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Da Ramy ad Ascoli: quando vestire la divisa può trasformarsi in reato
Oggi 27-07-25, 08:12
Quando fare il proprio lavoro può trasformarsi in reato. Nell'Italia del 2025, indossare una divisa ha i suoi rischi che non sono legati solo ai pericoli della professione. Nell'ultimo anno, ma non solo, poliziotti, carabinieri e finanzieri sono finiti sotto indagine più volte, sempre nell'esercizio delle loro funzioni, nel caso in cui siano stati costretti ad usare un'arma o se, agendo per contrastare un reato, il presunto malvivente di turno ha riportato lesioni o addirittura la morte. Spesso è l'inizio di un'inchiesta per eccesso di legittima difesa, lesioni o perfino omicidio. A Verona, il 20 ottobre 2024, un poliziotto ferroviario ha sparato tre colpi contro un 26enne maliano armato di coltello. Il giovane è morto. L'agente è stato indagato per eccesso colposo di legittima difesa: la magistratura vuole verificare se la reazione sia stata proporzionata. Scenario simile a Villa Verucchio, la notte di Capodanno: un maresciallo dei Carabinieri ha ucciso un 23enne egiziano che aveva appena accoltellato quattro persone. Indagine aperta per eccesso colposo, anche se i video lo mostrano mentre tenta invano di fermare l'uomo con colpi alle gambe. Ma dai filmati emersi, l'autorità inquirente ha concluso che il carabiniere «non aveva altra scelta» e ha chiesto l'archiviazione del caso, ritenendo il suo uso della forza legittimo data la situazione estrema. Ma non sempre va a finire così. Nel Salernitano, ad Atena Lucana, il 13 aprile scorso, una pattuglia ha intercettato dei ladri in fuga. Dopo che i fuggitivi hanno forzato un posto di blocco, un carabiniere ha sparato, ferendo un uomo al collo. Indagato anche lui per eccesso colposo e lesioni, mentre l'arma è stata sequestrata. Il caso ha riaperto il dibattito sulla «iscrizione automatica» degli agenti coinvolti in episodi violenti, che secondo alcuni potrebbe demoralizzare le forze dell'ordine. A Isola di Capo Rizzuto, l'8 ottobre 2024, un vice ispettore fuori servizio ha inseguito un'auto in fuga dopo un incidente. Ne è nata una colluttazione: l'agente, accerchiato e colpito, ha sparato. Un uomo è morto. L'agente è indagato per omicidio, mentre il figlio della vittima lo è per tentato omicidio nei suoi confronti. Il 10 maggio 2024, davanti alla stazione centrale di Milano, un egiziano ha aggredito la polizia brandendo pietre nascoste in un maglione. Un agente ha sparato ferendolo alla spalla. Risultato: 60 giorni di prognosi per il ferito e indagine per lesioni aggravate per l'agente. “Iscrizione tecnica”, ha specificato la Procura. Infine, il 13 giugno a Francavilla Fontana, in provincia di Brindisi, due poliziotti hanno preso parte a uno scontro a fuoco con due latitanti accusati di aver ucciso un carabiniere. Uno dei ricercati è morto. Anche qui, l'inchiesta si apre per omicidio colposo. Ma le inchieste non riguardano solo i colpi sparati. Anche gli inseguimenti, come nel caso di Ascoli «un carabiniere indagato dopo aver affiancato due ladri in fuga), possono trasformarsi in fascicoli penali. Il più noto alle cronache è quello di Ramy Elgaml, 19 anni, morto a Milano dopo una fuga in scooter, lunga otto chilometri, in sella con un amico. Anche in questo caso, oltre al conducente dello scooter, è finito indagato anche il carabiniere che guidava l'auto di servizio per eccessiva vicinanza durante l'inseguimento e durata “sproporzionata”. Due altri carabinieri rischiano per falso e depistaggio: secondo la Procura avrebbero omesso nei verbali il contatto tra i veicoli e chiesto a un testimone di cancellare un video. Sparare, inseguire, fermare un sospetto non sono solo gesti operativi, ma atti che aprono le porte al codice penale. E per chi indossa una divisa, l'accusa può arrivare prima ancora del riconoscimento del merito.
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