consecutivo (mai accaduto dal 2004), recuperando praticamente i livelli di due mesi fa. Dato numero due: ad aprile in USA 177.000 nuovi posti di lavoro. Dato numero tre: PIL americano che cala dello 0,3 %. Spiegazione: nel calcolo del PIL si portano le importazioni a sottrazione (da tutto il resto) e siccome queste ultime sono cresciute del 41 % (gli importatori hanno fatto enormi scorte di magazzino temendo i dazi), ecco che questo ha sballato tutti i conti (oltre ai minori acquisti della PA, bandiera dell'amministrazione). The Donald, croce e delizia. Pensa che noia se non ci fosse lui.
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