s

Dalla nuova moschea di Milano al suocero di Hijazi fino ad Hannoun. La rete islamista amica di M5S e Pd
Oggi 19-08-25, 09:31
Toh, chi è che ha ripostato sui propri social, rilanciandola, la manifestazione tenutasi sabato a Milano da parte dell'Api, l'associazione di Mohammad Hannoun? Mahmud Asfa, ovvero il volto del Centro Culturale Islamico di via Padova a Milano, nonché imam-architetto che vuole costruire la nuova grande moschea nel capoluogo lombardo e suocero di Sulaiman Hijazi, l'uomo di cui ci stiamo occupando nella nostra inchiesta che era presente alla Camera durante l'evento organizzato dai 5 Stelle per la presentazione del report della relatrice speciale Onu Francesca Albanese. Ebbene, Asfa è molto vicino, ovviamente, a Hijazi: i due, oltre al legame di parentela che li lega, sono spesso insieme all'interno della moschea di Via Padova, sono vicini nelle iniziative e sono diversi i momenti che li ritraggono insieme. Perché però un uomo come Asfa, che da sempre rappresenta il volto moderato dell'Islam, che si spende per il dialogo interreligioso, dovrebbe sponsorizzare su Facebook (su un profilo peraltro scomparso dopo i nostri articoli) le iniziative di Hannoun che, proprio nella "carovana" tenutasi nella capitale meneghina, si è definito un «simpatizzante di Hamas come sono simpatizzante di ogni fazione che lotta per i miei diritti»? Perché scrivere che «Una grande manifestazione di auto si aggira per le strade di Milano decorate con la bandiera palestinese in solidarietà a Gaza chiedendo la fine del genocidio»? Cosa c'entra il dialogo con chi, come Hannoun, ha elogiato la vita di Yahya Sinwar, capo dell'ufficio politico di Hamas, mente dell'attacco del 7 ottobre e leader riconosciuto di Hamas, dicendo che «è stata ingiustamente stroncata» la vita di Sinwar e la sua eliminazione «equivale a quella di una qualsiasi donna odi un qualsiasi bambino della terra di Palestina»? Manifestazione in cui vengono vendute alla modica cifra di 10 euro magliette con la scritta «from the River to the Sea, Palestine will be free», ovvero «la Palestina sarà libera dal fiume al mare». Ma che cosa vuol dire? È una frase che riflette il mancato riconoscimento dello Stato di Israele, la distruzione di esso e l'annientamento degli ebrei. Una frase antisemita che loro però rivendicano, sostenendo che «ogni maglietta racconta. Ogni maglietta denuncia. Ogni maglietta è un frammento di resistenza da indossare». Resistenza, sempre la stessa parola che da tempo leggiamo come definizione di quello che in realtà e un movimento terrorista, Hamas. L'ABSPP fondata da Hannoun è così tanto attenzionata che il 7 ottobre 2024 l'OFAC, Ufficio per il Controllo dei Beni Stranieri statunitense l'ha definita una «falsa organizzazione caritatevole» che contribuisce a «finanziare l'ala militare di Hamas» e che nel 2023 diversi enti finanziari americani hanno vietato le attività di raccolta fondi online dell'associazione per legami con il terrorismo. Questo anche in virtù del fatto che l'ABSPP faceva parte della UoG, una federazione messa al bando dal Dipartimento del Tesoro USA nel 2008, perché utilizzata dalla leadership di Hamas per il trasferimento di fondi all'organizzazione terroristica. La UoG era guidata da Sheikh Yusuf Al-Qaradawi, qatariota considerato l'autorità spirituale dei Fratelli Musulmani a livello globale, bandito dal Regno Unito e dalla Francia. La stessa persona che il 5 luglio ha condiviso a Lenno il palco con Francesca Albanese in occasione di un evento promosso da una delle fondazioni di Hannoun, l'Api, Associazione dei Palestinesi in Italia. Quindi come funziona? Hijazi e lui ora in che rapporti sono? E perché il suocero di Hijazi sembra dare il placet a eventi di Hannoun? E i politici dei 5 Stelle e del Pd visti vicino ad Hannoun, tra cui Stefania Ascari, l'ex grillino Alessandro Di Battista, Marco Furfaro, Laura Boldrini, non hanno ancora nulla da dire oltre a minacciare querele (Di Battista e la Ascari)? Intanto, mentre Albanese non risponde alle domande de Il Tempo, in piazza da Catania attacca FdI. In un video pubblicato dal sito di Nicola Porro, si sente lei che, riferendosi ad Hamas, dice: «Se votare persone dagli ideali strani fosse un criterio per aggredire, noi dovremmo essere aggrediti in questo momento perché tra le disposizioni della nostra Costituzione c'è il divieto di ricostituzione del partito fascista in ogni sua forma».
CONTINUA A LEGGERE
2
0
0
Guarda anche
Il Tempo
13:00
Dichiarazione dei redditi precompilata, istruzioni per l'uso
Il Tempo
12:45